“Chiudi la preghiera con: Padre! Sia fatta la Tua volontà”.

Quando ero in attesa del mio secondo figlio, verso la fine del nono mese di gravidanza, mi recai in ospedale perché avevo notato che la mia pancia aveva una forma strana, quasi squadrata, scoprendo così che avevo tante aderenze e che il bambino stava chiuso come in una morsa. Gioele, il futuro nascituro, nell’ultimo mese non era cresciuto, non aveva preso peso, era in sofferenza e il dottore predispose un parto d’urgenza. Purtroppo, il piccolo venne al mondo con gravissimi problemi respiratori, tanto che, al momento della nascita, non pianse. Nacque bianchissimo come un lenzuolo e non respirava.

Fu portato a mia insaputa subito in terapia intensiva. Nonostante non mi avessero detto nulla al riguardo, mi accorsi che c’era qualcosa che non andava. Anche l’atteggiamento di mio marito e di mia madre mi avevano fatto dubitare visto che, all’uscita della sala operatoria, non erano venuti a sincerarsi del mio stato di salute. Arrivai alla conclusione che al mio piccolo Gioele era successo qualcosa. Solo in un secondo momento, seppi che era stato ricoverato in terapia intensiva e che i dottori avevano detto a mio marito che il bambino non avrebbe superato la notte a causa di una grave carenza di ossigeno.

Inoltre, riferirono che, se fosse sopravvissuto per miracolo, sarebbe rimasto attaccato ai dei macchinari per tutta la vita. Per vedere mio figlio dovevo raccogliere tutte le mie forze e raggiungere l’ultimo piano dove era ubicata la terapia intensiva per allattarlo, ma i medici non erano d’accordo con questo mio atteggiamento perchè non davano neanche un briciolo di speranza di vita a Gioele, al punto che uno dei dottore mi disse: “Signora io vi consiglio di prendere le pillole per fermare il latte, tanto voi non lo allatterete più perché è grave e non ha senso avere del latte senza poterlo dare, anzi vi potrebbe portare soltanto complicazioni e febbre alta”. Quella pillola, contro il suo parere, non l’ho mai presa, anzi pregavo affinchè il mio latte diventasse medicina per il mio bambino. Dicevo: “Signore benedici questo latte e fa che questo latte divenga nel suo corpo la medicina che lo cura e lo guarisce”.

Passarono i giorni e Gioele aveva superato la notte, ma la sua situazione restava critica. Un giorno in cui andai a trovare il mio bambino, lo trovai in arresto cardiaco. Fu per me un duro colpo e presa da ansia e paura, cominciai a piangere ininterrottamente, tanto che una signora mi accompagnò in camera perché mi vedeva disorientata sia per il dolore che per tutta la situazione difficile. Entrando in camera trovai mia madre che voleva sapere cosa fosse successo, ma io le chiesi di lasciarmi sola, perché avevo bisogno di pregare e sfogarmi con il Signore. In camera mi guardavano tutti con aria di compassione e a volte li sentivo darmi della “poverina”. Cominciai a pregare il Signore con tutte le mie forze e Gli dicevo: “Gesù salva la vita di Gioele… Gesù salva la vita di Gioele, il mio bambino”. Cominciai a ripeterlo sempre – “Signore salva la vita di Gioele” – Non chiedevo altro.

Poi, improvvisamente, la mia preghiera cambiò e dicevo: “Signore, se tu Salverai Gioele, io lo donerò a Te. Se mi darai indietro il mio bambino, io lo donerò a Te come fece Anna. Amerò il bambino, lo alleverò, lo crescerò e Lo darò a te quando tu me lo chiederai. Fanne quello che vuoi. Quando sarà maturo prendilo per qualsiasi servizio, è Tuo. Lo vorrai come pastore, missionario… qualsiasi cosa Tu mi dirai io non sarò d’ostacolo per lui, ma ti prego salva il bambino!”. Mentre io consacravo Gioele a Dio, sentì una voce forte nel mio cuore, era la voce dello Spirito Santo che mi diceva: “Chiudi la preghiera con: Padre! Sia fatta la Tua volontà”. Risposi: “Signore non posso, perché se chiudo la preghiera come Tu mi chiedi di fare e ti prenderai Gioele, io non so se lo accetterò”. Continuai la preghiera a Dio offrendogli mio figlio Gioele dove Lui voleva servirsene, ma per la seconda volta Lo Spirito Santo mi disse: “Chiudi la preghiera con: Padre! Sia fatta la Tua volontà”. E io per la seconda volta gli risposi di nuovo allo stesso modo, continuando ad implorarLo a a chiedere aiuto. Per la terza volta la voce dello Spirito Santo mi disse la stessa cosa: “Chiudi la preghiera con: Padre! Sia fatta la Tua volontà”. A quel punto, con un filo di voce dissi:
“Padre! Sia fatta la Tua volontà”.
In quel preciso istante, squillò il telefono della mia camera, era mio zio che lavorava in quell’ospedale. Disse a mia madre: “Dì a Marianna che Gioele è salvo, è fuori pericolo. In quel momento alzai gli occhi al cielo e dissi “Signore tu sei grande, sei potente e meraviglioso, grazie mio Signore!”. Consacrai Gioele al Signore. Ora ha 15 anni ed è un ragazzo normalissimo e so che il Signore ha un progetto per lui. Dio ci benedica Signore Gesù. Grazie!
Marianna Poerio
Ferrentino Francesco La Manna
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