Pace del Signore, mi chiamo Giuseppe e vorrei raccontarvi la mia storia…
Ho avuto sempre una salute di ferro, ma un giorno, quel 29 novembre del 2019, qualcosa stravolse la mia vita, mi sentii male e caddi a terra svenuto. Mi portarono all’ospedale pensando che era un malessere passeggero ma dopo qualche ora mi diagnosticarono la leucemia mieloide acuta.
I medici decisero di praticare i trattamenti chemioterapici più incisivi, altrimenti mi sarebbero rimasti solo pochi giorni di vita. Purtroppo, il midollo osseo aveva perso la capacità di produrre le normali cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, acquisendo quella patologica di produrre cellule tumorali.
La situazione apparve subito critica, il valore dei globuli bianchi e piastrine erano bassissimi e dopo alcuni giorni che m’intensificarono i trattamenti di chemioterapia la situazione non sembrò migliorare, anzi, improvvisamente, fui colpito da tre infarti e da una setticemia ai polmoni e al cuore… mi portarono subito in terapia intensiva.
Entrai in coma e nella mia situazione, davvero disperata, solo un miracolo mi avrebbe potuto salvare.
In quei drammatici giorni, mia figlia parlava con i medici e veniva sempre dispensata, ma lei imperterrita andava avanti e combatteva con la fede e con la preghiera e quando veniva a trovarmi in terapia intensiva mi prendeva la mano e mi cantava sempre il canto cristiano “Ei mi toccò”.
Rimasi in ospedale 40 giorni e in coma per 12 giorni in terapia intensiva, non sapevo distinguere il giorno dalla notte, ricordo solo che vedevo una grande luce e sentivo una voce che mi diceva: “Non temere”. Ricordo di essermi ritrovato in mezzo al mare con due persone che mi guardavano, il Signore mi dava discernimento che erano due angeli che si manifestavano in forma umana e mi avrebbero accompagnato alla guarigione.
Dopo una settimana mi risvegliai dal coma, mi ritrovai nella stanza di terapia intensiva tutto intubato e pieno di fili e mia moglie accanto a me, mi diceva di salutare i familiari poiché c’era una telecamera che inquadrava; i miei familiari si trovavano, infatti, nella stanza accanto a guardarmi da un monitor. Allora, ebbi la forza di fare un cenno di saluto con la mano, ma non comprendevo ciò che mi era accaduto, i valori erano ancora bassissimi ed il cuore funzionava solo al 20%. Per me era come se mi svegliassi da un sogno. Nel frattempo i giorni passavano e pian piano andavo migliorando.
Dimesso dall’ospedale mia moglie mi parlò di cosa era realmente accaduto in quei giorni, dei tre infarti, di come i dottori usarono il defibrillatore e la ventilazione forzata per farmi respirare e degli organi vitali compromessi. I medici dicevano a mia moglie e ai miei familiari che ormai non c’era più nulla da fare e che i valori erano quasi tutti a zero e che la setticemia stava intaccando cuore e polmoni e che il mio corpo non reagiva più alle cure. Durante quei giorni, la mia famiglia non smise di pregare, mio genero e mia figlia, nella fede, organizzarono riunioni di preghiera e mobilitarono pastori, fratelli e sorelle di tante chiese evangeliche d’Italia a pregare per me ininterrottamente. Ma la cosa più triste fu di avere saputo che mia moglie stava organizzando i miei funerali giacché da un momento all’altro si pensava che me ne sarei andato da questa terra.
Ma Gesù quando comincia un’opera la porta a compimento secondo il Suo tempo e secondo i suoi piani. Lui ha operato un miracolo in me ed ha trasformato l’ombra di morte in un risplendente mattino.
Il Signore ha voluto che mi mettessi al suo servizio attraverso la testimonianza del miracolo che ha compiuto in me, poiché la vita è un dono di Dio.
Un giorno, durante i controlli di routine, ebbi il piacere di incontrare uno dei tanti dottori che mi avevano curato durante il periodo di coma, non è un credente, eppure, rivedendomi, la cosa che mi sorprese e mi commosse fu che mi disse che era un miracolo se ero ancora qui e poi aggiunse: “ll Signore la vuole ancora su questa terra”. Gesù ha compunto il cuore del dottore e si è servito di lui per darmi la conferma di ciò che “Lui” vuole da me: Servirlo attraverso la preghiera e attraverso l’evangelizzazione che compio, da allora, ogni giorno, poiché ero morto e Lui mi ha ridato la vita…
Meditiamo poiché come dice il Signore: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Aggrappati a Lui e se avrai fede, vedrai che toglierà la pietra anche dal tuo sepolcro. A Gesù va tutto l’onore e la gloria e il ringraziamento. Amen!
Notiziecristiane.com
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui