SEGUIRE IL SIGNORE PIENAMENTE

Deuteronomio 1:34,36Così l’Eterno udì le vostre parole, si adirò e giurò dicendo: “Certo, nessuno degli uomini di questa malvagia generazione vedrà il buon paese che ho giurato di dare ai vostri padri,  ad eccezione di Caleb, figlio di Jefunneh. Egli lo vedrà; e a lui e ai suoi figli darò la terra che egli ha calcato, perché ha pienamente seguito l’Eterno“.

Questi passi biblici citano il racconto di Caleb che era uno dei dodici esploratori inviati da Mosè nella Terra Promessa. Il racconto cita che solo lui e Giosuè erano “fermi” e “determinati” nel perseguire l’obiettivo che Dio aveva dato a Israele di stabilirsi nella Terra Promessa, mentre gli altri dieci esploratori si lasciarono sopraffare da: “dubbi, perplessità e paure” a motivo dei giganti che abitavano nella terra (Numeri 13:33 Inoltre là abbiamo visto i giganti (i discendenti di Anak provengono dai giganti), di fronte ai quali ci sembrava di essere delle cavallette, e così dovevamo sembrare a loro”). Il racconto prosegue narrando la conclusione che ebbero i dodici a motivo della loro “attitudine” e del loro “comportamento”: Caleb e Giosuè furono premiati da Dio e dopo aver superato vari ostacoli e difficoltà stanziarono nel territorio mentre gli altri dieci esploratori furono puniti, da Dio, a motivo della loro “incredulità” e morirono prima.

Questo racconto biblico vuole evidenziare e mettere in risalto la grande “statura spirituale” di Caleb e di Giosuè, la loro “onestà”, la loro “fede”, la loro “fedeltà” e la loro “perseveranza” anche dinnanzi a un ostacolo come i giganti seppero affrontare questa difficoltà confidando pienamente nel Signore, nel suo soccorso e che avrebbe dato loro la vittoria sui nemici (Numeri 14:6,9  Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Jefunneh, che erano tra coloro che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti, e parlarono così a tutta l’assemblea dei figli d’Israele dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese buono, buonissimo. Se l’Eterno si compiace con noi, ci condurrà in questo paese e ce lo darà, “un paese dove scorre latte e miele”. Soltanto non ribellatevi all’Eterno e non abbiate paura del popolo del paese, perché essi saranno nostro cibo; la loro difesa si è allontanata da loro e l’Eterno è con noi; non abbiate paura di loro»). Giosuè e Caleb non si lasciarono impaurire dai “giganti” contro i quali dovevano combattere e seppero aspettare con “fiducia” e “perseveranza” il compimento della promessa di Dio per le loro vite, un’attesa che durò ben quarantacinque anni duranti i quali continuarono a seguirLo con tutto il cuore.

Un grande esempio per noi oggi.

Qual è il “gigante” contro il quale tu stai combattendo oggi?

A prescindere dal tuo “gigante” sei esortato ad andare sempre avanti con piena fiducia che il Signore compirà ogni promessa nella tua vita nei tempi da Lui stabiliti, sappilo aspettare con “determinazione” e “fermezza”. Vai sempre avanti e mai indietro perché l’andare avanti ti fa progredire verso l’adempimento delle promesse che hai ricevuto dal Padre mentre l’andare indietro ti fa regredire e come conseguenza perdi l’adempimento delle promesse.

Anche l’apostolo Paolo ci incoraggia a correre questa gara fino alla fine (1 Corinzi 9:24,27Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio? Correte in modo da conquistarlo. Ora, chiunque compete nelle gare si auto-controlla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi dobbiamo farlo per riceverne una incorruttibile. Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria; anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato”), siamo consapevoli di essere impegnati in questa corsa cristiana e di esserlo fino alla fine? Anche Gesù quando ha vissuto come uomo su questa terra ha dovuto affrontare diversi giganti che si erano sovrapposti sul suo cammino ma Egli vive la durezza della corsa fino alla fine della sua vita. Questo deve essere per ogni cristiano il più grande esempio da seguire.

Dobbiamo porci delle domande, dobbiamo identificare le mete che il Signore ci chiama a seguire, dobbiamo avere fiducia nelle promesse del nostro Dio, dobbiamo avere sempre un’attitudine di fiducia, dobbiamo avere un comportamento che ci contro-distingue per la nostra perseveranza, dobbiamo andare sempre avanti e mai indietro, dobbiamo correre questa gara per la vita eterna fino alla fine della corsa.

  1. Cosa ci aspettiamo dalla corsa della nostra vita? Siamo consapevoli di essere impegnati con durezza in questa corsa? (1 Corinzi 10:13 Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere”.
  2. Vuoi continuare a correre anche se la strada è in salita e diventa dura? Vuoi fare tuo il proposito di Paolo di concludere la tua corsa fino alla fine? (Efesini 1:13,14 “In lui anche voi, dopo aver udita la parola della verità, l’evangelo della vostra salvezza, e aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa; il quale è la garanzia della nostra eredità, in vista della piena redenzione dell’acquistata proprietà a lode della sua gloria“).

L’apostolo Paolo ha scelto di andare sempre avanti fino alla fine della sua corsa perché era motivato dal premio della vocazione che consiste nell’essere riconosciuto “giusto” da Dio e quindi di essere accolto nella Nuova Gerusalemme celeste, egli “medita” e “pregusta” il “premio celeste”, la meraviglia e la gloria futura che consiste nel premio con un’eternità nei cieli insieme a Cristo. Egli era anche consapevole delle responsabilità che gli erano state affidate dal Signore e le ha adempiute con responsabilità, fermezza e fedeltà.

Noi come scegliamo di vivere la nostra quotidianità? Vogliamo guardare l’obiettivo finale e pensare alla meta che ci è stata promessa da Dio , vivendola come un “balsamo” che cura le ferite che il cammino ci infligge? (Filippesi 3:13,14 “ Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la méta verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù”). Attraverso questi passi biblici l’apostolo Paolo ci sta consigliando tre proponimenti:

  1. andare sempre avanti e mai indietro;
  2. andare avanti fino alla fine della corsa;
  3. andare avanti in vista del premio con Cristo.

Siamo invitati ad accertarci in che direzione stiamo andando e quale via stiamo seguendo; dobbiamo porci una domanda individuale “cosa significa per la mia vita andare avanti e no indietro”; siamo esortati a fare la scelta di seguire Cristo nelle sue vie quelle vie da lui stabilite facendo una scelta che comporta un’azione pratica per poter camminare con integrità secondo la Sua volontà e non la nostra; dobbiamo rimanere fermi e saldi nella fede crescendo nella conoscenza del Signore e approfondendo la nostra intima relazione continuando a servirLo e lasciandoci usare come strumenti nelle Sue mani.

Chiediti: “Voglio andare avanti con Cristo malgrado le sfide che questa scelta comporta?”, a te la scelta.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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