
Tracy nel 2002 era una ragazza di poco più di 20 anni. Più volte nella sua adolescenza ha calcato le passerelle della moda internazionale anche in città come Milano, New York, Londra e Parigi. Negli ambienti dove chi ha raggiunto un importante livello ed un valore nel campo della moda, è chiamata anche tra poche, pochissime opportunità. Ma un giorno la sua vita è totalmente cambiata. Che cosa avrà spinto una giovane ragazza all’apice del successo a livello planetario a mettere a rischio tutta la sua vita?
Avere tutto e rifiutarlo per la gioia di Gesù Cristo.
Questo Culto di testimonianza è stato passato dall’audio della Chiesa Adi di Milano allo scritto da me medesimo Francesco La Manna. È un servizio che svolgo da tempo ed è rivolto particolarmente alle persone audiolese.
“Sono una ragazza tropicale salvata da Gesù Cristo che vive per la Sua gloria e annuncia la parola di Dio”. “Vi saluto tutti nel nome di Cristo Gesù. È bello in questo sabato pomeriggio stare qui con voi e spero che mentre io testimonio della mia vita, Dio possa parlare al vostro cuore e prego che il Signore possa fare qualcosa di meraviglioso nei vostri cuori. L’Italia ricopre nel mio cuore un posto molto speciale. Questa è la prima nazione in Europa dove sono stata circa venti anni fa per lavorare come modella, e stasera per la Sua grazia sono qui come modella di Cristo Gesù. Il Signore disse di andare per il mondo e parlare di Lui e, grazie a Dio mi trovo oggi qui in mezzo a voi per testimoniare di Gesù.
Ci sono così tante storie che ascoltiamo nel mondo, anche storie d’amore. Io ho ascoltato nella mia vita due tipi di storie; ci sono storie che ti edificano, che costruiscono la vita delle persone e storie invece che distruggono la vita di altre persone; e io sono sicura che ognuno di noi ha una storia così particolare che vale la pena raccontarla in tutto il mondo. Spesso Dio ci da la possibilità di raccontarla ad altri la nostra storia per incoraggiarli. Ma a volte la nostra vita è così occupata, così di corsa che non ci fermiamo per dire: aspetta che storia mi ha dato Dio per condividere con altri.
Ma io ho una buona notizia per i credenti che, un giorno, nell’eternità avremo un sacco di tempo e, se non ho tempo di ascoltare la tua storia spero che un giorno me la racconterai in cielo. Adesso vi dirò un poco della mia storia.
Quando ero più giovane e la gente mi vedeva sotto i riflettori della moda, io avevo sempre tenuto ben separate la mia vita pubblica dalla mia vita privata. La mia vita privata era la mia vita, mentre quella lavorativa rappresentava la mia immagine, la mia carriera, apparteneva anche al pubblico che mi seguiva. Poi è venuto Qualcuno nella mia vita che mi ha cambiato da dentro, e ciò che ha cambiato dentro poi si è visto anche fuori. E quel Qualcuno mi ha spiegato chi io fossi realmente aggiungendo alla mia vita un significato che non aveva prima. Mi ha donato uno scopo e mi ha insegnato a vivere su questa terra alla luce dell’eternità, apportando la certezza che un giorno io sarò con Lui nel Suo Regno per sempre, e ho capito in quel momento che la mia testimonianza e la mia storia non riguardano me, ma Lui. È la storia di un Dio d’amore che è venuto a riscattare una vita perduta. Io ero perduta nel mondo e sono per la Sua Grazia rinata e perdonata in Lui. Quindi quella che vi racconterò è la storia di Cristo in me.
Mi chiamo Tracy Trinita, mio padre viene da Rio de Janero, Brasile, mentre mia mamma è indonesiana e si sono incontrati un giorno a Bali. Ho una sorella e un fratello più piccoli di me. Nel 2002 ci siamo trasferiti in Brasile e adesso vivo a Giacarta, in Indonesia. Mio fratello vive negli Stati Uniti mentre il resto in Brasile. Quando ero piccola vivevo a Bali e facevo una bella vita; casa nostra era a meno di 5 minuti dalla spiaggia ed era bello perché come finiva la scuola mi divertivo a mare. Andavo a scuola, pranzavo velocemente e poi andavo in spiaggia e tornavo a casa quando il sole tramontava. Fin da giovane ho avuto qualche crisi. Vi vorrei parlare della piccola Tracy, insicura, fragile. La mia crisi vera riguardava la mia etnia. Mio padre è biondo, alto con gli occhi azzurri, mentre mia madre è la tipica indigena indonesiana con la pelle scura con una somiglianza cinese; io non assomiglio a nessuno dei miei due genitori.
