Anch’io ero cattolico

Dove si nasce, con chi si nasce e dove ti trovi ha una sua grande importanza. La famiglia, il paese, la cultura, l’educazione ricevuta ma soprattutto la religione, o meglio ancora la fede, sarà quella che più inciderà nel tuo cuore. L’essere umano è una creatura con una capacità intellettiva grandiosa, eppure senza Dio è solo uno stolto. Potrà essere la persona più intelligente del pianeta, ma senza Dio rimarrà sempre uno stolto. Non dare spazio a Dio nel nostro cuore, nella nostra mente e nei nostri pensieri, ci fa essere persone miserabile e spesso crudeli del pianeta. C’è da dire che nessuno è nato con una fede particolare, e nessuno sarebbe capace di distinguere la minima cosa nel regno spirituale, se Dio non gli concedesse la Sua grazia. Per questo che è molto importante dove si nasce, ma soprattutto che eredità spirituale possiedi. Mosè, Davide, Giuseppe, Daniele, Isacco, Abramo ecc., tutti questi grandi uomini di Dio, sarebbero stati “nulla” senza il volere di Dio. Forse sarebbero stati anche uomini malvagi e crudeli e non uomini di fede e di preghiera. Vedisi l’apostolo Paolo per esempio, cosa sarebbe stato senza l’intervento di Gesù sulla via di Damasco? Solo un persecutore assassino dei Cristiani. Perciò, nessuno si vanti con il suo fratello o amico o il suo prossimo che abbia ricevuto qualcosa per merito, ma è solo per grazia, e per la stessa grazia cerchiamo di essere umile gli uni verso gli altri, affinché il Signore non ci toglie quello che pensiamo di avere ottenuto per un “giusto” merito.

Nessuno può capire un fumatore che vuole smettere di fumare, meglio di uno che un tempo era anch’egli fumatore. Nessuno può capire un drogato che vuole lasciare la droga, meglio di colui che un tempo si drogava. Nessuno può capire un peccatore che vive nel peccato qual’è la sua sorte, meglio di un peccatore salvato per grazia da Dio. Come nessuno potrà capire un cattolico meglio di chi un tempo era cattolico. Se Dio non interviene nella mente, nel cuore di un cattolico dal cuore duro, nessuno di noi potrà farci niente. Solo se mostriamo umiltà e una buona testimonianza il Signore ci potrà usare, altrimenti siamo squalificati e non reputati degni di un tal servizio. E il cuore di quella persona diventerà più duro di prima. Le verità vanno dette con amore e con grazia, non con arroganza e presunzione.

Io sono nato in una famiglia cattolica, di discendenza cattolica non so da quante generazioni. Non che fossimo dei credenti praticanti, ma avevamo (e hanno, purtroppo i miei familiari sono rimasti cattolici) l’appellativo di cristiani Cattolici Romani. Benché non sanno quante volte il gallo abbia cantato prima che Pietro rinnegasse Gesù.

In pratica io non ho mai avuto una educazione cristiana, hanno imposto su di me qualche sacramento cattolico, come il battesimo da piccolo e la prima comunione. Non feci neanche la cresima, tanto nessuno capiva cos’era, e per questo che parte della mia vita la spesi nei piaceri e nel peccato, nelle dissolutezze, nelle immoralità e nei vizi.

Ero troppo ignorante in religione e non capivo nessuna differenza di alcun genere. Questo mi portò ad essere scaramantico e superstizioso, ma soprattutto avevo paura del diavolo e dei demoni. Erano argomenti che schivavo da subito, non mi interessavano questi tipi di discorsi, mi veniva la pelle d’oca solo parlarne. Avevo il mio portafogli pieno di figurine di santi e madonne, ero pieno di crocifissi, talismani e portafortuna. Tutto quello che poteva essere utile per tener lontano da me gli spiriti maligni era buono. Quando compravo una macchina nuova andavo a Pompei e la facevo benedire, anche se poi se la rubavano lo stesso. Tutta la mia famiglia e io compreso, più che cattolici eravamo dei creduloni. Io fino a che non andai in America non sapevo che esistevano altre religioni, sapevo dei Testimoni di Geova perché mia madre mise un avviso sulla porta: ”Per i Testimoni di Geova, non bussate, siamo cattolici”. Non avevo mai aperto una Bibbia, anzi, non sapevo nemmeno com’era fatta, eppure vivevo a 100 metri da una chiesa cattolica.

Benché ero schiavo della superstizione e della scaramanzia, più che cercare i santi e le madonne io chiedevo l’aiuto di Dio, e a Lui attribuivo tutti i miei successi personali e lavorativi. Questo accadeva circa circa 25 anni fa: in quel tempo non c’era il Web che ti informava di tante denominazioni e tante religioni. Credevo che al mondo esisteva solo la chiesa cattolica e basta.

