LA GRAZIA DEL SIGNORE (ISAIA 61,1-4)

creati-per-dare-gloria-a-Dio-450x220Pastore Antonio Di Passa

Dio il Signore, ha mandato il suo spirito su di me; egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione ai deportati, la scarcerazione ai prigionieri. Mi ha mandato ad annunziare il tempo nel quale il Signore sarà favorevole al suo popolo e si vendicherà dei suoi nemici. Mi ha mandato a confortare quelli che soffrono, a portare loro un turbante prezioso invece di cenere, olio profumato e non abiti da lutto, un canto di lode al posto di un lamento: gioia a chi è afflitto in Sion. Tutti faranno quel che è giusto, saranno come splendidi alberi piantati da Dio per rivelare la sua gloria e potenza. Ricostruiranno le antiche rovine, rialzeranno le case abbattute, riedificheranno le città rimaste devastate per tanto tempo.

Usare questo testo biblico può essere pericoloso! Quando Gesù lo lesse pubblicamente, all’inizio del suo ministero, nella sua Nazareth, affermando di essere venuto per realizzare quel progetto di giustizia, di consolazione e di speranza, fu gettato fuori dalla sinagoga e portato in cima a un monte per essere scaraventato in un dirupo.

Quel testo era stato scritto durante l’esilio degli ebrei a Babilonia, nel sesto secolo a.C. La liberazione degli afflitti e la libertà per i prigionieri si riferiva al ritorno degli ebrei da Babilonia a Gerusalemme. Il testo parlava della necessità di “curare chi ha il cuore spezzato”, e di proclamare “il tempo nel quale il Signore sarà favorevole al suo popolo”. In altre parole, annunciava la fine dell’esilio e proclamava quello che nel libro del Levitico, al capitolo 25, è definito “il giubileo”: un tempo di rifondazione e riposo per la terra e per il popolo, per ricordare la grazia divina e per usare misericordia al prossimo.
Il profeta Isaia annunciava al popolo la liberazione. Lo stesso fece anche Gesù, appropriandosi delle parole di Isaia e applicandole a se stesso.

Nel terzo capitolo del Vangelo di Luca, Gesù è battezzato nel Giordano. Nel quarto capitolo, è tentato per quaranta giorni dalle forze del male. Il suo ministero è preceduto da un periodo buio, simile a quello che gli esiliati sperimentarono in Babilonia.
Quando attraversiamo la nostra valle dell’ombra e delle tentazioni, possiamo contare sul fatto che Gesù è con noi. Quando siamo tentati, sappiamo che anche lui fu tentato. Egli ha vinto quei momenti, e perciò possiamo vincerli anche noi. Egli ha continuato il suo ministero, e perciò possiamo farlo anche noi.
Egli iniziò il suo insegnamento nelle loro sinagoghe ed era glorificato da tutti”, riferisce l’evangelista Luca. Anche a Nazareth, Gesù fu accolto inizialmente con favore. L’intero villaggio si riunì nella sinagoga per ascoltarlo. Ma quando si alzò per spiegare le Scritture, qualcosa si spezzò. Quando lesse le parole di Isaia, al capitolo 61, sostenendo che esse si riferivano a lui e alla sua missione, l’umore dei presenti cambiò. L’atmosfera si guastò. La sua parola fu rifiutata. E il clima si arroventò quando, aggiungendo benzina sul fuoco, commentò: “nessun profeta è ben accetto nella sua patria”.
Subito scattò la rabbia: a nessuno piace essere ripreso. Il passaggio dalla sinagoga, in cui tutti si erano riuniti per ascoltarlo, all’orlo di un precipizio, dove persone ostili cercarono di liberarsi di lui e della sua pretesa di aver adempiuto le parole del profeta Isaia, fu breve. “Si alzarono, e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale era costruita la loro città, per precipitarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò”.

Il nostro è un testo pericoloso. Gesù l’ha fatto suo e lo ha affidato a chi crede in lui. In quel testo è descritta la via che egli vuole farci percorrere. È la via del servizio ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, a chi è solo. È la via che ci porta a proclamare una buona notizia agli umili, a liberare chi è schiavo di assuefazioni, a circondare di solidarietà chi ha il cuore spezzato, ad aiutare le persone a vedere le cose come stanno e non a vivere nelle illusioni. Il discorso inaugurale di Gesù è il modello per il nostro servizio. Il Signore ci invita a non essere insensibili, indifferenti, lontani dal nostro prossimo, ma a seguirlo nel ministero del servizio.
Viviamo anche noi in un tempo nel quale il Signore sarà favorevole al suo popolo? Certo. L’anno di grazia del Signore si avvera per me e per te, oggi. Ricevi e porta questa buona notizia agli umili. Fascia chi ha il cuore spezzato. Libera chi è schiavo e prigioniero. Consola gli afflitti. Noi siamo i portatori di un messaggio di liberazione.

(questo testo è stato diffuso nell’ambito della rubrica “Tempo dello Spirito”, in onda ogni domenica, alle 8.05 ca., su RSI 2; ascoltalo o scaricalo in podcast)

Fonte: http://www.voceevangelica.ch/

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