Quando vado in Brasile mi chiamano “orientale”, mentre in Indonesia mi dicono che sono una “occidentale”; pertanto, quando ero bambina ero confusa, incerta, insicura nella mia vita. Il secondo problema di identità che ho avuto veniva rappresentato dal mio nome, Tracy; i miei genitori mi hanno chiamata così come una famosa giocatrice di tennis dell’epoca: Tracy Austin. A casa mia l’unica che non sa giocare a tennis sono io. Ma il mio nome in Indonesia si traduce diversamente e tradotto significa “pesce puzzolente”. A scuola per prendermi in giro, mi dicevano, “ciao pesce puzzolente”. Riguardo, invece, il mio cognome non ne conoscevo il significato, ma quando mi avvicinai a Dio capii che il mio cognome è di chi crede in un Dio Trino e io credo che il cognome me lo abbia assegnato proprio il Signore. La mia terza crisi riguardava la mia altezza. All’età di 13 anni ero già alta 173 centimetri; a 14 anni 175 centimetri; a 16 anni 181 centimetri. In Asia essere alti è come avere un handicap e le mie amichette, che erano tutte bassine, mi prendevano in giro chiamandomi Giraffa, Bambù di cocco, palma di Cocco, insomma mi sentivo bullizzata tanto che arrivai ad una crisi d’identità.
Dicevo a me stessa nei miei silenzi: perché Dio ha permesso questo nome? Perché mi ha fatta così alta? Io mi arrabbiavo con Dio ma non sapevo chi fosse Dio realmente a quel tempo. Non sapevo che Dio ha creato tutti noi perfetti; belli agli occhi Suoi, che ci ha creato con uno scopo, un obiettivo perché Lui ci ama. Il Signore ci conosce per nome fin da quando siamo nel grembo di nostra madre. Tutto questo lo capii soltanto dopo che divenni una credente. Ma la mia vita stava per cambiare. Mia madre fece delle cose a mia insaputa. Prese la mia foto un giorno e la spedì ad un concorso per modelle; era un concorso molto agguerrito, molto grande. Poi mi confessò che aveva spedito la mia foto a tre concorsi per modelle, ed io li vinsi tutti. Da un giorno all’altro mi sono ritrovata da non essere nessuno ad essere una donna molto famosa, con il mio volto riprodotto su riviste internazionali. Le mie amiche incominciarono a trattarmi bene e tutte queste attenzioni a me facevano più che bene. Ed ecco che la fama mi fece anche diventare ricca per tutti i concorsi vinti.
Per la prima volta mi sentii felice e a quattordici anni presi una strada sbagliata, quella di credere che per essere felici bisognasse avere soldi ed essere famosi perché quella era stata la mia prima esperienza di felicità. Io come modella asiatica sono stata la prima a firmare per le migliori agenzie di moda di tutto il mondo: ero una modella internazionale nemmeno a quindici anni. Mi dissero che dovevo trasferirmi a New York, e subito pensai che diventando più ricca e famosa, sarei stata ancora più felice. Ma nessuno mi aveva detto che il mondo, quello vero, era duro e complicato. Quando arrivai a New York ero poco conosciuta e dovetti ricominciare da zero. Molti di noi quando guardiamo un film alla televisione o qualche rivista patinata o qualcosa di questo genere pensiamo che quell’attore o quelle attrici insomma, quelle persone abbiano una vita spettacolare: ebbene, vi dico che ognuno di essi ha dovuto incominciare in maniera molto umile perché ognuno di loro veniva in qualche modo denigrato dagli altri. E’ una vita molto dura fatta di compromessi, di ambizione e di fame di successo che si raggiunge con immensi sacrifici.
