Mc 4:1 Gesù si mise di nuovo a insegnare presso il mare. Una gran folla si radunò intorno a lui. Perciò egli, montato su una barca, vi sedette stando in mare, mentre tutta la folla era a terra sulla riva. 2 Egli insegnava loro molte cose in parabole, e diceva loro nel suo insegnamento:
UN SUSSURRO DRITTO AL CUORE
È meraviglioso vedere come alcune volte la Bibbia diventi una parola diretta, schietta, lucida… comprensibile.
Lo stesso passo, letto cento o mille volte ad un tratto ti viene “spiegato” in modo diverso.
Vedo chiaro in ciò che Gesù disse a coloro che lo seguivano, la lettura è quella del Vangelo di Marco.
Prima di parlare ai suoi discepoli Gesù compie un’azione che è già un insegnamento, Egli prende le distanze dal mondo.
Una gran folla era radunata intorno a lui, attorniato ed oppresso, sentiva il peso e la sofferenza di coloro che desideravano da lui guarigione, insegnamento, vita.
Già portava la sofferenza per coloro che nutrivano speranza.
Questo è l’atteggiamento che ogni buon discepolo dovrebbe avere, non lasciarsi coinvolgere dalle gioie o dai malesseri del mondo. Si anche le gioie, lo zelo e l’entusiasmo a volte producono danni.
Una visione distaccata dal mondo è indispensabile, l’assenza di giudizio è la materia prima per non esserne coinvolti.
Stabilita la distanza Gesù impartisce il suo insegnamento…raccontando cose ben precise, raffigurando degli specifici personaggi.
Marco 4:11 Egli disse loro: “A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, affinché:
12 “Vedendo, vedano si ma non discernano; udendo, odano si, ma non comprendano; affinché non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati”
In questa scrittura Gesù prima mette tutti su di uno stesso piano, siamo tutti peccatori, sia coloro che entreranno nel regno, sia “quelli che sono di fuori” ad alcuni sarà perdonato, ad altri no!
Tutti ricevono la parola in parabole, ma ad alcuni la parabola viene spiegata. Ciò viene permesso dall’intimità e dalla vicinanza che hanno con Cristo.
Non solo, Gesù nella parabola ci illustra chiaramente i personaggi, delinea delle figure ben precise, ma lo fa senza precludere a nessuno la via della salvezza.
L’AGO DELLA BILANCIA
Poi disse loro: “Non capite questa parabola? Come comprenderete tutte le altre parabole? La strada, i luoghi rocciosi, le spine, il buon terreno sono modelli di comportamento specifico che segnano una crescita.
LA STRADA rappresenta la nostra vita. Nella Bibbia sta scritto che il Signore Gesù farà ritorno quando tutti avranno ricevuto il Vangelo, in questo tempo incontrerai qualcuno che ti avrà parlato di Dio, di Gesù e dello Spirito Santo, avrai ricevuto una rivelazione, visto un film che parla di Cristo, ascoltato una Lode o avuto una piccola intuizione. Ciò avrebbe dovuto metterti alla ricerca.
Alcuni risponderanno alla chiamata (il seme) altri no!
Tuttavia tra coloro che rispondono positivamente alcuni si trovano in LUOGHI ROCCIOSI (e non è come dire fondato sulla roccia) i luoghi rocciosi sono impervi, difficili: insomma costoro stanno vivendo un momento difficile della loro vita.
Problemi di ogni sorta li affliggono, malattie, povertà, solitudine, e altro ancora.
Essi ricevono la parola, scorgono la luce e tante sono le loro tribolazioni che si aggrappano con tenacia a Gesù.
La loro fede in breve tempo si manifesta, contagia gli altri, è incontenibile.
Gesù si sa è proprietà benefica e la vita di costoro in breve prende una piega diversa. Una nuova serenità nell’interiore permette di “aggiustare” molte cose.
Nuove vedute, nuove relazioni, nuovi progetti, insomma la loro vita viene repentinamente restaurata.
