Ci sono ancora Apostoli servitori di Cristo e degli ultimi?

Ieri sera ho guardato un gran bel film cristiano: “Paolo apostolo di Gesù Cristo”. Questo film racconta le atroci sofferenze che dovettero subire i seguaci della Via ai tempi dell’imperatore romano Nerone. I cristiani, all’epoca, erano visti anche come responsabili delle calamità che colpivano Roma e l’intero impero romano; e come punizione, venivano uccisi con diverse crudeli modalità: crocifissi, decapitati, impalati e incendiati come torce per illuminare le strade, o usati per i giochi con le bestie feroci nel Colosseo e nel circo.

Nonostante il film presentasse come focus centrare i momenti difficili che dovettero attraversare i nostri fratelli, quello che, però, ha rapito la mia attenzione e mi ha portato alla riflessione, è stato constatare la vera immagine dell’apostolo di allora, del discepolo di Cristo di quei tempi, sofferente, umiliato, isolato, emarginato, perseguitato, maltrattato, ucciso; insomma, l’immagine di Cristo. Naturalmente, nella mia mente è sorto un paragone tra il cristianesimo di allora ed il cristianesimo dei giorni nostri, tra gli apostoli di allora e i discepoli occidentali di oggi. E, nel mio piccolo, ho trovato differenze davvero sostanziali.

Gesù disse ai suoi discepoli: “chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo”.

Ora, senza voler accusare nessuno, ma se metto a confronto queste parole del Signore con quella che è la realtà che caratterizza l’atteggiamento di molti credenti di oggi, (tolta qualche eccezione) faccio fatica a vedere ministri o semplici credenti che rispecchiano appieno la vera immagine dei discepoli di quei tempi. Ciò che vedo oggi è tutto il contrario: ministri e credenti che vogliono primeggiare, che amano mettersi continuamente in mostra e apparire, che amano ostentare la loro grandezza e la loro conoscenza, che bramano essere onorati e riconosciuti dagli altri.

Allora, notando questa realtà presente nel nostro mezzo, la domanda nasce spontanea:
“Stiamo seguendo la strada giusta, la strada maestra, la strada indicata da Gesù Cristo? O stiamo andando controsenso? Esistono credenti che vogliono essere letteralmente servi degli altri?” Beh, io qualche dubbio ce l’ho!

«Fatevi servi!». È esplicito il comando di Gesù. Egli ci chiama ad essere ultimi per essere veri servi degli altri.

Ma forse lo scandalo e la paura di vivere una vita mediocre, il fatto che seguire il Vangelo non costituisca titolo di privilegio, il rivendicare un certo primo posto, queste sono le insidie che ci ostacolano nell’essere «veri servi degli altri».

Non abbiamo ancora compreso che non siamo chiamati ad essere grandi, ma servi. Però, per chi vuol essere “grande” bisogna che prima si faccia piccolo. Il vero leader, infatti, prima di essere leader, è un servo degli altri. Proprio come il nostro amato Signore Gesù.

Quando capiremo questo, potremo adempiere quella che è la chiamata di Dio per ognuno di noi. Essere servi degli altri.

Alessio Sibilla


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