Il mondo della moda non è tutta rose e fiori; molte delle modelle che vedete sono molto insicure riguardo la loro vita e tutto ciò che le circonda. Quando mi dicevano “oh, che bella vita che fai, come sei bella”, rispondevo “tu non sai di cosa stai parlando, non è la verità”. Su 100 colloqui al massimo solo 90 mi accettavano, e io che ero molto insicura dovevo fare i conti con questa mia fragilità. Poi le modelle e i modelli quando fanno le foto per qualche agenzia, le fanno a stagioni invertite, d’estate per le collezioni invernali e d’inverno per quelle estive. In altre parole, si impara a fingere.
Passarono gli anni e ho raggiunto il livello che mi ero prefissata; la mia vita la trascorrevo passando da un aereo all’altro, da un appartamento all’altro fra New York, Parigi, Milano, Londra, e le maggiori piazze di moda nel mondo. Per diversi anni la mia immagine è stata riportata sulle più importanti riviste di moda. Nel 1999 e nel 2000 sono stata il volto ufficiale della campagna di Benetton qui in Italia. E io pensavo di aver raggiunto la felicità.
Avevo raggiunto il successo, avevo il conto in banca pieno, avevo una famiglia che mi amava e, intanto, nel mio cuore stava succedendo qualcosa che non riuscivo ancora a comprendere, qualcosa che, nonostante tutto, non mi faceva godere appieno di quell’apparente appagamento. Non era la solitudine, o la nostalgia di casa: era un senso di vuoto quello che provavo. Mi accorsi che stavo vivendo a diretto contatto con l’industria della finzione, che ti porta a far finta di essere felice. Quel sorriso finto, lo indossavo in ogni occasione, prendendo in giro me stessa e tutto il mondo che mi circondava. Dopo un po’ quel vuoto cominciò a diventare un dolore.
Mi ricordo di quando mi chiamavano le mie amiche dall’Indonesia che volevano sapere di me e di come trascorrevo la mia vita ed io, raccontavo loro del mio lavoro, delle mie foto, delle aziende per le quali lavoravo, delle cene in compagnia di persone famose e le telefonate terminavano sempre con: “Oh, Tracy, come sei fortunata. Sogno ogni giorno di fare la tua vita bellissima”. E io non riuscivo a dire loro la verItà. La verità era che nel mio cuore provavo un dolore sempre più lancinante. Andavo ai party, facevo shopping sfrenato ma il dolore non diminuiva. Dovevo rivedere tutto il concetto sbagliato che mi ero fatta della felicità. La mia vita da fuori sembrava bella ma io ero spenta, vuota.
Vi siete mai chiesti come mai gente famosa e piena di soldi si toglie la vita? Perché quando sei vuoto non ti godi nulla di quello che hai. Dovevo trovare una soluzione a quel vuoto. E io ora chiedo a tutti quel che lavorano nell’industria dell’intrattenimento: ti sei mai trovato a vivere una vita così? Incominciai a chiederlo anche all’epoca e mi dissero che è normale nel nostro mondo, Tracy, tutti noi viviamo quello che stai vivendo tu. Ho tirato un sospiro di sollievo e dissi che avevo capito che il problema lo avevano tutti, ma nessuno sapeva dare proporre una soluzione. Una mia amica mi disse “Tracy, tu dal lunedì al venerdì ammazzati di lavoro. Il venerdì sera imbottisciti di droghe e vattene in un party qualunque e poi hai sabato e domenica per disintossicarti; il lunedì riprendi tranquillamente a lavorare”.
Mi ricordai di quando ero piccola e mia madre mi portò con lei in una clinica psichiatrica dove lei doveva visitare una persona, un’amica che nella sua vita aveva fatto abuso di droghe ed era distrutta. Ricordo che mia madre fece la miglior campagna antidroga che io abbia mai ascoltato, mi disse: “Se vuoi assomigliare a lei quando crescerai, allora fai uso di droghe”. Subito risposi di no! Quindi la risposta della mia amica la scartai subito. Un’altra amica mi disse: “Vivi la vita come ti pare, senza preoccuparti di niente, divertiti fai di tutto!” All’epoca anche se non ero ancora una credente avevo capito che, ogni cosa che facciamo, ogni azione produce una reazione e un risultato.