Poi lentamente tutto ciò si stabilizza, l’entusiasmo e la fede in breve lasciano spazio ad una routine che in tal senso si chiama religione, avendo i piedi su terra sicura si torna a guardare altrove… ecco! La radice si è seccata.
Le Perle che danno accesso al Regno sono di nuovo nascoste, serrate nel loro guscio di mistero.
Una parola specifica mi ha portato a questa meditazione:
Marco 4:17 ma non hanno in se radice…
Non hanno in se radice, non lascia dubbi, non l’ hanno, punto è basta!
Dove non vi è radice non può crescere nulla né stelo, né pianta e ancor meno frutto.
Apocalisse 22:16 Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io sono la radice e la discendenza di Davide, la lucente stella del mattino».
Non avere in se radice vuol dire non avere Gesù nel cuore, non appartenere alla sua casa, non avere quel sigillo che ci fa stimare vera, per davvero, la legge d’Amore che Gesù è venuto a insegnarci.
Se Gesù avesse insegnato “regole” poco avrebbe avuto da dire ai farisei, esperti in materia. La sua autorità veniva dall’essere e non dal sapere.
Ma a voi è dato di conoscere i misteri del Regno di Dio… di mettere radice!
Altri sono coloro che ricevono il seme tra le spine…
Le spine in cui ci siamo “ficcati” non sono propriamente un disgrazia, un incidente. No, no…sono proprio qualcosa che ci andiamo a cercare, mi ritorna alla mente il famoso “pungolo” esso non è una minaccia sotto la quale viviamo a causa di altri. Infatti dice la Parola è duro recalcitrare il pungolo contro se stessi.
È come dire: “procurarci sofferenza per rinunciare a qualcosa che a noi piace moltissimo, allontanare da noi qualcosa che ci dà estremo piacere, che ci fa stare bene e ci gratifica. Ma che purtroppo è lontana dai comandamenti divini.
Anche qui alcune parole del verso hanno attratto la mia attenzione…
Marco 4:19 poi gli impegni mondani, l’inganno delle ricchezze, l’avidità delle altre cose, penetrati in loro, soffocarono la parola, che così riesce infruttuosa.
Non a discapito di Satana che la porta via (il mondo) non a causa della mancanza di radice (non appartenere a Cristo), ma a motivo dell’empietà umana che ci vota ad un altro padrone rendiamo infruttuosa la parola.
Giuda a ragione delle sue passioni ebbe quel comportamento… Era nel mondo e ricevette Parola, Gesù. Ebbe parte in quel ministero come uno dei dodici ma a motivo delle rinunce che non seppe fare, divenne figliolo di perdizione.
È importante notare che la Parola lo chiama figliolo… aveva avuto un cammino importante.
Aveva ricevuto Cristo, aveva conosciuto Cristo fino a portare i segni che confermano i discepoli… alla fine aveva autonomamente abdicato dalla Salvezza. (figliolo di perdizione).
Gesù intinse il boccone e lo porse a Giuda, in quel momento Satana entrò in lui.
Entrare o penetrare alla fine hanno un unico significato.
IL BUON TERRENO
Potremmo pensare erroneamente che è indispensabile avere questa dotazione, essere un buon terreno.
Qualcuno poverino sarà roccia, qualcun altro sarà spine e qualcun altro sarà fuori dai confini del regno (il mondo).
Ciò non potrebbe appartenere al Dio dell’Amore, non sarebbe conforme. Anche se la Salvezza resta Sua incontestabile disposizione.
Ma è in ciò che Dio si manifesta grande… nel tutto non c’è niente e … nel niente c’è tutto!
Un buon terreno è tale quando possiede varie caratteristiche di buona qualità.
Ciò per non essere un terreno selettivo nelle colture, per non essere facilmente contaminabile, per resistente bene ai fattori negativi, insomma per essere durevole quanto basta… diciamo: un’eternità!
Nella Genesi trovo ancora una conferma, Adamo ed Eva si sono lasciati corrompere, ora hanno timore di Dio e si nascondono, operazione certamente impossibile.
