Se c’è un Dio, perché esistono tante religioni diverse?

culto2Nella Parola di Dio sappiamo che molta enfasi viene posta sull’unicità di Dio e sulla sua esistenza. La religione cristiana viene denominata “monoteistica” proprio per questo motivo. E, al suo interno, troviamo tantissime sub-religioni che vedono Dio da tante prospettive diverse. Poi, insieme alla religione cristiana, esistono tante altre religioni che vedono un Dio unico o una molteplicità di dei. Ma, se esiste un solo Dio, come mai esistono tanti modi diversi per arrivare a Lui?

Chiariamo fin dal principio che nella nostra discussione vogliamo delineare alcuni principi che non possono essere messi in discussione. La Bibbia, come ogni altro libro considerato “sacro” dai relativi fedeli e proseliti, viene visto come un testo dettato da Dio stesso e lasciato agli uomini per essere una guida, una sorta di vademecum attraverso il quale l’uomo può raggiungere Dio stesso.

Dio parla agli uomini. Non vogliamo in questo contesto cercare di discriminare quale sia “il libro giusto”, ma è chiaro che Dio ha usato degli uomini perchè fossero ispirati a scriverlo. Ebbene, possiamo allora immaginare uno stesso Dio che detta la Sua volontà a degli uomini i quali, nella loro umanità, interpretano l’input che Dio ha loro dato.

Dio è immutabile e non cambia mai. Nessun uomo sulla Terra può affermare che Dio abbia dettato libri diversi a popoli diversi, magari per conformare la propria volontà agli usi e alle tradizioni di quel dato popolo. Anzi, proprio gli uomini finirebbero con reclamare che la propria religione è quella giusta, e che sono gli altri ad avere interpretato male la volontà di Dio! Ma, amici, come abbiamo affermato, Dio non cambia, e tantomeno cambia la Sua volontà…. Come possiamo far reggere in piedi l’idea secondo la quale Dio abbia diversi modi di presentarsi agli uomini o diverse personalità? Dio parla e parla allo stesso modo a tutti gli uomini. Il problema, dunque, non sta in quello che Dio ha detto… ma in quello che gli uomini hanno ascoltato o preteso di ascoltare.

Gli uomini sono diversi nel luogo e nel tempo. Due persone ascoltano la stessa storia raccontata, e, alla fine, vanno via con una convinzione ed avendo una idea mai identica a quella del loro compagno di ascolto. La stessa Bibbia, tanto per non andare troppo lontano, ci parla negli Evangeli delle stesse vicende, ma, cambiando la lettura del Vangelo, ci rendiamo conto che ogni scrittore si è soffermato su particolari diversi dall’altro. Gli uomini sono diversi e cambiano idea, e interpretano a modo loro l’unica vera e sola verità di Dio. Nell’Islam un concetto quale lo zelo e la gelosia divina diventano facilmente uno spunto per una guerra santa.  Nel Buddismo, al contrario lo zelo e la gelosia devono lasciare luogo alla profonda riflessione umana: si parte da una stessa sorgente per arrivare a tanti luoghi completamente diversi. Gli stessi psicologi attestano in maniera concorde che ogni uomo sente e ritiene per se quello che viene filtrato attraverso la propria esperienza e cultura. Inevitabilmente, allora, possiamo concludere che la confusione nasce proprio dall’uomo, e non da Dio.

L’unica vera “religione” è quella che rispecchia la vera volontà di Dio. Ma, viene da chiedersi, quale è la vera religione allora? Come posso essere sicuro che ciò che sto praticando nella mia vita sia la cosa corretta. E, se il problema può risultare “banale” per un cristiano che non cambierebbe mai la propria religione per l’islamismo o il buddismo, (o viceversa, per carità), la stessa questione diventa molto più problematica quando dobbiamo decidere, all’interno di una stessa religione, (come quella cristiana) in quale movimento è più “corretto” restare, (Cattolico, evangelico, protestante, e la lista si potrebbe allungare in maniera impietosa). Ogni uomo se ne uscirebbe dalla questione con affermazioni del tipo: “Ma se io sono XXX è perché credo in quello che faccio, altrimenti perché crederei?”. Buffo, non trovate? Eppure molto spesso noi stessi cristiani compiamo azioni e ci sottoponiamo a riti non tanto perché siamo convinti della loro correttezza ma soltanto perché “i miei mi hanno sempre insegnato così….”. Che tristezza! Allora non soltanto non credo in quello che faccio, ma mi accontento di ricalcare un copione che altri hanno deciso per me. E se invece volessi praticare la “vera” religione, come potrei muovermi? Chi mi potrebbe consigliare in maniera corretta? Viene prepotente alla ribalta una constatazione: se gli uomini hanno interpretato e anche male, molto spesso, la volontà di Dio, come faccio ad orientarmi? A questa domanda, che, come vedremo, ne richiama altre per la sua risposta, vogliamo innanzitutto controbattere che qualsiasi religione, perché sia considerata come “vera”, deve rispecchiare la volontà di Dio. Questo è e deve essere il nostro punto di inizio. Ogni religione dice la propria verità, ma tutte concordano su alcuni principi di fondo che possono essere, a buon diritto, considerate caratteristiche proprie di Dio: l’amore e la saggezza.

