È UNA TUA ATTITUDINE DIRE “GRAZIE”?

Ci sono persone che, pur essendo molto provate dalla vita, mantengono ugualmente un atteggiamento di gioia e ringraziamento. Altre invece, pur avendo e vivendo tante cose positive, si lamentano in continuazione.

Prendiamo l’esempio del popolo d’Israele. In Egitto erano ridotti in schiavitù, maltrattati e sfruttati. Vengono poi liberati in modo miracoloso, il mare si divide consentendo il loro passaggio, nel deserto sono nutriti grazie alla manna… eppure si lamentano perché vorrebbero mangiare carne. Dimenticano l’oppressione subita per ricordarsi soltanto delle cose positive che avevano in Egitto: “Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo a volontà, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio.” (Numeri 11:5). Ecco che una sciocchezza, come la mancanza di varietà di cibo nel deserto, fa sì che Israele provi nostalgia per quel periodo di schiavitù.

Un esempio opposto ci viene dato dall’apostolo Paolo. Nonostante la persecuzione subita, la prigione e i colpi ricevuti, lui è stato sempre riconoscente al Signore: guardava le cose dalla giusta prospettiva. Sapeva che il Signore era dalla sua parte e questo era per lui motivo di ringraziamento e lode. Il resto, come la prigione e le minacce alla sua vita, erano solo una circostanza provvisoria.

E tu, amico mio, hai la tendenza a lamentarti? Ti invito a farci caso e, se così fosse, segui l’esempio di Paolo: guarda le cosa dalla giusta prospettiva, perché il Signore è con te e non ti abbandonerà mai. Già solo questo è un grande motivo di ringraziamento.

Grazie di esistere,

Emmanuel Gau

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