Sanremo arcobaleno. E non sono solo canzonette

img-_innerArtFb-_be2_33Mentre Pierluigi Battista sul Corriere di mercoledì dettava il tempo di un mondo che deve andare avanti, verso un Paese che con il ddl Cirinnà diventerà «moderno e democratico», a Sanremo battono il tempo musicale a ritmo di nastri arcobaleno sventolati sul palco. Eros Ramazzotti è davvero un “ragazzo di oggi” quando seduto insieme a Carlo Conti ci insegna che «i figli fanno famiglia e la famiglia è importante, qualsiasi essa sia. Questa cosa che porto (si riferisce ai nastri rainbow,NdA) è importante». Ci voleva uno «nato ai bordi di periferia» per spiegare al popolo che tutto fa famiglia, basta riconoscere che#loveislove.

Dopo Elton John e Laura Pausini, che non hanno bisogno di nastrini per dire la loro indiscutibile comprensione del #loveislove, anche Arisa, Noemi, Scanu, Francesca Michielin, l’inossidabile Patty Pravo, Enrico Ruggeri, Irene Fornaciari, etc., hanno dato il loro contributo alla causa. Alla fine Sanremo2016 è stato#sanremoarcobaleno, più che il festival delle canzonette. Nicole Kidman, che ha dato alla luce un bambino con maternità surrogata, è l’altra super-ospite che rappresenta l’icona ideale per questo festival rainbow. Nella terza serata c’era l’irlandese Hozier. Anche lui è un simbolo, canta la superhits Take me to Church, colonna sonora planetaria contro l’omofobia. Ovviamente tira in mezzo la Chiesa, per dire che si sente a disagio nei confronti dei suoi insegnamenti a proposito di sessualità e dell’omosessualità in particolare. Una trovata originalissima, non c’è che dire.

D’altra parte, come ha scritto Battista nel pezzo sul Corriere, c’è «il riconoscimento oramai pressoché unanime che la realtà dei legami affettivi, sentimentali, in senso lato “coniugali”, tra coppie dello stesso sesso non può più attendere un riconoscimento di diritti oramai acquisiti nella stragrande maggioranza di Paesi moderni e democratici». Restano solo loro, le famiglie del Family day, da rieducare. Retaggio di un mondo oscurantista, retrogrado e ignorante. […] Perché sostenere che un bambino ha diritto a una mamma e un papà, per qualcuno è solo un ritornello «retorico verboso e inconcludente».

È il mondo, bellezza. É il mondo intorno a noi, dove Tv, musica, cinema, spot pubblicitari, libri, radio, giornali, filosofi, diversi teologi, perfino qualche prelato, stanno indicando la via del #loveislove come strada verso il sol dell’avvenire. Pensate, avremo (abbiamo) un mondo arcobaleno dove un bambino potrà (anzi può già) indifferentemente osservare su qualche schermo l’amore gay o quello etero, il poliamore e il bisex, il trans e il queer, crescere con due uomini o due donne, senza colpo ferire, anzi migliorando sé stesso in un clima di affetto e apertura alle differenze. Sanremo2016 batte il tempo, con la potenza delle emozioni in musica: dovremo ringraziare la Rai per questo florilegio educativo.

A chi rimane legato a certe vecchie e sorpassate realtà, non rimane che adeguarsi. Tutto evolve, pantarei signori miei. Per chi ha fede sono pronte, magari riscaldate, le catacombe, dove poter esercitare il proprio culto senza se e senza ma. Ma il ddl Cirinnà no, quello è materia da risolvere anche dal palco di Sanremo2016. Il cardinale Bagnasco, che si è augurato il voto segreto  per il ddl in discussione al Senato, è stato invitato a non immischiarsi in questioni che non gli competono. Mentre da Sanremo2016 ci si immischia senza troppi problemi, facendo quantomeno abbondante pressione culturale (con i soldi di tutti i contribuenti). Lo strabismo di una strana idea di laicità, per cui anche Bagnasco, per favore, si accomodi pure nella catacomba, mentre l’idea di famiglia di un Eros Ramazzotti venga divulgata coram populo.

In effetti, bisogna riconoscere che la potenza di fuoco emotivo e sentimentale delle canzonette è considerevole. In attesa di essere ri-educati, molti si chiedono cosa resterà di questo #sanremoarcobaleno. Poca musica, molto raso multicolor e tanto conformismo. Tu chiamale se vuoi… emozioni. Poi va a finire che un giorno qualcuno dirà che l’uomo non è solo i suoi sentimenti, e allora saranno guai.

di Lorenzo Bertocchi | Lanuovabq.it/

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