Dio è amore ed è saggio. Se questo è il nostro punto di partenza, non credi che Dio nel Suo amore nei tuoi confronti e nella Sua saggezza, debba avere necessariamente lasciata aperta una via attraverso la quale ogni uomo potrà essere salvato, (riscattato), dalla propria umana limitatezza? E’ chiaro che è una domanda retorica, la risposta sappiamo tutti che non può non essere che positiva. La via è stata aperta da Dio fin dall’origine dei tempi. Man mano Dio ha cercato l’uomo per avere con Lui un rapporto diretto, personale, un rapporto di amore. Ma, molto spesso, sono stati gli uomini stessi a volere tranciare questo rapporto chiudendosi dentro pretestuosi principi legati alla ragione e al loro stesso libero arbitrio. Paradossalmente, lo stesso frutto dell’amore e della saggezza di Dio, la libertà di decidere assegnata ad ogni uomo, è stata barattata dallo stesso con uno schema religioso pregno di riti e azioni che sono dettati non dal cuore ma dal meccanicismo storico con il quale “qualcuno” ha pensato che potesse imbrigliare la verità e la volontà di Dio.

Dio è l’unico che può guidarti alla verità. Visto tutto quello che abbiamo scritto, ci sentiamo spinti allora da fare in noi stessi una considerazione: se gli uomini sbagliano e sono limitati nel loro modo di interpretare la volontà di Dio, per consocere davvero cosa bisogna fare dovrei rivolgermi direttamente a Dio stesso. Questa sembra essere la strada migliore per “tagliare la testa al toro”. Lo stesso Gesù scrisse con efficacia che “Io sono la via, la verità e la vita, e nessuno va al Padre, (ndr può essere salvato) se non per mezzo di me“, (Giovanni 14:6). La Bibbia, dunque, giusto per citare la Parola, indica che le tre qualità oggetto della nostra stessa ricerca sono state impersonificate in Gesù. Attenzione, non stiamo cercando di far emergere Gesù come “la risposta”, (anche se io credo fermamente in questo) ma stiamo soltanto affermando che ogni religione, alla fine, un metodo di ricerca della verità lo propone. Per la religione cristiana il metodo è Gesù, il quale è via, (sentiero guida), è verità, (espressione piena di Dio e della Sua volontà), ed è vita, (la conseguenza nel credere in Dio di ogni religione è proprio l’ottenimento della vita, cioè di una esistenza ultraterrena priva di prove e tribolazioni). La risposta di Maometto al sentiero che ti riconduce a Dio è l’affidarsi totalmente e imprescindibilmente alla lettera del Corano rispettandolo in maniera completa. Il Buddismo evidenzia il pensiero come massima espressione che ti porta proprio a Dio, e, potremmo allungarci ma non è questo l’intento per il quale stiamo scrivendo. Ripetiamo, proprio per essere chiari, non stiamo cercando di darti la verità ma di comprendere quale sia la strada migliore per conoscere la verità. Se citiamo le Religioni più diffuse è soltanto per fare un esempio chiaro di ciò che intendiamo scrivere. Ma andando ancora avanti nella nostra discussione, sempre nel Vangelo di Giovanni troviamo un’altra affermazione molto singolare, “e voi conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi“, (Giovanni 8:32). Quante volte, mentre mi accingo ad effettuare uno studio biblico in Chiesa, mi trovo a dovere precisare quella data imprecisione di traduzione, o quell’errore introdotto dall’uomo nel corso della storia che ha “leggermente” deformata l’ originale volontà di Dio. Questo lo scrivo, con forza, per ribadire il concetto che molto spesso il testo stesso che abbiamo fra le mani contiene delle imperfezioni che, pur essendo lievi, pregiudicano il vero senso dell’autore del Libro Sacro. Ma noi vogliamo conoscere la verità ed essere liberi. Ma qual’è la verità? Lo stesso Pilato dinanzi a gesù che era sotto giudizio, non riuscì a discernere quale fosse la verità. E Pilato non era un uomo qualunque. Era un uomo meritevole della dignità imperiale, un uomo erudito, intelligente, oseremmo dire “brillante” secondo l’umana accezione del termine. Eppure, non sapeva quale fosse la verità. Da una parte la gente incitava la liberazione di Barabba, dall’altra, vedeva un uomo inerme che esprimeva innocenza ma che le circostanze lo costringevano a punire. Ma quale è la verità? La risposta viene chiara se notiamo che proprio in questo