Tempo di vacanza? Genitori mettete via gli smartphon

Tra gli insegnamenti di Gesù c’è quello psicologico educativo a difesa del bambino. Gesù li difende con dure parole e ammonimenti: «Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare» (Matteo 18,6).

E allo stesso momento ne esalta il ruolo e l’importanza della genuinità, spontaneità, purezza del bambino nella comprensione del regno dei cieli: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.  Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me (Matteo 18, 3-5). Delinea, Gesù un movimento singolare, quasi psicoterapeutico nel tornare a recuperare quella visione pura del bambino per comprendere la vita buona (P. Riccardi, Parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo ed Cittadella 2016).

La psicologia dello sviluppo e dell’età evolutiva ha dato massima importanza al bambino. Scuole di pensiero dalla psicoanalisi S. Freud, alle teorie di Piaget e dell’attaccamaneto di Bolwby, hanno dato via ad un filone di studi sullo sviluppo della personalità del bambino. Da tenere presente che furono prevalentemente filosofi e letterati del ‘700 che incominciarono a interessarsi alle caratteristiche personologiche dei bambini e ai metodi per allevarli.  J. Locke, (1632- 1704) filosofo e medico ad esempio, riteneva che lo sviluppo infantile fosse la conseguenza dell’esperienza del processo educativo capace di riempire la mente del bambino, poiché tabula rasa. William Wordsworth, poeta e letterato (1798-1807), sostiene che “Il bambino è padre dell’uomo” massima a cui lo psicoanalista S. Freud ha dato risalto e ancora di più Maria Montessori (1870-1952). Quest’ultima, tra le prime donne italiane laureata in medicina, interessandosi ai bambini “sfortunati” per deficienza mentale, afferma: «Il bambino si sforza di assimilare l’ambiente, e da tali sforzi nasce l’unità profonda della sua personalità… Così si forma, da sola, la personalità umana, come l’embrione e il bambino si trasformano nel creatore d’uomini, nel Padre dell’uomo… Quando si dice che il padre e la madre hanno costruito il figlio si ripete un’espressione inesatta. Bisognerebbe dire: l’uomo è stato costruito dal bambino: costui è il padre dell’uomo» (M. Montessori, Il segreto dell’infanzia, Garzanti 1986, pp 48-49). Si deve molto allo psichiatra Eric Berne (1910-1970) che nella sua pratica psicoterapeutica, dà ampio risalto alla fase della deconfusione (Berne, E. Principi di terapia di gruppo. Roma: Astrolabio, 1986). Fase in cui il bambino vive e sperimenta situazioni di conflitto tra messaggi contraddittori dei genitori e il suo sentire emotivo. I genitori hanno una importanza significativa sul benessere del proprio figlio. E l’impatto non è solo nel dire o fare delle cose ma anche il “non fare” e il “distrarsi” di fronte alle esigenze e richieste dei bambini, come quando un genitore si assenta sul social net. Condizione che provoca nel bambino una percezione di assenza e comportamenti tesi ad attirare attenzione. Lo studio, condotto su un campione di 200 famiglie con figli di almeno 5 anni pubblicato sulla rivista Pediatric Research, organo ufficiale dell’American Pediatric Society sulla dipendenza da cellulari e social net dei genitori potrebbero avere conseguenze comportamentali nei bambini proprio a motivo di mancanza di adeguate attenzioni. Lo studio, infine ha esaminato il fenomeno chiamato “tecnoferenza”, ossia tecnologia che interferisce e ostacola le interazioni faccia a faccia almeno tre volte al giorno. I bambini assumevano comportamenti iperattivi, tendenza a lamentarsi, e capricciosi. In sinergia un nuovo studio pubblicato sulla rivista Child Development dai membri della University of Michigan e della Illinois State University, ha dimostrato che genitori distratti eccessivamente dalla tecnologia potrebbero essere indiretta causa di problemi di comportamentali del bambino quale ipersensibilità, iperattività, irrequietezza. Gli studi confermano quanto è importante che qualsiasi atto che soddisfi il naturale e innato bisogno di essere accudito e riconosciuto rappresenti una “carezza” che garantisce all’individuo benessere fisico e psicologico (Berne, ciao e….poi? 1976).

In definitiva quanto più tempo si trascorre in famiglia nel dedicare e dedicarsi attenzioni reciproche ne risente in positivo il clima e la qualità di crescita.  Essenziale è il suggerimento di San Paolo «Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino» (Col 3, 20-21).

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com

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