
8 giugno 1972: gli elicotteri americani bombardano un villaggio vietnamita con bombe al Napalm. Kim Phúc aveva soltanto nove anni. Quel giorno fu fotografata mentre scappava nuda, in lacrime, un’immagine che fece il giro del mondo e che ben presto sarebbe diventata un’icona della guerra del Vietnam. Quel villaggio era stato sequestrato dai soldati vietkong, per questo fu bombardato. Le bombe al Napalm contenevano un gas vischioso che si attaccava ai vestiti e al corpo bruciando tutto.
Sono in tanti a scappare via e fuggendo incontrano dei soldati americani. Kim Phúc, la bambina, viene presa in braccio dal fotografo e portata in ospedale a più di 50 km di distanza. In ospedale pensano che la bambina non riesca a farcela. Ad un certo punto la considerano deceduta e la mettono in una camera mortuaria. Arrivano i genitori della bambina e si accorgono che, invece, è ancora viva. La trasferiscono così in un ospedale specializzato nella cura dei bambini a Saigon e negli anni successivi sarà sottoposta a ben 17 interventi chirurgici per alleviare i dolori e migliorare la mobilità.
Lei è una sopravvissuta anomala perché quelle ustioni normalmente fanno morire. Al termine della guerra Kim Phúc diventerà una giovane universitaria. Ma siamo in piena guerra fredda e la guerra si fa con le parole, la propaganda. Kim si sente manipolata. Le sue parole e la sua testimonianza vengono strumentalizzate dal governo vietnamita di allora e vive sotto pressione dei governanti. A lei quella vita non piace, si sente usata, manipolata. Quel continuo giro di conferenze le impediscono di continuare gli studi universitari.
Il passo di Isaia 55:10 dice così: “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare… così è della mia parola”.
Perché ho riportato questo versetto biblico? Ascoltate il resto della storia.
Kim Phúc non è felice, è triste, medita di farla finita. Dopotutto si tratta di uscire dalla porta di servizio, lei racconta, e il dolore della morte non la spaventa. Fu proprio in quel periodo, mentre era nascosta in una biblioteca per sfuggire ai funzionari governativi, che Kim si imbatte in una copia del Nuovo Testamento e legge delle sofferenze di Gesù. Attratta e colpita da quella morte sulla croce della persona di Gesù Cristo, si sente capita da Dio, compresa, e in lei si riaccese la speranza.
Nel 1984 Kim Phúc incontra il Primo Ministro vietnamita che rimane particolarmente scosso dalla sua storia e da tutto ciò che è stata costretta a subire da bambina e poi in età adulta. Il Primo Ministro decide così di aiutare questa giovane ottenendo che Kim Phúc sia trasferita a Cuba dove potrà riprendere gli studi universitari senza più subire le continue interferenze dei funzionari governativi. In seguito, Kim si sposerà, avrà due figli e ora vive in Canada aiutando bambini, collaborando con le varie associazioni delle Nazioni Unite.
Dopo questo racconto, è utile sottolineare tre cose.
Primo: la vita è dura, la guerra è follia disumana, ci fa capire quanto l’uomo sia caduto in basso.
Secondo: la Bibbia ci fa capire che Dio ci ama, ci comprende, comprende il nostro dolore, ci raggiunge, ci soccorre e ci dona una speranza eterna, vera, com’è vero l’amore di Dio e la resurrezione di Gesù Cristo.
Terzo: Dio ci raggiunge col Suo amore e può raggiungere anche te e me!
Dio ci benedica.
Testimonianza raccontata dal pastore Franco Spina. Caffè Biblico
Francesco La Manna
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