LA STORIA INFINITA.

Proprio come leggevo questa mattina in un commento alla porzione di lettura settimanale della Torah…

Il Pentateuco non è una storia a lieto fine, anzi è  una storia senza fine.

Generalmente i libri finiscono quando finisce il racconto, in questo caso no.

In questo caso, finisce il libro ma non la storia! la narrazione prosegue in altri libri storici o profetici di altri autori.

Ciò forse per lasciare intendere che il seguito della vicenda va oltre la cronaca, si svolge in un’altra dimensione, Infatti Il nostro lieto fine è altrove, in una vita in divenire, proteso verso una evoluzione che parla di eternità.

In questo frangente il Signore ci è sembrato crudele con Mosè, troppo fermo nelle sue posizioni. In fondo Mosè aveva sempre obbedito alle disposizioni divine e pur sbagliando una volta non si sarebbe meritato una punizione così ferrea.

Giosuè condurrà avanti il popolo introducendolo nella terra dove scorre latte e miele.

Ma poi, perché non Mosè, non si era guadagnato un tale onore?

Ma come? dopo quarant’anni di fatiche per guidare il popolo di Israele, non approdare alla Terra Promessa. Insomma ai tempi di oggi diremmo “ una bella fregatura!”

Il commento alla lettura dice che la Torah non ha un lieto fine ed in effetti non c’è l’ha, com’è citato “ non è un racconto da : vissero tutti felici e contenti! Anzi in qualche modo questa storia non finisce proprio, cambia registro, il seguito lo sapremo in altre parti della scrittura.

Il relatore non lascia dubbi, la Torah o quello che per noi sono i primi cinque libri della Bibbia ( pentateuco ), non termina, non può terminare, poiché in ciò vi è l’essenza stessa della scrittura.

Essa ci proietta verso un luogo oltre il nostro tempo che solo Il Signore conosce per via della Sua onniscienza. Un luogo che l’uomo anela, un’altra terra promessa

Un tempo e un luogo al di là di materici confini, qualcosa in cui aver fede “ ora conoscete in parte, poi conoscerete a pieno, come siete stati anche perfettamente conosciuti “

Se la storia di Mosè avesse avuto un seguito “ storico “ la cronaca dei fatti ci avrebbe indotti a eventi naturali.

La Terra Promessa sarebbe stata unicamente una terra naturale, abbondante, ma naturale, una conquista come ne conosciamo tante, le spoglie di Mosè avrebbero avuto riposo in un luogo naturale, Giosuè sarebbe stato accompagnato da Mosè in una naturale successione… guidato, e custodito persino.

Ma il Signore così non volle, “ Perché il popolo conosca che sono con Giosuè come sono stato con Mosè “. Un’investitura divina.

Questa storia ha un seguito certo, non vi è dubbio, ma in un altra dimensione. Essa ci introduce, non finendo, in un nuovo inizio di diversa natura.

I Cristiani aspettano il ritorno di Cristo, così come gli ebrei aspettano la venuta del Messia.

Loro hanno avuto un Dio che parlava apertamente, noi abbiamo avuto la Sua manifestazione nella quale poter credere. Per accedere alla Salvezza nostra Terra Promessa.

Quel Unico Dio che con promessa disse ad Abramo che sarebbe stato padre di molte nazioni.

Quel Dio che non da pace in terra, quantomeno non la pace che cerchiamo nel Suo amore. Non la ebbe Mosè, non la trovò Cristo. Non qui, non su questa terra.

Dio non fa promesse vane, e non fu vana la parola che disse: che nessun uomo della generazione che uscì dall’Egitto sarebbe arrivato in Canaan.

Ecco che forse Mosè fu l’ultimo uomo a morire di quella generazione non senza essere stato gratificato da una visione eccezionale dal monte Nebo.

Come dire: guarda, c’è un futuro, ma per te non è di questa terra, non di questa vita.

Non ci arriverai camminando, non attraversando il fiume ma solo con fede.

In questo ti ho aiutato dandoti una visione, Mosè vide il luogo del suo riposo grazie ad una  vista eccezionale improbabile alla sua età. Una vista che guardava ben oltre la terra al quale il popolo era destinato.

Quella stessa visione che noi cristiani abbiamo in Gesù. Visione e conoscenza senza la quale nessun luogo, al di là della fine della nostra storia, sarà raggiungibile.

Gv 10:9 Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura.

copyright©francescoblaganò 10/2020


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