Una partita di calcio dura 90 minuti, un film finisce quando esce la parola “fine”, una incontro di pugilato finisce quando l’avversario va a tappeto, o dopo tot raoud, la vita finisce con la morte, la vita ha inizio con la nascita. Insomma tutto a un inizio e una fine, ma ci sono certe cose che sembrano durare in eterno. La Pasqua, per esempio durerà fin quando il mondo esisterà o ci sarà una fine? Ogni anno c’è una Natale e una Pasqua. Ogni anno Gesù nasce muore e risorge, ma è proprio così? Quando ebbe inizio la Pasqua?
LA PASQUA EBRAICA
Quando gli Israeliti, erano schiavi degli Egiziani nelle terre d’Egitto, e quando dopo 400 anni e più di sofferenza e schiavitù, il popolo gridò di nuovo all’Eterno che non è mai sordo al grido del cuore degli uomini fatto con sincerità.
Il SIGNORE disse: “Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni. Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele” (Esodo 3:7-8).
Dio mandò un liberatore, uomo di nome Mosè, che portò fuori dall’Egitto il Suo popolo fino a farlo raggiungere la terra promessa, non con poche difficoltà. Ma senza deviare troppo il discorso, Dio la notte prima che il Suo popolo si accingesse ad uscire dall’Egitto, comandò quello che il popolo doveva fare:
Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne nel paese d’Egitto, dicendo: “Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il decimo giorno di questo mese, ognuno prenda un agnello per famiglia, un agnello per casa; se la casa è troppo poco numerosa per un agnello, se ne prenda uno in comune con il vicino di casa più prossimo, tenendo conto del numero delle persone. Voi conterete ogni persona secondo quello che può mangiare dell’agnello. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto. Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d’Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto. Poi si prenda del sangue d’agnello e lo si metta sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove lo si mangerà. Se ne mangi la carne in quella notte; la si mangi arrostita al fuoco, con pane azzimo e con erbe amare. Non mangiatelo poco cotto o lessato nell’acqua, ma sia arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le interiora. Non lasciatene avanzo alcuno fino alla mattina. Quello che sarà rimasto fino alla mattina, bruciatelo con il fuoco. Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua del SIGNORE.
Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. Io sono il SIGNORE. Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto” (Esodo 12:1-12).
Questa Pasqua “Ebraica” aveva l’unico scopo di preannunciare miglia di anni prima la passione del Cristo Crocifisso. L’Agnello senza difetto, giovane figura del Messia promesso, dell’Unto Perfetto. Il sangue sulle travi di legno, che rammendano quelle della croce. L’Angelo della morte, cioè Dio stesso che gli bastava vedere solo il “sangue” sugli stipiti e l’architrave, cioè sulla porta d’accesso della casa, figura del cuore umano. Se abbiamo accettato Gesù nella nostra vita, se gli abbiamo aperto il nostro cuore, la morte non avrà più il potere su di noi, perché siamo stati non spruzzati dal sangue di animali. Ma lavati dal prezioso sangue di Cristo Gesù, lavati purificati e fatti nuovi, come se non avessimo mai peccato. Gloria a Dio!
Dio non guarda se all’interno della casa, c’è qualcosa che non gli piace, Lui sa che non c’è niente di buono nell’essere umano, ma gli basta vedere se abbiamo ubbidito mettendo il sangue “Prezioso” sulla porta, ossia sul nostro cuore come segno di obbedienza e consacrazione a Colui che “E'” Degno di ogni lode. Dio guarda non a l’aspetto esteriore dell’uomo per poterlo salvare, non gli interessa la tua saggezza, la tua bravura, il tuo parlare condito, no. Non gli interessa nemmeno se conosci la Sua Parola dalla prima a l’ultima pagina, tutti i cantici a memoria, non gli interessa il tuo successo, la tua cultura e intelligenza. Non gli interessa nemmeno dei tuoi soldi, delle tue opere meritorie che fai, neanche se faresti la carità a tutto il mondo non gli saresti gradito. Il Signore vuole te, te e il tuo cuore arrendevole e piegato a Lui, con uno spirito rotto, umiliato davanti alla Sua presenza. Israele, quella notte era un popolo che aveva molto sofferto, e si era umiliato davanti al Suo Dio. Fece quello che il Signore gli ordinò ed ebbero salve le loro vite. Perché il Signore è fedele.
Quando Gesù apparì sulla scena di questo mondo e, offri se stesso immolandosi su quella croce al Calvario, adempì a quella che era la vera Pasqua, sì Gesù Cristo si è fatto Agnello Pasquale per la salvezza non di un popolo, ma del mondo intero. Portò a compimento quello che da quel momento ogni uomo poteva e può afferrare con la mano della fede, cioè la Grazia di Dio.
La parola ebraica “Pesach”. La Pasqua ebraica indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto all’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Quando Gesù volontariamente si è dato al posto nostro come “maledizione sul legno di croce”, ha aperto un’altra via, la via verso una promessa eterna, e cioè portarci in cielo con Lui. Questo era, ed è il vero significato della “Pasqua”, e del piano meraviglioso e glorioso di Dio. Salvare l’umanità, portarla a salvezza eterna.
“E’ compiuto!” disse Gesù (Giovanni 19:30).
Oramai la Pasqua non aveva più senso, la morte e la risurrezione di Gesù mise fine ad ogni genere di festività.
LA PASQUA CATTOLICA
La Pasqua cattolica oltre ad avere lo stramerito dei business mondiale, fra feste colombe, uova, conigli di cioccolata, pasquetta, processioni, feste fuochi d’artificio e tante altre belle cose che propone la chiesa cattolica, commetta anche una grande mancanza di rispetto, se non addirittura una bestemmia verso Gesù, che lo fa nascere morire e e risorge ogni anno.
Ma la bibbia ci dice invece: “Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse”:
“Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, vengo” (nel rotolo del libro è scritto di me) “per fare, o Dio, la tua volontà”.
Dopo aver detto:
“Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato” (che sono offerti secondo la legge), aggiunge poi:
“Ecco, vengo per fare la tua volontà.
Così, egli abolisce il primo per stabilire il secondo. In virtù di questa “volontà” noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre. Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati, Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. Infatti con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati” (Ebrei 10:5-14).
Il sacrificio di Gesù annulla la “Pesach ebraica”, e da quando Lo Spirito Santo discese a Pentecoste, non si è mai più celebrata la “Pesach”.
Ne si fa menzione in tutto il libro degli Atti, ne negli altri libri ispirati da Paolo, Pietro, Giovanni, Giuda ed altri scrittori.
Solo più tardi verso secoli e secoli venne ripristinata questa “funzione religiosa” dai Cattolici Romani! E hanno portarono più confusione e idolatria in una popolazione sempre più confusa e smarrita, ma non priva di colpe personali, “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Osea 4:6).
Ferrentino La Manna Francesco | Notiziecristiane.com
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