Catania: Violentavano bambini di meno di 10 anni e caricavano i filmati sul “deep web”

indexL’operazione della Polizia Postale ha permesso di arrestare quattro persone: si tratta di una delle prime indagini approfondite nel mondo del “web invisibile”. Le quattro persone sono state arrestate in un’operazione antipedofilia coordinata dalla Procura di Catania e condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, al termine di un’indagine sul “deep web”. Secondo le indagini, coordinate da Marcello La Bella, un gruppo di pedofili avrebbe costretto numerosi minori di età inferiore ai 10 anni, a subire violenze sessuali di ogni tipo. Vere e proprie torture documentate attraverso filmati poi condivisi nel cosiddetto deep web, ovvero il lato remoto del web non accessibile attraverso i normali motori di ricerca. Sono quattro le persone arrestate, tutte accusate a vario titolo di produzione, commercio, divulgazione e detenzione di materiale pedo-pornografico, oltre che di abuso su minori. L’operazione, una delle prime in Italia che ha colpito il “mondo parallelo” di internet, ha permesso di identificare due dei bambini protagonisti dei filmati pedopornografici.

Il dossier sulla pedofilia condotto dall’associazione Meter rivela che sono oltre 28mila i siti attivi nel deep web. Meter  un associazione che combatte la pedofilia, segnala che sarebbero 28.024 i siti e i riferimenti pedofili e pedopornografici attivi nei primi 5 mesi del 2013 sul “deep web” – ovvero il “web invisibile” – nuova frontiera dei reati on line per la prima volta denunciata dall’Osmocop (Osservatorio mondiale contro la pedofilia) dell’associazione fondata da don Fortunato Di Noto. Il dato è stato reso noto stamattina, dopo l’operazione della Polizia Postale di Catania che ha arrestato 4 persone e individuato 2 bambini vittime di abusi. “Dobbiamo sollecitare, con le dovute cautele -dice don Di Noto – che il data base dell’Interpol con i volti dei bambini, circa 600.000, estrapolati dai sequestri del materiale pedopornografico siano resi maggiormente utilizzabili dalla parti offese, dai magistrati, e se necessario rendere pubbliche alcune foto di bambini in pericolo. Fino a quando le forze investigative e nuove norme giuridiche -conclude il prete- non favoriranno l’individuazione delle centinaia di migliaia di bambini coinvolti nel mondo della pedofilia, della pedopornografia, il lavoro di contrasto diventerà sempre più complesso e difficile”.

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