Il leader ex gay che ha incoraggiato a perseguire la fede negli “angoli più bui”.
Sy Rogers, uno dei più primi responsabili del movimento ex gay, è morto di cancro all’età di 63 anni.
Rogers ha avuto quello che ha chiamato un “incontro con Dio” nel 1980. Aveva iniziato con l’identificarsi come donna e si stava preparando ad una chirurgia di riassegnazione del sesso, quando il «Johns Hopkins Hospital» ha chiuso l’ambulatorio dedicato all’identità di genere e ha smesso di praticare interventi chirurgici.
“Il sesso è un grande maestro”, ha predicato nel 2018. “Ma posso anche dirvi questo… Dio è un maestro ancora più grande. Puoi servire i tuoi desideri oppure puoi portarli a Dio, confessarli, sottometterli e sperimentare la Sua supremazia nella mente e nel corpo.”
Prima che “LGBT” fosse un termine popolare, Rogers ha sfidato i cristiani a pensare alle questioni dell’orientamento sessuale e dell’identità. Ex presidente di «Exodus International», è stato uno dei primi sostenitori dei gruppi di supporto per persone intenzionate a vincere le attrazioni indesiderate per lo stesso sesso e si era spesso distinto come clamoroso esempio di come il cambiamento fosse possibile.
Ha predicato in giro per il mondo su Dio e sulla sessualità, diventando una figura chiave nell’espansione del movimento ex gay a livello della chiesa globale. Negli ultimi anni – man mano che la terapia riparativa diventava sempre più controversa e un cospicuo numero di psicologi cristiani giunse alla conclusione che non funzionava – lui ha concentrato il suo messaggio meno sull’orientamento e più sul connettere le persone a Dio.
“Sy è stata davvero una delle persone più gentili che abbia mai conosciuto”, ha scritto il cofondatore di Hillsong Bobbie Houston su Instagram, venuto a conoscenza della morte di Rogers. “Esemplificando grazia, libertà e una passione nel benedire sempre gli altri. Ci mancherai, Sy. Hai corso la tua gara in modo perfetto, sempre dando onore al tuo Re Salvatore.”
L’evangelista Priscilla Shirer ha definito la sua morte “una grande perdita per la chiesa.”
Una lunga strada da cambiare
Rogers, nato nel dicembre del 1956, ha avuto un’infanzia traumatica. Era stato molestato da piccolissimo e sua madre morì in un’incidente in macchina quando avevo 4 anni. Suo padre l’aveva lasciato ai suoi parenti per un anno. Era stato bullizzato a scuola per i suoi modi effeminati ed era stato pervaso dalla vergogna quando si è visto attratto dai membri dello stesso sesso.
Rogers si era arruolato nella Marina nel 1973 ed era stato assegnato a Honolulu. Stando al suo racconto, è diventato attivo nella “scena gay”, passando le serate nei locali della città e nelle discoteche, lavorando anche sui marciapiedi come prostituto.
“Gli uomini mi trovano giovane e carino”, ha ricordato più tardi. “Facevo l’amore con loro perché mi procurava piacere e fingevo di essere amato. I pochi soldi che facevo erano la ciliegina sulla torta.”
Rogers frequentava di tanto in tanto la Metropolitan Community Church dell’isola che al tempo era chiamata “la chiesa gay”, poiché la denominazione – fondata nel 1968 – aveva approvato le identità LGBT e benedetto le relazioni tra persone dello stesso sesso. Rogers era la persona più indicata per la cerimonia di un matrimonio gay in chiesa ma ha ricordato più tardi che, sebbene gli piacesse l’idea di una religione che approvava la sua sessualità, non era particolarmente interessato a Dio o a Gesù.
Non era una questione di fede per Rogers. Qualcos’altro lo frenava.
“Sebbene credessi nel Dio della Bibbia, il creatore del cielo e della terra, e credessi in Gesù il redentore, credevo anche che Dio non amava le persone come me”, ha detto. “Mi chiedevo da dove m’avevano pigliato…”
Rogers aveva lasciato la Marina nel 1977 e si era trasferito a Washington. Aveva trovato un lavoro come operatore telefonico e aveva cominciato ad identificarsi come transgender. Aveva portato avanti la chirurgia di riassegnazione del sesso vivendo da donna per circa 18 mesi mentre faceva la terapia ormonale. Poi la coppia dello stesso sesso che si era sposata nelle Hawaii gli aveva scritto che “si erano lasciati alle spalle lo stile di vita e l’identità gay” perché erano diventati cristiani. Allo stesso tempo, Paul McHugh, l’allora primario di psichiatria al «Johns Hopkins», fece uno studio che dimostrava come il riassegnazione sessuale avesse un leggero impatto sul benessere psicologico. McHugh mise fine al programma e Rogers non si poté più sottoporre alla chirurgia che pensava l’avrebbe messo a posto.”
Il 23enne si diede alle Scritture. Lesse Isaia 1:18, dove Dio dice al profeta: “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.” Rogers cadde ai piedi del letto e gridò: “Dio, non posso cambiare quello che sono, ma vorrei essere cambiato. So che tu ne hai il potere. Fa’ di me l’uomo che vuoi!”
