Usa. Si spinge per il gender nelle scuole, ma la popolazione va in direzione opposta

Negli Stati Uniti il DOJ (Dipartimento di Giustizia), tramite Kristen Clarke, Assistente procuratore generale Usa, ha inviato una missiva a tutti i procuratori generali dei vari Stati per ricordare loro «le disposizioni costituzionali e statutarie federali che proteggono i giovani transgender contro la discriminazione, anche quando questi giovani cercano cure per l’affermazione del genere».

La lettera, inoltre, avvisava gli Stati che «le leggi e le politiche che impediscono agli individui di ricevere cure mediche per l’affermazione del genere possono violare le protezioni costituzionali federali ai sensi della clausola di uguale protezione e della clausola del giusto processo del XIV emendamento».

Un colpo politico e giuridico al diritto e dovere di legiferare su queste materie da parte dei singoli Stati, soprattutto quelli che in questi mesi stanno cercando di impedire decisioni irreversibili da parte dei giovani ma anche sterilizzazioni, farmaci genitali-mutilanti e terapie che cambiano la vita, soprattutto quando i soggetti coinvolti sono i minori e quando lo fanno senza il consenso dei genitori.

Intanto il Dipartimento di Stato, sotto il placet dello stesso presidente Joe Biden, sta rilasciando passaporti di genere neutro e l’HHS, l’”Office of Population Affairs”, ha emesso un documento guida dal titolo “Gender-Affirming Care and Young People”. Pur sferrando un tale attacco formidabile, Biden non ha però raccolto il consenso sperato, siccome un recente sondaggio mostra un aumento del 63% di sostegno alle varie leggi che vogliono tutelare bambini e genitori dal gender e dalle transizioni di genere. Gli elettori, quindi, rifiutano in modo schiacciante l’indottrinamento sessuale dei bambini in età scolare e credono che i transgender dovrebbero praticare sport in squadre sportive che si allineano con il loro sesso di nascita.

Il 67% degli elettori, inoltre, crede che le informazioni sulla sessualità per i bambini dalla scuola materna alla terza elementare dovrebbero essere “lasciate ai genitori”, secondo un altro sondaggio di Harvard Harris condotto tra il 23 e il 24 marzo scorsi e che ha coinvolto un campione rappresentativo di 1.990 elettori registrati. Solo il 33% di loro crede che la sessualità dovrebbe essere “insegnata nelle scuole” ai bambini piccoli.

Per quanto riguarda l’appartenenza politica, la maggioranza dei repubblicani (82%), degli indipendenti (68%) e esattamente la metà dei democratici (50%) è d’accordo che le informazioni sul sesso debbano essere lasciate ai genitori. Anche altri gruppi demografici suddivisi per età, etnia e scolarizzazione preferisce che le tematiche sessuali vengano affrontate in famiglia, mentre solo la categoria di persone tra i 18 e i 34 anni registra un 52% a favore dell’educazione sessuale nelle scuole primarie.

Mentre la popolazione si muove in una direzione, quindi, il progressismo ai vertici delle istituzioni Usa và nella direzione opposta.

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