Essi sono nudi davanti al Signore nello stesso modo in cui ci troveremo noi il giorno in cui i libri saranno aperti.
In quel momento in Eden Dio dice a ciascuno delle cose, al serpente… alla donna… ad Adamo.
Dice all’uomo per mostragli la durezza della vita che dovrà affrontare “coltiverai il suolo” non parla di terra ma di qualcosa di superficiale, il suolo, ma in un altro passo…
Genesi 3:23 Perciò Dio il SIGNORE mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto.
UN BUON TERRENO
Ad ogni frase del Vangelo in questione (Marco 4/14) c’è un passo da compiere…
Primo! Ogni uno di noi riceverà parola e questo è certo! Secondo! A tutti è data la possibilità di mettere radici.
La radice non è l’origine della pianta bensì il seme, quindi se il seme è stato messo nel terreno è possibile che metta radice.
Qui mi affido alla parola dove sta scritto: “il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” ovvero, trattenere la buona notizia che ci è stata data e coltivarla con piglio e ostinatezza, usare violenza contro tutte le corruzioni che ci allontanano da Cristo, contro tutte le umane evidenze e tutte le avversità possibili.
Questo terrà il seme nel conforto della terra che siamo, custodirà la radice.
Il seme di Gesù resta con tenacia custodito nel nostro cuore… può stare lì per anni… per decenni.
Fino a quando, un giorno, crescendo si scontrerà con il nostro Io, il nostro Ego arrogante, sfrontato si porrà in opposizione: “Perché mai rinunciare a spine e triboli? per la vita spirituale quando posso averne godimento nella vita mondana.
Facile è fare questa affermazione “a me il mondo piace, o… che male potrà mai fare? Niente, niente di più che inaridire la “terra”.
Terzo opporsi al richiamo della mondanità con forza.
Quante volte ci siamo posti domande sulle buone opere da farsi “dimostrami la tua fede senza opere, la salvezza non si ottiene con le opere, la fede senza opere è morta …
e quant’altro ancora ” tutto perfettamente vero.
Ora le buone opere portano frutto, il 30, il 60, il 100 x uno. Non vi è altra via possibile, per essere un buon terreno bisogna essere stati in qualche modo anche tutti gli altri.
Avere ricevuto parola…essere fermi nella stessa finché la radice prenda forza, tanto da spaccare la roccia. Quella stessa radice che è scesa in profondità mi darà vigore per resistere alle tentazioni, per piegarmi come una canna al vento, per non essere soffocato da spine e triboli.
Ecco penso diventare un buon terreno non è questione di esposizione geografica ma di lavorare la terra dalla quale fosti tratto.
IL 30, IL 60, IL 100 X UNO.
Voi vorreste comprare l’amore? Nessuno lo vuole! Dio, il Signore, vuole essere amato liberamente per chi lui è. E per poter fare ciò era necessario che l’uomo avesse discernimento, in questo sta l’elezione, nel conoscere e nello scegliere l’amore divino.
Disse un tempo il Signore…
Genesi 3:22 Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre».
LA BONIFICA …
Quindi, in conclusione un buon terreno è frutto di tanto lavoro, il seme è stato gettato su di un terreno incolto.
Ora nella stagione della nostra vita dobbiamo trasformarlo, essere anche tutti gli altri terreni…ovvero: abbiamo ricevuto parola, dobbiamo curare la Sua radice, dobbiamo recidere spine e triboli.
Dopo l’aver conservato la parola, dopo avere curato la radice, dopo avere fatto attenzione a non essere soffocati da spine e triboli, allora si saremo un buon terreno. Ciò non è un punto d’arrivo ma la base.
L’inizio di questa bonifica coincide con il sacrificio di Gesù che apre quest’epoca di grazia, per portarci in un altro luogo.
In quella città celeste preparata per coloro che per amore hanno curato il giardino nel loro interiore, la terra dalla quale fosti tratto!
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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