Un quarto dei profughi di tutto il mondo scappa dall’Afghanistan

AFGHANISTAN_(f)_0621_-_Profughi_in_PakistanKabul (AsiaNews) – Da 32 anni il Paese è al primo posto nell’annuale lista dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Nel 2012 gli afghani rifugiati erano almeno 2,6 milioni. A pochi mesi dal ritiro delle truppe Nato l’Afghanistan soffre ancora per attentati, insicurezza, disoccupazione, fame e povertà. Morta Barbara de Anna, l’operatrice umanitaria italiana, ferita nell’attentato terrorista avvenuto lo scorso 27 maggio a Kabul. I continui attentati talebani anche nel pieno di centro di Kabul, il clima generale di insicurezza, la crescente islamizzazione della società, la forte disoccupazione e la povertà mantengono l’Afghanistan al primo posto nella lista dei Paesi con il maggior numero di rifugiati per il 32mo anno consecutivo.

Secondo un rapporto diffuso dallUN High Commissioner for Refugees (Alto commissariato Onu per i rifugiati) in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, nel 2012 almeno 2,6 milioni di Afghani eroano ospitati in 82 Paesi diversi. Il numero è pari al 25 % del totale dei rifugiati nel mondo. Circa il 95% dei profughi afghani vive in Pakistan e in Iran. Nel primo si stima vi siano almeno 1,6 milioni di cittadini afghani registrati nei campi al confine fra i due Paesi. Tuttavia, secondo il governo, vi sarebbero altrettanti clandestini. In Iran, sono invece circa 868mila i profughi provenienti in gran parte dall’Afghanistan e dall’Iraq.

I dati forniti dall’Unhcr sono allarmanti e dimostrano che il Paese – liberato dal regime dei talebani nel 2001- è ancora lontano da una sua stabilità. Fonti di AsiaNews sostengono che in 12 anni di occupazione delle forze Nato, non si è assistito ad alcun progresso, né sul piano sociale, né economico. Il ritiro delle truppe straniere dal Paese previsto per il 2014 è visto dalla popolazione con sollievo, ma anche con timore. In questi anni i talebani hanno riacquistato forza: lo scorso 27 maggio gli estremisti islamici hanno sferrato un attacco nel pieno centro della capitale costato la vita a cinque persone e decine di feriti. Fra i morti anche l’italiana Barbara de Anna, funzionaria dell’organizzazione internazionale per le migrazioni, deceduta oggi, dopo diverse settimane di ricovero in un ospedale in Germania; lo scorso 18 giugno un kamikaze si è fatto esplodere contro un convoglio con a bordo Haji Mohammad Mohaqeq, vice-presidente e leader della minoranza Hazara. L’attentato è avvenuto nella parte ovest di Kabul e ha ucciso tre persone, lasciando illeso il leader politico.

La forza dei talebani è aumentata anche sul fronte diplomatico, fino ad entrare in aperto contrasto con il governo guidato dal presidente Hamid Karzai. Il 18 giugno il movimento islamista ha inaugurato la sua prima ambasciata a Doha capitale del Qatar. L’emirato ha concesso ai terroristi di issare la propria bandiera e di porre all’entrata una targa con scritto “Islamic Emirate of Afghanistan”. Il caso ha fatto infuriare il presidente afghano. In un comunicato ufficiale Karzai ha giudicato l’episodio un vero affronto alla sua autorità e ha boicottato l’incontro diplomatico organizzato da Stati Uniti e Qatar tenutosi lo scorso 19 giugno a Doha. Secondo al-Jazeera, principale emittente dell’Emirato, le autorità avrebbero rimosso bandiera e targa dall’edificio, ma ciò non è bastato per convincere il presidente afghano a partecipare ai colloqui.

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