Storia: Erode, 2000 anni dopo inizia riabilitazione

Un re geniale ma crudele ed odiato  – Mentre l’anno 29 a.C volgeva al termine, nella reggia di Erode stava per compiersi un dramma che lo avrebbe sconvolto per il resto della vita. L’amata regina Miryam la Asmonea – cosi’ almeno gli era stato riferito dalla sorella Salome, maestra di intrighi – aveva appena tentato di eliminarlo mescolando al vino una sostanza venefica.

Miryam poteva certo nutrire risentimento nei suoi confronti, anche perche’ Erode aveva impartito ordine che fosse messa a morte se egli non fosse tornato vivo da due delicate missioni diplomatiche con i rappresentanti dell’Impero romano. Lo storico Nicholaos di Damasco aggiunge che negli ultimi tempi Miryam si era fatta altera, faceva pesare il proprio lignaggio reale (mentre Erode proveniva da una famiglia edumea convertitasi all’ebraismo), e di notte gli si negava.

Ci fu un processo-farsa in cui Erode arrivo’ accecato dalle passioni come un altro Otello. Miryam rimase sola: perfino la madre, Alecsandra, le si avvento’ contro, fino a strapparle i capelli. Fiutato il vento, la corte condanno’ a morte la regina anche se le prove erano tutt’altro che convincenti.

Eseguita la sentenza, Erode crollo’. Si rifiuto’ di credere che Miryam fosse morta davvero. Forse si macchio’ addirittura di necrofilia. In seguito faceva convocare la regina dagli inservienti e perdeva le staffe non vedendola comparire. Quindi diede in escandescenze sessuali. Poi si ammalo’ gravemente, parve in punto di morte. Ma a sorpresa si riebbe, con grinta. In un anno si risposo’ in rapida successione tre donne (una pure di nome Miryam), ed avvio’ in anni di iperattivita’ progetti monumentali che lasciano ancora oggi stupefatti.

Quando si dice Erode si dice megalomania. Sua e’ la ricostruzione monumentale del Tempio di Gerusalemme, e la costruzione della vicina Fortezza Antonia. Su suo ordine furono edificate la moderne e razionali citta’ di Sebastia e di Cesarea, nonche’ il palazzo reale di Gerico e il monte-mausoleo Herodion presso Betlemme: era visibile ad occhio nudo a decine di chilometri. Abituato ad esigere l’impossibile, volle pure un palazzo splendido a strapiombo sullo sperone desertico di Massada.

Sulle turbe psichiche del monarca si e’ scritto molto. Forse era frustrato dalla ascendenza modesta e dall’aspetto fisico: vigoroso, ma non estetico. Forse soffriva di narcisismo, di manie depressive, di paranoia. Vedeva nemici ovunque e a farne le spese furono, fra gli altri, anche tre figli. Eppure fu un re di prima lega, accostabile nella storia ebraica a re Davide e a Salomone: abilissimo nello sfruttare per decenni a vantaggio della sua terra i mutevoli cambiamenti negli equilibri politici a Roma e in Medio Oriente. Nemici reali pronti ad eliminarlo, non mancavano: da Cleopatra, ai nabatei, e parte della popolazione ebraica che lo vedeva come un vassallo di Roma. Fu Giuseppe Flavio, uno storico vicino ai suoi detrattori farisei, a narrare ai posteri le sue gesta.

Nel Talmud viene rappresentato come un monarca crudele e corrotto, incarnazione del Male: fra l’altro per aver disperso il Sinedrio e aver ‘snaturato’ Gerusalemme. Nella tradizione cristiana gli viene imputata la infamante ‘strage degli innocenti’: ma Erode mori’ nell’anno 4 a.C. e dunque e’ possibile che gli siano stati attribuiti misfatti compiuti dai figli che sono succeduti. Odiato dai contemporanei, Erode riceve ora dagli storici una nuova occasione di ricorso in appello grazie anche alla mostra che si apre al Museo Israel di Gerusalemme.

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