“Il mio bisogno era di avere un Salvatore, non soltanto una sessualità diversa”, dice Rogers. “In quell’incontro Dio non mi ha detto «Sii etero». Mi ha detto: «Cammina con me.».”
All’epoca, tuttavia, Rogers si concentrava su quello che credeva essere la trasformazione del suo orientamento sessuale attraverso una relazione più profonda con Dio e attraverso legami affettivi sani con gli uomini. Ha frequentato una chiesa «Assemblea di Dio» e ha conosciuto una donna di nome Karen. Hanno cominciato ad avere una relazione e due anni dopo si sono sposati. Rogers si è unito ad un gruppo di sostegno e ad un centro di consulenza chiamato «Eleutheros» (una parola greca che significa “nato libero”) che era sotto l’egida di «Exodus International», l’importante ministero ex gay.
Arriva ad essere responsabile del movimento ex gay
Negli anni ’80 Rogers arrivò ad essere responsabile del movimento ex gay. Divenne direttore di «Eleutheros» e di «Exodus International» dal 1988 al 1990. È stato ampiamente citato come un profondo esempio di come è possibile cambiare il proprio orientamento sessuale.
“Se vuoi rimanere gay, è affare tuo”, disse Rogers ad un cronista a Miami nel 1998. “Ma il succo è: puoi scegliere di vincere. Puoi cambiare.”
Rogers pensava che per ogni persona felice di essere omosessuale ce n’erano altre 10 che volevano essere etero. Quello stesso anno 4855 persone sono morte di HIV/AIDS, e un numero sproporzionato di loro erano uomini gay. Rogers diceva che un omosessuale potrebbe smettere di essere omosessuale, ma la trasformazione potrebbe impiegare anni e un sacco di sforzi. Ha stimato che l’80% dei riorientamenti avevano successo se erano davvero motivati e avevano un’esperienza religiosa di trasformazione.
Rogers aiutò a mondializzare il movimento ex gay nel 1991, quando si trasferì a Singapore e fondò «Choices», un ministero di una megachurch a Queenstown. «Choices» prometteva di aiutare le persone a “scoprire la vita al di là del controllo dell’omosessualità”. Rogers ha detto che “la libertà è quando sei capace di dire «No».” Ha anche continuato a lavorare con «Exodus», viaggiando in Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda.
Rogers smise di lavorare con «Exodus» nel ’97. L’anno dopo si trasferì in Nuova Zelanda e divenne un insegnante itinerante sul tema della sessualità distrutta.
Il movimento ex gay cominciò a vacillare dal 2000. Sorgevano sempre più domande serie su quanto la terapia riparativa funzionasse e preoccupazioni in merito alla crudeltà delle sue pratiche. Un cospicuo numero di responsabili abbandonarono il movimento e si scusarono.
“Ho sentito storia dopo storia di cambiamenti avvenuti nel momento in cui uomini e donne hanno trovato la grazia di Dio nelle loro vite mentre erano omosessuali”, ha detto un responsabile ex gay nel 2011. “Non ho mai conosciuto un uomo che abbia sperimentato un cambiamento da omosessuale a eterosessuale.”
«Exodus International» prese le distanze dalla terapia riparativa e chiuse i battenti nel 2013. Il presidente, Alan Chambers, chiese scusa per quello che l’organizzazione aveva fatto “tentando di imporre la sua volontà sulle promesse di Dio e dando giudizi su chi fosse degno del Suo regno.”
Un cambiamento dell’enfasi
Rogers non rinnegò gli insegnamenti del movimento ex gay, ma mutò la sua retorica e cambiò l’enfasi del suo modo di insegnare. Cominciò a parlare della sessualità distrutta più in generale, focalizzandosi su come le sensazioni e la vergogna ci separano da Dio. Disse che il suo obiettivo non era quello di insegnare un codice etico. Voleva aiutare le persone “a correre a Dio in qualunque momento e lasciare che la Sua opinione avesse la meglio su quella degli altri, anche sulla sua.”
Rogers ha continuato a testimoniare il suo cambiamento, ma diceva anche che se pensavano che la cosa più importante fosse l’orientamento sessuale, stavano mancando l’obiettivo.
“Il sangue di Gesù ci lava via il senso di colpa, non la nostra umanità”, disse all’uditorio di una chiesa nel 2014. “Dovete imparare a riconoscere che… Posso fare questa precisazione? La gente non va all’inferno perché è gay. C’è soltanto un motivo perché la gente va all’inferno. La gente va all’inferno quando non è riconciliata con Dio attraverso Cristo. Tutto il resto è un segno dell’essere uomini.”
Rogers ha servito come insegnante e pastore alla LIFE Church di Auckland (Nuova Zelanda), cominciando nel 2012 e continuando a viaggiare per il mondo con il suo ministero di insegnante. Dopo cinque anni di congedo, nel 2019 ha avuto un secondo attacco di cancro e lo stato di salute l’ha costretto a fermarsi dal viaggiare.
È morto nel Central Florida dove ha vissuto con la sua famiglia. Rogers ha lasciato la moglie Karen, la figlia Grace, il genero Steve e i nipotini di 8 e 4 anni.

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