Avevo dei ricordi di amiche dissolute e libertine e risposi “no non voglio farlo”. Lei mi rispose: “Se veramente non vuoi divertirti, se non vuoi vivere la vita davvero, allora muori!” Forse penserete: “Ma che amiche aveva Tracy all’epoca?” Purtroppo, quando si arriva alla disperazione, si pensano e si fanno cose stupide. Allora capii che dovevo fermarmi e che le risposte in quel mondo, non le potevo trovare. Quindi mi feci una domanda: ‘Ma allora in questa terra chi sono veramente le persone felici?’ E ho incominciato a vedere che chi aveva fede era più felice di tanti altri e sembrava più soddisfatto della sua vita per il suo rapporto con Dio.
Ma la domanda che poi nasceva era: ma quale Dio? C’è un fiorire incredibile di religioni che ti offrono un dio. Mio padre era musulmano e mia madre cristiana. I famigliari di mio padre erano cattolici romani, mentre a casa facevamo le cerimonie indù tutti i giorni nonostante che a casa mia non si parlasse mai di Dio e non si pregasse mai. Allora, se il successo, la fama e i soldi non portano la felicità, solo Dio può portare la felicità; ma quale dio? Ricordo un giorno che tornai a New York nel mio appartamento e feci questa preghiera. Mi inginocchiai nella sala sola com’ero e dissi: ‘Dio che hai creato l’universo ed il mondo intero ti prego rivelaTi alla mia vita’. Ero disperata nell’attesa della Sua risposta, avrei voluto sentire la Sua voce, che mi dicesse “Tracy qui è Dio che parla e ascolta bene quello che ho da dirti”. La risposta arrivò non come me l’aspettavo io, ma nel modo di come Lui parla. Lui è Dio, Egli ascolta il grido del cuore dell’uomo. Ed Egli è sceso a riscattare me che avevo pianto di fronte a Lui. Nei mesi successivi non mi aspettavo quello che Dio avrebbe fatto.
La mia agenzia mi chiese di trasferirmi a Parigi e io ho ubbidito e, per la prima volta a Parigi, fui invitata in una chiesa. Una mia amica più volte mi aveva invitata e io avevo sempre declinato l’invito ma stavolta lo accettai con piacere. Quando entrai nel locale di Culto io non sapevo cosa fare, mi sono guardata in giro e ho incominciato a giudicare su come erano vestiti tutti. Ma mi attirò una cosa in queste persone che adoravano Dio, erano dei volti radiosi e non avevano nulla a che vedere con il trucco, i giochi di luce e i brillantini come quando facevamo i servizi fotografici. Mi dissi: ‘Possibile che adorare Gesù faccia diventare un volto così radioso?’ Il fatto che chi è salvato e vive a contatto con Dio non si accorge che il suo viso è raggiante per la gioia di stare con Cristo, è la cosa che più viene notata quando si entra in una chiesa Evangelica Pentecostale. La pace, la gioia, la serenità e la brillantezza che hai nel cuore per Gesù Salvatore, luccicano anche sul tuo volto.
Ma il nemico, il diavolo subito si mise all’opera “Tracy come fai a credere facilmente in Gesù? Dai un giudizio entrando solo in una chiesa? Devi fare prima una cernita, un paragone di “credi” e poi scegliere quella migliore”. E così misi sei persone con sistemi di credo diverso uno accanto all’altro. Ho passato un anno ad andare in giro per avere la risposta giusta ma niente. Chi ha creato il mondo? Chi è Dio? Perché Dio ha voluto creare noi essere umani e qual è lo scopo della nostra esistenza? Perché c’è sofferenza nel mondo? Dove andremo dopo la morte? Perché moriremo? Dopo un anno nutrivo ancora tantissimi dubbi per le diverse risposte che mi venivano date. In Indonesia abbiamo un detto che dice: Tutte le strade portano a Roma. Tutte le religioni portano a Dio. Ma dopo un anno avevo capito che non tutte parlavano dello stesso Dio. Cambiava tutto su Dio sulla Sua natura, sulla Sua morale.