passaggio Pilato viene raggiunto dalla moglie. Ora, per la religione cristiana, la moglie è “la stessa carne”, è il marito stesso…. Potremmo, senza temere grosse smentite, concludere che l’intervento della moglie potrebbe essere letto come una voce interiore. Quella voce interiore suggeriva a Pilato quale fosse la verità: “… «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno per causa sua»”, (Matteo 27:19). Poichè è Dio stesso che ti ha creato, al di là della religione nella quale credi, Dio deve avere messo dentro di te qualche “marker” qualcosa che ti richiami a Lui. La verità è in te stesso. Devi soltanto abituarti ad ascoltarla. Pilato non sentì la voce della sua propria carne, e condannò Gesù a morire. Ma la tua voce ti suggerisce benissimo quando stai facendo qualcosa di sbagliato. Lo stesso apostolo Paolo scrive un passaggio che deve farci quantomeno riflettere: “6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; 8 sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all’ingiustizia. 9 Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; 10 gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, 11 perché presso Dio non c’è parzialità“, (Romani 2:6-11). Dio chiama chiunque e ogni uomo sa cosa è giusto fare. Quando fai qualcosa di sbagliato, sebbene le tue labbra si aprano per giustificare le tue azioni nei confronti di chi ti sta intorno, pure il tuo cuore sa quale è il limite della tua ragione e il male che eventualmente hai commesso. La ricerca della verità deve partire da te stesso, che sei stato creato a perfetta immagine e somiglianza di Dio, (cfr Genesi 1:26). Ma, proprio perché tu, (come io stesso) siamo imperfetti e tendiamo a leggere le cose in funzione delle nostre esperienze e modi di pensare, dobbiamo chiedere aiuto direttamente a colui che, amandoti saggiamente, vuole riportarti a casa, nella casa del padre, (Luca 15:8). Ma, come nel caso del racconto biblico che stiamo citando, hai bisogno di alzarti e di decidere: dai una possibilità al Signore per rivelarsi nella tua vita. Cosa ti costa? Non ti sto dicendo ne suggerendo se alla fine troverati Halla, Budda, Cristo o non so chi altri, ma ti chiedo di alzarti e verificare dentro di te quello che tu stesso sai, e cominciare a chiedere a Dio stesso di rivelarsi nella tua vita. Le opere di cui parla Paolo poi, nel verso 16, vengono coronate dalla fede in Cristo Gesù, e, secondo il modello dell’Apostolo alla fine del tuo cammino troverai Cristo, come anche lui sperimentò suo malgrado questo nel deserto, (Atti 9:5). Ma, ripetiamo, bisogna partire dal proprio cuore, “essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono“, (Romani 2:15). Paolo conclude che il mondo verrà giudicato per mezzo di Cristo, (Romani 2:16), proprio perchè ha fatta una esperienza personale con Dio. Era stato allevato nella cultura e nella religione del Suo popolo, e, per questa religione, ed in nome di questo Dio che per lui ancora ERA SCONOSCIUTO, aveva commesso atroci ed efferati massacri di persone umili il cui unico torto era stato credere in Gesù. Ma Paolo conobbe la verità, e la verità lo rese libero. Dio ha dato il Suo Spirito come guida per l’uomo, ma, per ascoltarlo, è necessario che lo cerchi, “bussate e vi sarà aperto,…“, (Matteo 7:7).

Conclusioni. Non ti vogliamo proporre la “nostra religione”. Non è questo il punto. Anche perchè, in effetti, noi non abbiamo nessuna religione, ma semmai abbiamo una fede. Il punto non è quello in cui credo io, ma che tu riesci a renderti conto di quale sia la strada giusta. Come Pastore, il mio compito sarebbe quello di curarti e portarti al Signore, ma dobbimo confessare la pochezza dei nostri mezzi e della nostra mente. Poco, anzi pochissimo possiamo fare per gli altri, ma quel poco, forse, può bastare ad accendere una piccola candela nel tuo cuore e vedere finalmente che in fondo in fondo, qualcosa in te di Dio esiste. E, nel momento in cui avrai colto quel piccolo granello di senape, potrai constatare personalmente che Dio esiste e che non si è mai potuto imprigionare in nessuna religione: Egli è l’infinito e non riesce a essere confinato dallo sterile ragionamento umano.

Pastore Gabriele – notiziecristiane.com

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