Dopo qualche anno sposati, io e mia moglie con nostro figlio di un anno e mezzo, andammo in giro per l’Europa e ci fermammo i vari luoghi, tra cui anche i luoghi “cosiddetti sacri”, come Lourdes in Francia, Fatima in Portogallo, la cattedrale di Saragozza in Spagna, ecc. Da ragazzo una volta feci un voto ad una madonna e mi feci 20 km a piedi. Io non credevo con la mia mente, ma credevo con la mente degli altri, io non ragionavo sulle cose religiose, lasciavo ragionare gli altri. Io facevo alcune cose perché gli altri mi dicevano che erano buone cose a farsi. Per me tutto quello che un qualsiasi ecclesiastico diceva, per me era giusto e indiscutibile. Non avevo la minima idea di contrastarlo in quando non sapevo neppure com’era fatto il Vangelo. Però una cosa che non sopportavo era il rosario. Una volta partimmo da Napoli per Milano e nel mio vagone di 6 persone c’era una donna che incominciò il suo rosario nel momento che il treno parti, eravamo a Napoli e lo finì a Roma: due ore di treno, due ore di rosario. Io guardavo questa donna che più che parlare mormorava, non mi fece un buona impressione perché vedevo solo una forma di schiavitù. Bisbigliava e contava le palline della corona. Questa fu un’esperienza che trovai nauseante, ma non solo io, anche la signora stessa che recitava il rosario. Infatti quando fini, sbuffando disse: “Ah, finalmente ho finito, scusatemi ma era un mio dovere…!?!”.

Un giorno andai a lavorare in un appartamento nel rione Sanità a Napoli, il quartiere di Totò, e vidi al suolo fra tante carte da parati stracciate dai muri, la foto di un “volto santo” di Gesù. Me lo presi, lo pulì per bene e me lo portai a casa. Gli misi una cornice e lo appesi sulla porta della mia cameretta, e dissi: “Tu sei il mio Dio”. Così feci, per anni quando avevo bisogno di qualcosa mi rivolgevo alla fotografia che rappresentava il Cristo. Lo pregavo anche per cose inutili e mondane.

Anni dopo avvenne un qualcosa che scombussolò la mia vita spirituale. Ero con mia moglie mentre vedevamo la TV quando alla RAI fecero vedere un uomo che si rotolava nel suo letto, soffriva e cacciava sangue dal suo corpo, senza che nessuno lo toccasse. Lui diceva che stava subendo le frustate come Cristo le subì e voleva provare lo stesso dolore. Fu un qualcosa che mi scosse, perché parlarono anche di possessioni demoniache. Chiudemmo la tv e andammo a letto, ma i miei pensieri non si discostarono da quelle immagini. Da quel giorno vissi con molta angustia e nella paura che il diavolo poteva possedermi. Pensavo: “Se l’ha fatto con una persona lo può fare con chiunque?” E se lo avrebbe fatto a me, ero preoccupato che potevo fare del male a qualcuno. Questo pensiero, benché non era costante, non mi abbandonò quasi mai. A volte avevo paura di andare in bagno da solo, era come se lo sentivo dietro di me.

Ma tutte le cose cooperano al bene per quelli che temono Dio. Infatti nei momenti più bui chiamavo il Signore e, adesso fra mille cose si aggiunse anche la paura del diavolo; fu allora che decisi di andare nel mio salone di casa e per la prima volta mi inginocchiai e dissi “Signore perdonami”. Due parole sincere. Nemmeno finii di esprimere i miei pensieri, le mie paure che fui invaso da un benessere incredibile, una pace mai sentita fino allora. Il mio corpo tremava tutto e benché avessi gli occhi chiusi vidi come una luce che si illuminava sempre di più. Non so quando tempo stetti in quella posizione, ma so che quando mi alzai ero diverso. Avevo una gioia incredibile e successe un gran miracolo: adesso non avevo paura del diavolo, ma temevo Dio, si mi spaventava il pensiero di incontrarlo come giudice e non come Salvatore. Anche se so che Egli non mi lascia e non mi abbandona mai.

Da quel giorno sono passati tanti anni e il mio amore per Gesù non è mai stato di meno, ma sempre superiore benché sono stato duramente colpito. La sapienza di Dio incominciava a farsi spazio e la Sua luce dissipava sempre di più le tenebre e l’ignoranza che era in me. Oggi se conosco qualche piccola cosa, il merito è tutto di Cristo Gesù e non mio. Io sarei morto ignorante e senza conoscenza di niente se Dio non mi avrebbe salvato.

Perciò io so quello che pensano e provano i cattolici e non è facile aprirgli gli occhi se hanno il cuore indurito dall’orgoglio e dai pregiudizi. Anche le cose che noi reputiamo semplici, per loro sono difficili da comprendere in quando non si tratta di cose naturali o carnali, ma di cose spirituali, cose del cielo; se non si abbasseranno, se non diventeranno umili, saranno sempre comandati da un sistema che non proviene da Dio, ma dal diavolo, benché si parli di amore, pace e carità, ma sotto a quelle spoglie di pecore si nascondono dei lupi infernali. Se Dio non rimuove la benda sui loro occhi, come l’ha rimossa a me e su molti altri ex cattolici, nessuno potrà farci niente. Se lo Spirito Santo trova opposizione, figuriamoci noi. Molti cattolici sono ingannati dal sistema diabolico ma, molti, troppi non hanno voglia di conoscere appieno la verità e il Signore stesso. Fingono o credono in una religione morta e putrefatta. Se vorrebbero sapessero il pericolo che corrono, se vorrebbero essere veramente salvati basterebbe alzare lo sguardo verso Colui che morì su quell’infame Croce e chiedere perdono, e Dio gli schiarirebbe la via della verità. Noi comunque, siamo chiamati solo ad esporre la verità con pazienza e costanza e a pregare per loro, affinché possano trovare quello che anche noi abbiamo trovato in Cristo Gesù, cioè: la salvezza eterna.

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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