Mi chiamo Emanuele e ho 33 anni. Da piccolo ho vissuto delle esperienze di bullismo. I miei compagni (ma non solo loro) mi chiamavano “effeminato” perché avevo degli atteggiamenti un po’ delicati. Alcuni lo facevano ingenuamente, altri per prendermi in giro. Sta di fatto che queste parole mi hanno influenzato negativamente e mi facevano molto male. Crescendo mi hanno messo confusione. Quando mi sono convertito, Dio mi ha confermato che quelle erano delle parole di meledizione che erano state piantate nel mio cuore e nella mia mente. “Morte e vita sono in potere della lingua e chi l’ama mangerà del frutto di essa” (Proverbi 18:21). Per questo dobbiamo fare molta attenzione a come parliamo agli altri, soprattutto ai bambini e ai nostri figli.

A questo si è aggiunto il fatto che i miei genitori erano separati e che sono cresciuto in casa di mia nonna. A scuola mi ero innamorato di una bambina dalla quale poi mi hanno separato perché ho dovuto cambiare scuola e questo mi aveva fatto soffrire molto. Un ragazzino più grande di me un giorno mi ha dato un bacio sulle labbra e questo ha fatto aumentare quel senso di confusione che già avevo. Gli atteggiamenti un po’ delicati insieme a quegli insulti che mi rivolgevano mi hanno portato a provare una forte ansia e depressione. Siccome mia mamma era una credente, avevo sentito che quello che stavo vivendo e che sentivo non era da Dio. Nel mio piccolo chiedevo a Dio di aiutarmi e di liberarmi da quell’ansia e da quella depressione.

Un giorno mi trovai a casa di una mia cugina che mi parlò di Gesù. Le sue parole mi hanno toccato, in particolare quando mi ha detto: “Emanuele, tu hai bisogno di Gesù”. Questa frase è stata quella che mi ha toccato più nel profondo anche perché ho avuto la conferma che Dio aveva ascoltato la mia preghiera. A 16 anni ho iniziato a frequentare la chiesa, ho chiesto perdono a Dio per i miei peccati e ho sentito che lo Spirito Santo veniva ad abitare dentro di me. Avevo anche cominciato a leggere la Bibbia e a scoprire che l’omosessualità era un peccato, ma a 18 anni mi sono allontanato per farmi le mie esperienze. Ero sempre combattuto; sapevo che non era la cosa giusta ma non riuscivo a smettere.

Una sera andai in una discoteca gay e per la prima volta era come se vedessi tutte quelle persone, me compreso, senza un obiettivo e senza speranza, trascinati a destra e a sinistra come delle foglie al vento. Loro però non avevano conosciuto il Signore, io invece conoscevo la Sua legge. Tornato a casa mi chiesi perché tutto questo, visto anche che quando avevo 16 anni Dio mi aveva promesso una compagna per la mia vita.

Qualche giorno dopo sono stato invitato ad una preghiera in casa e quella sera attraverso la predicazione ho sentito la presenza del Signore. Il pastore voleva pregare per noi ma io avevo paura che il Signore mi dicesse qualche parola di rigetto e di riprensione. Quando il pastore si è avvicinato a me, mi ha detto delle parole da parte di Dio che non mi aspettavo affatto e che avevo in realtà il bisogno di sentire: “Perché hai avuto paura di me? Non avere paura perché Io sono qua vicino a te. Tutto quello che ti è successo, l’ho permesso Io.” Ho capito che Dio l’aveva permesso per farmi comprendere la differenza tra il bene e il male. “Io adempirò la mia promessa e ti darò quello che il tuo cuore ha sempre desiderato” (cioè sposarmi e avere una famiglia). Ma la lotta continuava; il mio cuore era diviso. Mi innamorai di un ragazzo più grande di me e che sembrava potesse appagare quei vuoti, in particolare quel bisogno di protezione. Chiesi allora a Dio di darmi la forza di lasciarlo e Lui mi ha dato la forza. Quest’uomo ha cominciato a perseguitarmi, minacciandomi che avrebbe detto alla mia famiglia della mia doppia vita. Il Signore lo ha allontanato e poi in chiesa mi ha parlato attraverso un profeta, dicendomi: “Quando tu sei stato perseguitato, Io ho combattuto per te, e quando hai avuto paura, Io in quel momento ti ho portato in braccio.”

Nonostante il Signore mi continuasse a parlare e a mostrare il Suo amore, io facevo di testa mia e continuavo a cadere nel peccato. Sono andato avanti nella caparbietà del mio cuore fino al lockdown, quando ho cominciato ad avere paura di quella situazione che mi sembrava apocalittica. Non sapevo quale sarebbe stato il mio destino. Una sera mi sono messo in preghiera e ho detto: “Signore, io non mi muovo da qui finché non ti riveli a me.”

Genesi 32:26
E l’uomo disse: «Lasciami andare, perché spunta l’alba». E Giacobbe: «Non ti lascerò andare prima che tu mi abbia benedetto!»

Quella stessa sera, prima di addormentarmi, ho chiesto a Dio di darmi un sogno e Dio è stato fedele. Ho sognato un pastore che mi parlava, che ho capito essere il Signore, che mi ha chiamato per nome e mi ha detto: “Emanuele, non temere”. Ho iniziato a vedere uscire dalla mia bocca come spazzatura che ho capito venire dal mio cuore. Dio in quel momento mi ha purificato e ha lavato il mio cuore. Mi sono svegliato che mi sentivo diverso, come più leggero e più sereno.

Durante la quarantena c’è stato un risveglio di cristiani che si erano allontanati da Dio. Ho avuto modo di conoscere tanti ragazzi e ragazze che avevano abbandonato l’omosessualità. Ci rispecchiavamo nelle stesse ferite e nelle stesse lotte.

Dopo che avevo scelto di testimoniare il mio cambiamento e la mia fede, il nemico non ha aspettato ad attaccarmi. Il 5 maggio, il primo giorno della fine del lockdown, alle 3 del pomeriggio, mentre dormivo (non so se in sogno o in visione), il diavolo mi voleva far credere che fossi tornato indietro nella vecchia vita. Ma Dio mi ha subito dato il discernimento per capire che era soltanto una menzogna di satana. Nella visione ho messo la mia mano sul volto del diavolo e gli ho detto con autorità: “Tu sei stato sconfitto 2000 anni fa”. Allora il suo volto ha cominciato a svanire e mi ha sussurrato all’orecchio con una voce delicata che noi figli di Dio eravamo dei bugiardi. Invece Gesù dice che è proprio lui, il diavolo, il padre della menzogna che si traveste da angelo di luce (Giovanni 8:44, 2Corinzi 11:14).

Quell’anno Gesù mi ha liberato. Questo ci dice il Signore: “State dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù” (Galati 5:1). Nonostante le difficoltà, camminare con Gesù è la via della speranza e della salvezza, una via in cui Lui non ci lascia mai soli.
Per la chiesa risulta ancora oggi una sfida e spesso un tabù parlare di omosessualità e di tentazioni per lo stesso sesso. Prego il Signore che io possa dare un contributo anche attraverso questa testimonianza affinché ogni barriera di vergogna cada e molti ragazzi e ragazze escano fuori per condividere le loro storie ma anche le loro lotte, perché il mondo spirituale delle tenebre trae la sua forza proprio dalle cose nascoste.

Efesini 5:13-14
Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste.

Emanuele (#exgay)

 

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