Che grande miracolo di Dio! La più bella corale cristiana del mondo.

Sannan era famoso in Tailandia. Molti lo stimavano e apprezzavano le sue canzoni. Come cantante si spostava di tempio in tempio, guadagnandosi la vita con le sue canzoni. Era all’inizio di una grande carriera, in quanto era arrivato ad essere considerato uno dei migliori cantanti della nazione. Ma ad un certo punto, il mondo gli crollò addosso. Si accorse di essere malato, ma non si trattava di una semplice influenza. Aveva la più terribile malattia che un tailandese possa immaginarsi: la lebbra. Durante la stadio iniziale di quella subdola malattia infettiva, gli fu tuttavia possibile continuare a cantare. Purtroppo, il suo stato peggiorava continuamente. Il suo male cominciò a diventare visibile. Non era più possibile pensare ad ulteriori apparizioni in pubblico.

I capelli cominciarono a cadere e su tutto il corpo si aprirono delle ferite, il naso cominciò a putrefarsi, si formarono ascessi purulenti e maleodoranti, paralisi e mutilazioni cominciarono a colpire le braccia e le gambe. Sannan fu scacciato dal villaggio e fu relegato in periferia, dove i cani randagi si riunivano alla ricerca di resti di cibo. Anche Sunnan viveva come loro. I cani lo accettarono come un loro simile, e qualche volta uno di loro si avvicinava a leccargli le ferite orribilmente infette e doloranti. I bambini erano gli unici che di tanto in tanto gli portavano qualcosa da mangiare. Sannan riusciva a masticare ormai a fatica; col tempo non poté più camminare: giaceva semplicemente nella polvere in compagnia dei cani. Era diventato proprio come Lazzaro: ” … perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.” (Luca 16:21) Ma Sannan, sempre più malato e più debole, con la sua presenza pesava sulla coscienza di tutto il villaggio. Gli abitanti non volevano che si raccontasse in giro che avevano assistito, senza intervenire, alla morte lenta e atroce di colui che una volta era stato il cantante più famoso di tutta la nazione. “Perché non lo portiamo a Manorom?” chiese infine qualcuno. “Sì, lo porteremo in ospedale. Sannan non merita di morire nella polvere, in mezzo ai cani.” Lo caricarono su un furgone, uno spettacolo sconvolgente si presentò agli occhi del personale dell’ospedale cristiano di Manorom, nella Tailandia centrale. Sulla superfice di carico del furgone, su un mucchio di luridi stracci, era raggomitolato Sann, ormai moribondo. Era giunto allo stato finale dell’infezione: il viso era completamente devastato, dappertutto aveva ferite purulente, e la schiena era tutta piagata, poiché era stato steso giorno e notte nella polvere senza potersi muovere. Il suo corpo era talmente divorato dalla lebbra che Sannan era diventato orribile. Nessuno dei medici presenti avrebbe scommesso un soldo sulla vita di quell’uomo. Ma Sannan non morì.

Da allora sono passati soltanto due anni, ed è straordinario vedere Sannan oggi. Certo, al cantante quarantottenne sono stati amputati entrambi gli arti inferiori all’altezza del ginocchio e non è più stato possibile salvargli le mani. Però si è riusciti a fermare il decorso della malattia. La chirurgia plastica ha ridonato al suo viso una certa armonia, sebbene le tracce della lebbra non potranno più essere completamente rimosse. Le cicatrici sono ancora molto evidenti. Un intervento chirurgico ha permesso di impiantare una specie di pinza al posto delle mani, in modo che Sannan possa afferrare o trasportare qualche oggetto. Ma la trasformazione più grande è quella che è avvenuta nel cuore di Sannan. Nonostante la sua malattia, nonostante le vaste mutilazioni del corpo, Sannan è un uomo felice, un uomo che sta bene. È commovente constatare la sua fede nell’Iddio vivente rivelatosi in Gesù Cristo, e vedere come ogni giorno riceveva la forza per continuare a vivere. Durante il corso delle cure prestategli all’ospedale di Manorom, Sannan ha sentito parlare dell’evangelo e ha accettato la meravigliosa offerta di Dio. Quando entriamo nella stanza, vediamo che il suo volto irradia grande gioia. Prende la Bibbia, sfogliandola con il moncherino del braccio, e si ferma a Giovanni 3:16: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.” E stato proprio questo messaggio a colpire Sannan ed egli adesso lo trasmesse agli altri, con tutte le possibilità che gli sono rimaste. Arrivata la sera, siamo invitati ad andare al terzo piano, nel reparto lebbrosi. Quello che vediamo colpisce nel profondo del cuore. I lebbrosi, in parte adolescenti, con dei visi devastati, le dita mutilate, le gambe amputate, escono dalle loro stanze camminando con l’aiuto di grucce o sulle sedie a rotelle, e si riuniscono nel corridoio. Tra di loro c’è anche Sannan. Cosa vogliono fare? La bella voce di Sannan è stata risparmiata dalla lebbra. Invece di pellegrinare di tempio in tempio e cantare in onore di Budda, Sannan canta le lodi a Gesù. Egli è il direttore di una piccola corale di lebbrosi! Sannan si siede e apre l’innario. Poi intona una nota e gli altri lo seguono. Certamente, al mondo esistono coristi migliori, ma quello che si ascolta nel reparto lebbrosi di un ospedale della Tailandia centrale, è di una bellezza celestiale. Quei volti deturpati e spesso ridotti a delle maschere, irradiano una pace che è soltanto di coloro che non hanno più niente da perdere, ma al contrario hanno guadagnato qualcosa di meraviglioso.

Per tenere il tempo, Sannan batte il ritmo sul tavolo con il moncone del braccio, non timidamente, ma con grande enfasi, tanto che si sente in tutto il corridoio e penetra nel cuore di chi ascolta. Ma non gli farà male? Sannan sembrava aver indovinato la domanda. Un sorriso gli illumina il volto, e come risposta batte ancora più forte sul legno, e canta del Suo Salvatore ancora più interessante. Sannan, il tailandese, una volta giaceva nella polvere insieme ai cani, aspettando la morte. Due anni dopo, è un uomo pieno di gioia. È davvero nato di nuovo. Per Sannan i monconi sono come nuove braccia e nuove gambe, la parte rimastagli del naso per lui è come un naso nuovo. La vita gli è stata donata una seconda volta e Sannan sa anche chi è l’artecife di questo miracolo: è Gesù Cristo. La sua grazia lo ha salvato. Questo è ciò che egli comunica con le sue canzoni e con tutto il suo essere. Il suo corpo è disfatto, ma il cuore arde di gioia per la vita e di amore per Gesù Cristo, che dice a tutti: “Io sono via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:16).

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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