Egli prende l’uomo così com’è per farne una nuova creatura.

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intervento-chirurgico«Tutte le cose cooperano al bene per quelli che amano Dio» Romani 8:28. Dio sia lodato per tutte quelle persone che annunciano l’Evangelo di vita.
Mi chiamo Maria Torraco e voglio raccontare la mia testimonianza. Parecchi anni fa una parente mi parlò di un Gesù vivente e del Suo amore verso l’umanità. L’entusiasmo ed il fervore con cui parlava fu tale che i miei genitori furono toccati; fu la chiave che aprì il loro cuore. All’inizio ero ricalcitrante e indifferente ma pian piano la Parola di Dio si fece spazio anche nel mio cuore.
Una sera, mentre ero in chiesa, la potente Parola mi toccò; compresi che Gesù mi amava ed era morto anche per me alla croce, non solo per darmi salvezza ma anche per liberarmi dalla malattia: quella sera Lo accettai come mio Salvatore e Signore.
Confidai in Lui appieno adagiandomi nelle Sue forti braccia protettive. Era il mio Padre celeste, il mio dottore; ogni mio problema, ogni mia malattia la deponevo ai suoi piedi con fede ed Egli operava.
Un giorno giunse la dura prova. Colpita da un’infermità, compresi che dovevo andare in ospedale; accettai con umiltà senza chiedere «perché Signore?» Sapevo che Egli era accanto a me e confidavo pienamente in Lui.
Feci mie le parole: «Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze perché fedele è colui che ha fatto le promesse» Isaia 40:31. La Sua Parola mi era di conforto e cibava lo spirito mio.
Così il 4 febbraio del 1992 fui sottoposta ad un lungo e delicato intervento chirurgico per togliere un tumore al colon. Poiché il male si era esteso, mi asportarono parte di vari organi, eliminandone altri.
Dopo l’operazione, provavo una grande sofferenza; i dolori atroci mi tormentavano, nessuna medicina era efficace ma la fede mi portava a vedere oltre la realtà.
Con pazienza, senza sgomentarmi, ringraziavo Dio e dicevo: «Questa mia infermità è un male come un altro, non mi spaventa perché Dio mi guarirà. Grazie Signore perché Tu mi hai guarito».
Salmo 118:5 «Nella mia angoscia invocai il SIGNORE; il SIGNORE mi rispose e mi portò in salvo». Il Signore ci conosce intimamente, è il solo che può darci la forza, la calma e la pazienza necessaria per sopportare la prova. Proprio nella prova il Signore ci dà maggiore disponibilità e possibilità di testimoniare della grandezza e della potenza di Dio.
La sofferenza ci porta a riflettere. Ci mette in una stretta ed intima comunione con Dio.
Qualcuno ha detto: «è importante imparare a vedere la sofferenza con gli occhi di Dio».
Sono passati dieci anni dal mio intervento, io sto bene e spero che questo sia motivo di testimonianza e di incoraggiamento per gli altri. Dio ha una visione migliore della nostra. Egli vede possibilità ed opportunità che noi non possiamo vedere. I suoi pensieri sono illimitati e i suoi piani sono sempre buoni per noi.
«Infatti io so i pensieri che medito per voi», dice il SIGNORE: «pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza». Geremia. 29:11 Dio è buono e la Sua volontà per noi è il nostro bene; dobbiamo imparare a lasciare a Cristo le nostre ansie e confidare in Lui solo. Amen.

Maria Torraco

Tratto da: http://www.tuttolevangelo.com/

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