Cercare di comprendere Dio, di conoscerlo, di esserne sostenuti o benedetti e soprattutto credere che esista davvero e averne la certezza, è da sempre un cruccio dell’uomo.
Tra il credere ed il non credere miriadi di sfumature accompagnano l’incertezza degli uomini.
Come fidarsi di qualcosa che non si tocca, che non si vede, che non si ode palesemente. Come fidarsi di qualcosa che non si gusta e che non profuma? Forse che i sensi ci siano stati dati per inganno? O forse abbiamo un senso in più ( di cui siamo poco coscienti ) che tutti li racchiude di cui abbiamo perso la memoria.
Un senso eccellente che ci permette di ” vedere ” oltre il visibile, di udire oltre l’udibile, di percepire sensazioni così fini da passare inosservate ai normali organi predisposti.
Conoscere Dio, comprenderlo non è cosa da uomini, esso non può contenerlo, ma averne rivelazione.
La Fede è l’elemento portante di questa casa, essa sorregge tutto poggiando le sue fondamenta su ciò che non vediamo.
Eb 11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.
L’immensa bontà divina ci ha donato qualcosa che sostenga la nostra Fede, qualcosa che ci colleghi con gli immensi spazi spirituali del Signore, giammai per comprenderlo, ma per vivere in esso.
La rivelazione per un istante tocca la profondità del nostro cuore, apre una porta su una dimensione che normalmente non percepiamo. Lì si trova un luogo dove ogni cosa ha sostanza divina, che sia amore, che sia colore, che sia, profumo o sofferenza.
Un attimo di tempo senza tempo, un fulmineo viaggio su di uno scorcio di eternità che tuttavia lascia il suo segno.
Ci regala una precisa cognizione: ” un’altra dimensione esiste!”
Appartiene a molti uomini il desiderio di conoscere, di approfondire e in ciò stanno le miriadi di incertezze che li accompagnano.
Quale potrebbe essere il desiderio di Dio se non la perfezione assoluta? E di portare a tale perfezione ciò che perfetto non è ( come l’uomo )
Quale perfezione potrebbe esserci in una forzatura esercitata dalla potenza divina? No! L’uomo deve arrivare da solo, sopratutto ” accettando ” l’idea di Dio e perciò Egli si rivela.
Era indispensabile che il Signore desse agli uomini una via per la comprensione, qualcosa che collegasse Dio all’uomo e l’uomo a Dio.
Cristo è venuto nel mondo per spezzare quella cortina che separava l’Uno dagli altri.
SE GESÙ È TROPPO UOMO
Il nostro attaccamento all’umanità ci porta a vedere Gesù molto più come uomo che non come Dio. In questo modo Egli incarna i “nostri” modelli di bontà, di amore, di compassione. Pare essere un uomo molto santo al quale assomigliare con tutti i nostri difetti.
Gesù è certamente molto Santo e questo con l’intento di mostrare cosa c’è dietro la sua santità: Dio padre con il quale Egli è Uno.
Questo per spingerci a comprendere oltre le profondità, la sofferenza di Dio a causa dell’allontanamento dell’uomo dal suo amore.
Questa sofferenza più che palese, ma poco percepita dall’uomo, si manifesta nella Creazione. Immagine meravigliosa della poliedricità divina LA CREAZIONE, oggi si percepisce come un volto segnato da cicatrici.
L’uomo continua imperterrito a profanare le meraviglie del creato, il peccato, la lontananza da Dio, infligge ferite sempre più profonde, sempre più evidenti.
Vogliamo credere che la rivelazione ci parli solo dell’amore di Dio, ma spesso parla della sua sofferenza. Così fu per Profeti, o è per i Profeti che parlando da parte del Signore cercarono e cercano di raccomandare agli uomini di allontanarsi da quella forma di trasgressione, che diventa malessere universale, aberrazione che comunemente chiamiamo peccato.
UNA FERITA NEL CIELO
con questo spirito ho voluto realizzare quest’opera, immaginando la sofferenza della creazione. Come se la creazione fosse il volto di Dio (e lo è) solcato da ferite create dallo stolto allontanamento dell’uomo dalle benedizioni.
Le tavole sono cinque e parlano della pienezza della grazia, come le cinque pietre raccolte da Re Davide nel fiume con le quali uccise Goliat ( il suo mostro ). Mentre i fiori indicano l’immensità della bontà divina che da ogni ferita farà nascere il bene.
Così viene detto nella Bibbia ogni cosa viene trasformata in bene per coloro che amano il Signore.
copyright © francescoblaganò 9/2020
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