Un pericolo da cui guardarsi: lo spiritismo

spiritismoLa Parola del Signore presenta questo fenomeno come un segno degli ultimi tempi: “Lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” (1 Timoteo 4:1).
La pratica dello spiritismo o evocazione dei morti era già conosciuta nell’antichità, sia presso i pagani, sia presso il popolo del Signore.
La Bibbia ci parla di Balaam, uno dei tre uomini citati nell’Epistola di Giuda come figura di diverse forme di male, gli altri sono Caino e Kore. Balaam era un indovino (Giosuè 13:22) che Balak, re di Moab, assoldò perché maledicesse gli Israeliti e lui potesse vincerli. Leggendo questa storia (Numeri 22; 23; 24) vediamo che Dio lo aveva sufficientemente avvertito circa le sue vie perverse. Tuttavia gli permise alla fine di andare coi messaggeri del re per mostrargli che, qualunque fosse la condizione del popolo d’Israele, questo non era comunque in suo potere, e che nessuno sforzo del nemico avrebbe potuto cambiare le sue vie riguardo a questo popolo.
È così che, spinto dalla potenza di Dio, quest’uomo avido fu costretto a fare, per ben quattro volte, con la sua profezia, uno dei più notevoli esposti che troviamo nella Bibbia su ciò che il popolo di Dio rappresenta ai Suoi occhi. L’amore per il denaro lo possedeva; egli amava “il salario d’iniquità”, e potremmo dire la stessa cosa, oggi, di molta gente. Ma Dio è più potente dell’uomo e, come leggiamo in Deuteronomio 23:5, Egli dice al Suo popolo:“Ma l’Eterno, il tuo Dio, mutò per te la maledizione in benedizione, perché l’Eterno, il tuo Dio, ti ama”. E questo non in virtù di qualcosa di buono che vi fosse in loro, ma in virtù della Sua grazia sovrana. Balak dice allora a Balaam:“Io avevo detto che ti colmerei di onori; ma ecco, l’Eterno ti rifiuta gli onori” (Numeri. 24:11). Il re parlò come uno che conosce il vero Dio, sebbene fosse pagano; ma, in effetti, Balaam perdette la ricompensa perché Dio non gli permise di agire come voleva e come Satana lo spingeva a fare.
La testimonianza della Scrittura quanto all’attività degli spiriti maligni è così uniforme, fin dai tempi antichi, che nessun lettore privo di pregiudizi può avere dei dubbi.
È detto nella legge: “Ed essi non offriranno più i loro sacrifici ai demoni, ai quali sogliono prostituirsi” (Levitico. 17:7); “Han sacrificato ai demoni che non son Dio!” (Deuteronomio. 32:17). C’è ancora la testimonianza del Salmista: “E sacrificarono i loro figlioli e le loro figliole ai demoni e sparsero il sangue innocente” (Salmo 106:37). E Paolo scrive ai Corinti: “Io dico che le carni che i gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demoni” (1 Corinzi. 10:20).
I demoni si nascondevano dietro gli idoli che i pagani adoravano, ed anche gli Israeliti erano caduti nell’idolatria. Satana faceva di se stesso un oggetto di adorazione al posto di Dio. È un grave errore supporre che gli uomini possano avere a che fare con gli spiriti dei morti. Quelli che sono morti senza aver creduto a Cristo Gesù sono, secondo l’espressione della Scrittura, “ritenuti in carcere” in attesa del giudizio; quelli che hanno creduto in Cristo abitano con il Signore (2 Corinzi 5:8), in attesa del momento in cui i corpi saranno risuscitati e loro porteranno “l’immagine del celeste”. Gli spiriti degli uni o degli altri sono forse in potere degli uomini in modo da poter essere evocati da un medium? Assolutamente no. Sono gli spiriti satanici che fingono di essere quelli di morti, ed ingannano i vivi.
Gli spiritisti, lavorando in un campo che Dio ha così rigorosamente vietato, diventano vittime di una potenza superiore, potenza il cui scopo è di ingannare gli uomini e disonorare Dio.
Il caso di Saul, in 1 Samuele 28, è solenne e istruttivo, e può essere di avvertimento a quelli che vorrebbero avere a che fare, in un modo o nell’altro, con lo spiritismo.
All’inizio del suo regno, Saul aveva scacciato dal paese tutti gli evocatori di spiriti. Ma, alla fine, quando si vide minacciato dai suoi potenti nemici, i Filistei, e Dio non gli rispondeva, ricorse proprio a ciò che egli stesso, un tempo, giudicava iniquo.
La condotta di Saul era così empia che la Scrittura attribuisce una delle cause della sua morte all’aver “interrogato e consultato quelli che evocano gli spiriti mentre non aveva consultato l’Eterno” (1 Cronache 10:13). Lo spiritismo viene a volte presentato sotto un aspetto più o meno plausibile di sostegno della dottrina cristiana, in quanto pretende di dimostrare la sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Ma Dio non accetta la testimonianza proveniente da una sorgente simile. Se il Signore quando era sulla terra rifiutava la testimonianza dei demoni, non la rifiuteremo noi? Grazie a Dio abbiamo una testimonianza migliore, basata su una certezza: “La Tua Parola è verità”.
Lo spiritismo vero e proprio, così come lo conosciamo noi oggi, ha avuto inizio nel 1847 negli Stati Uniti ad opera delle sorelle Fox. Da allora, nonostante le sue origini incerte, dobbiamo riconoscere che lo spiritismo si è largamente diffuso in tutto il mondo e ora grandi associazioni raccolgono milioni di iscritti.
Certamente non possiamo negare che durante le sedute spiritiche ed anche al di fuori di esse si verifichino dei fenomeni veramente straordinari.
Numerosi volumi sono stati scritti per raccontare fatti “miracolosi” verificatisi ad opera dei medium ed anche senza di essi. Ma chi opera realmente dietro questi fatti? Sono davvero gli spiriti dei morti che, invocati o no, intervengono nella nostra vita con manifestazioni soprannaturali?
Come detto prima, la Parola di Dio nega questa possibilità. I morti per nessuna ragione possono intervenire nella vita degli uomini. Non sono le anime dei morti che rispondono alla chiamata dei medium, ma è il demonio che ne prende le sembianze, e con i suoi interventi confonde l’uomo e lo allontana da Dio. Per tale ragione la pratica, che oggi va sotto il nome di spiritismo, viene condannata dalla Parola del Signore, ed in un modo particolare per mezzo del profeta Isaia.
Indirizzandosi egli al popolo di Dio, lo esorta a rivolgersi per qualsiasi cosa al Signore e non ai morti, come usano fare i pagani: “Se vi si dice: Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbiglia, rispondete: “Un popolo non deve egli consultare il suo Dio? Si rivolgerà egli ai morti a pro dei vivi? Alla legge! Alla testimonianza! Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui alcuna aurora!” (Isaia 8:19,20).
Le persone serie e pie riconosceranno certamente che lo spiritismo è una pratica menzognera voluta e gestita dal nemico delle anime nostre: Satana.
Il cristiano semplice è preservato dalla grazia del Signore. Egli ha un Salvatore Celeste, motivo sufficiente di ineffabile gioia, un Salvatore che è obiettivo prezioso di tutte le sue speranze.

Da “Cristiani Oggi aprile 1981”

Angelo Gargano

Fonte: http://www.tuttolevangelo.com/

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