Sullo scopo della vita, sulla creazione e perfino su come andranno a finire le cose. Cambiavano ed erano ognuna differente dalle altre. Anche se viviamo vite diverse e religioni diverse siamo comunque accumunati nella morte. Io da una parte avevo una persona che credeva in un sistema che mi diceva che una volta morta tutto svaniva lì, come il vapore, senza un’altra vita. Un’altra mi diceva: “no Tracy, quando si muore ci si reincarna fino ad arrivare al karma superiore, alla perfezione”. Poi altre religioni mi dicevano: “le cose sono un po’ più complesse: è vero che ci si reincarna ma la reincarnazione potrebbe avvenire in qualcosa di peggiore, perfino in un animale o se ti comporti male in un vegetale”. Un altro diceva: “Tracy il futuro è come la matematica; il tuo destino eterno è fatto di buone opere da una parte e i peccati dall’altra, e ciò che peserà di più determinerà il tuo destino”. Ma ci fu una risposta molto bella che mi toccò il cuore in profondità: “Tu Tracy sei una peccatrice degna di andare in luogo tenebroso. Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Vangelo di Giovanni 3:16)”.
E io chiesi: ‘davvero? Come può uno che è morto più di 2000 anni fa aver fatto questo per me?’ La risposta che mi arrivò fu sconvolgente per l’anima mia. “L’amore di Dio è trasversale al tempo, è trasversale alle persone e ha la stessa potenza; non importa l’epoca e non importa l’oggetto affinché il peccatore risponda di sì all’appello di Cristo Gesù. Questo amore non è vano e ho scoperto che è Lui l’unico Dio che si è fatto uomo, ha patito e sofferto fino a morire come un malfattore criminale inchiodato su di una croce di legno. Morì, ma poi risorse per provare che la morte non ha dominio su di Lui e su tutti i figli di Dio che credono e lodano il Suo benedetto nome. E scoprii che non c’era paragone con le altre religioni. E la risposta della fede di Gesù è quella che non soltanto ha toccato la mia mente ma l’intera mia vita, il mio cuore e la mia esistenza. Da quella riunione passò un anno e dovetti fare una scelta: avrei dovuto tornare indietro alla mia vecchia vita, a quello che ho fatto sempre o mollo tutto, do fiducia al Signore e Gli permetto di fare della mia vita ciò che Lui vuole?
Pensavo che Dio avesse fatto tanto per me ma non mi aspettavo che Dio avesse fatto qualcosa di ancora più meraviglioso. Quando accetti Cristo nella tua vita, quando tu dai a Dio l’opportunità di operare in te, Egli ti trasforma. E’ una trasformazione così naturale che avviene senza che tu te ne renda conto, giorno dopo giorno. Il Suo amore, quel senso di toccare la tua vita, quel senso di accettazione, quel senso d’appartenenza. È stato come se Dio avesse operato una guarigione nella mia identità. Tutto quello che io potevo essere, la mia immagine, la mia identità venivano definitivamente cambiate e per la prima volti compresi la realtà meravigliosa della Scrittura dove dice: “Noi tutti siamo creati ad immagine di Dio”. E la nostra identità viene rinnovata e redenta in Cristo Gesù.
Allora incominciai a rivedere la mia opinione della vita dal punto di vista di Dio; ho incominciato ad apprezzare tutto quello in cui Lui stava operando. In quel momento incominciammo a vivere la nostra vita in maniera diversa perché non soltanto le nostre conoscenze sono diverse ma le nostre esperienze in Cristo sono differenti. È questo è il privilegio di essere figli di Dio. Prima il mio era solo un credo teorico adesso è una realtà vivente. Io sto qui a dare gloria a Dio perché mi ha salvato e riscattato giusto in tempo. Fa bene sapere d’essere amati non per l’immagine che hai, ma per quello che sei veramente. E io compresi che quando Dio mi ha salvata e mi ha riscattata, non potevo più perdere tempo con le mie insicurezze, con i miei pensieri. Nel dubbio, nel pensare di te come il nulla, i tuoi mille problemi.
