Tempo fa ascoltai la testimonianza di una sorella che mi spiegava il motivo per cui non aveva continuato gli studi, mentre sarebbe stata portata per continuarli!
Incuriosito, in effetti, del perché non avesse continuato a studiare le chiesi come mai si fosse fermata al diploma. Ed ella mi disse che ciò era derivato:
- a) Una volta a causa dei consigli (sbagliati) dei suoi professori di scuola
- b) Un’altra volta a causa dei consigli “illuminati” del pastore della chiesa dove i suoi genitori e lei stessa frequentavano e frequentano tuttora (chiesa che oggi non è più gestita (ops curata) da quel pastore, ma da suo figlio.
Nel primo caso (relativo al consiglio dato dai suoi professori ai suoi genitori) il consiglio apparentemente giusto, ma poi rivelatosi errato, fu quello di dire ai genitori di questa sorella che dopo le scuole medie avrebbe fatto bene a frequentare la scuola superiore ad indirizzo ragioneria. Ma poi questo tipo di percorso si rivelò poco attraente per la sorella (allora ragazza) tanto che passò cinque bruttissimi anni. E lei, che alle scuole medie era una delle migliori dell’Istituto, invece ai superiori cominciò a prendere una sfilza di cattivi voti che la portarono a deprimersi e ad odiare gli studi.
A monte di tutto questo c’era il fatto che questa sorella amava il disegno e il suo desiderio sarebbe stato quello di poter frequentare una scuola d’arte. Ma i suoi un professore dissuase i suoi genitori dal seguire una simile inclinazione: “Ma quale scuola d’arte”! Non si trova lavoro con queste cose! Le faccia fare una scuola più concreta e sicura”!
Così, i suoi genitori, che di scuola ne avevano mangiato poco e nulla, si inchinarono di fronte al saggio consiglio del professore “esperto” quanto a cultura e persuasero la figlia a non assecondare la propria passione, ma a seguire il consiglio del professore! E furono cinque anni d’inferno e tribolazioni per questa ragazza.
La stessa sorella poi mi spiegò il perché una volta finiti gli studi superiori non continuò con quelli universitari. Almeno all’università avrebbe potuto riscattarsi e seguire qualche percorso di studi a lei congeniale e per lei più soddisfacente.
Il motivo per cui si bloccò e non proseguì, purtroppo, dipese da un altro “saggio” consiglio, che questa volta non venne da un docente scolastico, ma dal pastore della comunità frequentata dai genitori di questa ragazza e, quindi, anche da lei.
Il consiglio che anche quella volta i genitori sentirono di chiedere, questa volta al pastore, riguardò il fatto di sapere se fosse stato opportuno o meno per la loro figlia proseguire gli studi dopo le scuole superiori ed eventualmente andare all’università oppure se, invece, sarebbe stato per lei opportuno che si fermasse con gli studi.
La sorella mi ha riferito la sintesi del discorso che il pastore fece ai suoi genitori. Ed ora ve la riporto.
Il pastore disse ai suoi genitori che:
“Non era opportuno che la giovane sorella proseguisse gli studi universitari dato che i cristiani devono in primis puntare a servire Dio e non a cercare di fare carriera nel mondo. Pertanto gli studi universitari rappresentavano una velleità che sarebbe stato meglio non assecondare”!
E, così, ancora una volta, a causa di questi “saggi” consigli, la ragazzina – prima – e la giovane sorella – poi – (oggi adulta, moglie e mamma di due splendide figlie intelligenti) restò priva dell’opportunità di studiare e di sviluppare i suoi talenti.
Oggi so che in quella casa la famiglia stenta ad andare avanti; mentre sicuramente se la sorella avesse studiato oggi avrebbe potuto dare un contributo a favore della famiglia e si sentirebbe anche più realizzata lei stessa.
Sono rimasto colpito da questa storia e testimonianza, che fa notare due cose allo stesso tempo:
- la sofferenza di questa sorella, ché a causa di stolti consigli ha perduto delle opportunità per studiare e per sviluppare le proprie doti (a lei piacerebbe molto disegnare e fare lavori artistici, visto che è davvero portata in questo campo, ma ahimè manca di quelle acquisizioni tecniche specifiche che, appunto, le scuole specialistiche in questi settori le avrebbero potuto fornire);
- la stolta “sapienza” del pastore che con un dire spiritualistico (ma non spirituale) tarpò le ali e le speranze di questa giovane sorella.
Ho sentito il dovere di trascrivere questa testimonianza a causa della responsabilità di avvertire tanti fratelli e sorelle, genitori di chissà quanti/e giovani talentuosi/e, di stare attenti ai consigli di certi “saggi” insegnanti e pastori !
Cari genitori, sappiate che siete voi per primi a dover pensare al bene dei vostri figli. Non fidatevi ciecamente dei consigli degli “esperti”.
Questa testimonianza mi ferisce e mi spinge a chiedermi perché un pastore può cadere così in basso nel dare consigli che si rivelano una rovina più che un vero aiuto (poiché, come dicevo, ancora oggi questa sorella soffre per non aver potuto sviluppare i suoi talenti e la sua famiglia attuale stenta a vivere, mentre avrebbe magari potuto avvantaggiarsi delle doti se queste avessero avuto l’opportunità di esprimersi al meglio)!
Il “bello” è che io conosco sia questa sorella che questo pastore. E onestamente della sorella devo dire che mi dispiace vedere la sua condizione, ma del pastore non mi dispiace affatto dire che la sua “sapienza” non viene proprio dall’Alto.
In effetti avendo a che fare – oggi (grazie a Dio non quando ho potuto studiare) – anch’io con tale pastore più volte mi sono posto una domanda:
“Perché costui tendeva a dire ai membri di chiesa di non studiare”?
Una risposta e una possibile spiegazione me la sono data:
nella comunità di questo pastore le persone sono quasi tutte ignoranti e quindi facilmente influenzabili dai suoi “saggi” consigli!
Questa, infatti, è la lezione su cui riflettere e sulla quale stare attenti e che possiamo trarre dallo sfondo di una simile storia:
vi sono uomini che si fanno chiamare ‘pastori’ ma che più che curare davvero il gregge del Signore vogliono avere la preminenza su di esso e pensano che una tale preminenza sarà più facile quanto più i membri delle loro comunità saranno semplici, semplicioni e ignoranti.
Mi dispiace dire questo, ma è la realtà (ché conosco direttamente e che tocco con mano).
Oggi il figlio di questo “saggio” pastore ha mandato le proprie figlie all’università, poiché sa che senza un valido titolo di studio ci sono meno chances ed opportunità di lavoro.
Ma come: se il consiglio di suo padre ‘il pastore’ era un consiglio saggio e spirituale (quindi eternamente valido) come mai lui per primo non l’ha messo in pratica?
Sarà mica perché oggi, che è pastore pure lui (per “discendenza” divina), ha riconosciuto che infondo infondo quel consiglio non era né saggio né spirituale?!!
Ma anche il figlio del “saggio pastore” non è che dia chissà quali saggi consigli!
Beh, come dice il proverbio: “Tale padre, tale figlio”!
C’è davvero da stare attenti.
Cari genitori, cari fratelli e sorelle, valutate bene la qualità dei consigli che chiedete e che ricevete, ricordandovi che “Uno solo è il Consigliere Ammirabile” [1] .
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
[1] Isaia 9: 5
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