Perché non sei più tu il centro della tua vita, diventa il Signore il centro della tua vita. Ero così grata a Dio dei cambiamenti che Lui aveva fatto in me che volevo dirlo a tutti. E cominci a preoccuparti per quelli che sono stati meno fortunati di te in questa vita. E Dio comincia a donarti quella saggezza tra ciò che è bene e ciò che è male, a sperimentare quella gioia che solo Dio può dare. E sai che in cielo c’è quel Padre che si prende e si prenderà cura di noi guidandoci. Il giorno che sono diventata una credente è avvenuto un cambiamento molto radicale nella mia vita. Ho chiesto perdono a Dio per tutti i miei peccati; e Dio mi inviò a chiedere perdono a tutti quelli che avevo ferito nel passato. E questo ti libera, ti libera veramente. Da quel giorno cambiò tutto il sapore della mia vita, la mia vita da credente non è mai stata noiosa e questa è una promessa che Dio fa a tutti quelli che credono in Lui. “E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso” (Prima Corinzi 2:1-2).
Questi versi li feci miei e vidi così tante cose cambiare. Per un breve tempo ritornai a fare la modella ma ritornai con uno spirito nuovo: non mi importava di impressionare gli altri; volevo fare solamente una bella impressione al mio Dio. Ricordo che un giorno vennero da me e mi dissero: “La tua vita è un dono di Dio”. Ricordo che continuai a rappresentare uno stilista, ero orgogliosa perché faceva abiti molto belli. Ma poi quando mi sono convertita mi son detta: “Il mio corpo è stato creato ad immagine di Dio e io voglio che il mio corpo serva in maniera bella nella vita. Io credo che Dio abbia chiamato me e anche ciascuno di voi a fare una differenza come credenti in questa vita su questa terra.
Tutti noi, nessuno escluso, sotto questo cielo abbiamo una chiamata e uno scopo, un incarico che riceviamo dal Signore. Durante questo viaggio verso il cielo che noi conduciamo, a volte ci facciamo distrarre, ci lasciamo prendere oltre modo dalle preoccupazioni della vita, dai pensieri, dai dubbi, dalle incertezze. A volte subentrano le amarezze, le ferite profonde ricevute. Ma Dio desidera che tu possa confidare in Lui in questo viaggio. Se in questa bellissima sala di Culto c’è qualcuno che non ha ancora realizzato chi è Gesù, permettiGli che sia il tuo amico di vita in questa vita. Alla fine di questa vita ci sano tre cose e almeno una di queste tre cose avverrà in tutti noi. Io voglio consigliarti affinché tu possa permettere al tuo cuore di intenerirsi, perché la tua vita, la tua esistenza sono le cose più importanti agli occhi di Dio. Egli ci ha preparati per uno scopo e alla fine di questa vita ha conservato per ognuno di noi un destino meraviglioso. Egli non permette che tu rimanga solo nel cammino terreno perché sarà con te, al tuo fianco.
In che stato è il tuo cuore oggi? È freddo? Indurito? O è spezzato per le ferite che hai ricevuto? O hai un cuore tenero, aperto a ricevere nel tuo spirito Gesù Cristo? Egli è l’unico Dio che si lascia avvicinare così. Possiamo andare a Lui umili ma non disperati. Quando decisi di dare me stessa a Dio, tantissime cose belle Egli mi ha donato. Ho sperimentato altri tipi di lavori ma dal 2002 a oggi Egli ha messo in me la passione di parlare della Sua grandezza, della Sua bontà agli altri portando la mia testimonianza. Il mondo ha tanti problemi ma in questi momenti di fame, di guerre, di violenze, Gesù è sempre pronto a stendere le Sue mani a chi Gliele chiede. Sappiate che il mondo mette sempre un sorriso di circostanza. Cerchiamo invece di vivere una vita ripiena dello Spirito Santo, una vita traboccante di tutti noi, affinché gli altri che non conoscono Cristo possano dire: ‘Ma chi è questo stilista che fa dei vestiti così belli?’”
Tracy Trinita
Dio ci benedica.
Francesco La Manna
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it
Se voi andate sul sito di Tracy si presenta raccontando se stessa.
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