Ero diventato un ragazzo morto e privo di speranze, ma quel giorno…

maxresdefault (1)Ciao caro amico/a oggi voglio condividere con te quella che è la mia testimonianza.

Quando ebbi solo due anni nella mia famiglia ci fù una grossa spaccatura, mia madre fù costretta a lasciare mio padre per un motivo molto forte, doloroso, terribile da digerire, allora da dove vivevamo nella città di Pescara scendemmo a Messina dove mia madre aveva le sue origini, ad attenderla c’era la mia cara nonna. Quando scendemmo a Messina ero piccolissimo ed eravamo in 4 io mia madre e le mie due sorelle, crescendo nella casa di mia nonna e compiendo i primi 4 anni vidi che le mie sorelle erano state chiuse in collegio per necessità, perché mia madre non poteva mantenere tutti, e fece la scelta dolorosa per tutti, ancheper me pure se ero piccolo. Iniziarono i primi problemi, mia madre inizio a lavorare sempre anche due turni ed io crescevo con mia nonna e l’ affetto che ricevevo da lei superava tutti, per me era come se fosse mia madre con tutto quello che poteva darmi mia madre nei momenti che era a casa, ma ero molto legato alla nonna, allora iniziai a frequentare l’asilo, le scuole e tutto il tempo iniziai a sentire che avevo bisogno di un padre, perché vedevo che tutti all’ uscita della scuola o nelle feste o in altro avevano la figura di un padre, mentre io avevo quasi sempre mia nonna, e nelle feste del papà mia madre, ricevevo pure tante umiliazioni.

Quando iniziai a fare i miei 9 anni una tragica perdita mia nonna, colei che ero innamorato, dà premettere che a casa di mia nonna c’era sempre un aria pesante, il motivo? viveva con noi mia zia che non era sposata e non ci ha mai voluto ed accettati, si sedeva sempre sola per mangiare e ci guardava con gli occhi storti, e condannava mia nonna per averci accettati in casa, quando mia nonna morì, la prima cosa che fece mia zia dopo il funerale ci buttò fuori di casa senza pietà, non avendo dimora per poter stare mia madre a pochi metri da quella casa sapeva che c’era un cantinato abbandonato dove c’erano due stanze più un piccolo bagnetto, allora entrammo ed iniziammo con l’aiuto di mio cognato ad aggiustarlo, a dimenticavo nel frattempo le mie sorelle uscirono dal collegio, prima che mia nonna moriva, comunque sistemammo questo cantinato e tutti abitammo lì. Iniziai a farmi da ragazzino i primi complessi, le prime domande importanti, ero un accumulo di tristezza, un vulcano di perché! Morì mia nonna mi sentì un vuoto incolmabile, mia sorella ebbe delle crisi epilettiche anche la notte mi ricordo che la paura era diventata la mia compagna alcune volte non riuscivo a dormire, la vedevo quando gli venivano ed era brutto.

Nel frattempo crescevo sempre con una sete e fame di affetto, e soprattutto la mancanza di un uomo a casa una figura paterna. Iniziai a 13 anni a fumare facendomi trascinare dalle amicizie, iniziai a scendere centinaia di metri più sotto da casa mia a frequentare amicizie diverse, iniziando a provare la marijuana, ma il mio bisogno cresceva tanto, il vuoto che sentivo nel mio cuore diventava sempre più grande, continuai a compiacere i miei amici solo per farmi apprezzare da loro e non restare solo, ma tutto questo stava prendendo una brutta piega, diventai più grandicello e mi misi l’orecchino per assomigliare agli altri seguire la moda, altrimenti mi avrebbero scartato, ma non mi giovò a nulla, continuavo a fumare molto di più, per crearmi una soddisfazione interiore o alcune volte per dimenticare, per poter appagare quel vuoto dentro me sentivo anche della musica napoletana, che mi aiutava sempre più a sprofondare nella depressione, iniziai anche a legarmi al gioco d’azzardo, alle macchinette mangia soldi, tutto quello che guadagnavo lo buttavo in quelle macchine, imbrogliando anche a chi mi stava vicino pur di giocare, facevo in modo di trovarmi sempre con i soldi in tasca per poi svuotarli in quei luoghi, ero sempre in crisi riguardo al gioco. Allora cresceva l’odio sempre più per questo padre che non conoscevo per il mondo intero. Quando un bel giorno scoprì tutto di mio padre, il vero motivo, mi dicevano che era un brav’uomo, ma la mente purtroppo guidata dl male gli giocò un brutto quarto d’ora.

Comunque iniziai a pensare tutto quello che avevamo passato con la mia famiglia, e a tutto ciò che continuavo a subire dalla dura vita, nel frattempo l’odio per mio padre era diventato un obbiettivo preciso, quello di fargliela pagare prima o poi, lui si era trasferito a Milano vicino sua madre, ed io avevo sempre nella testa di fargli male, anche essendo tra virgolette un bravo ragazzo che usava solo un pò di erba per soddisfare il proprio cuore e per dimenticare, nel frattempo tante cose erano alle mie spalle, ma tante altre venivano contro, quando il periodo si faceva sempre più ruttili mio cuore era ormai preso da tante cose brutte, mia madre si avvicina alla fede in Cristo, frequenta una chiesetta piccola situata a Messina, la chiamavano “Cappellini”, io non volevo sentire nulla di chiesa, di Dio ecc.  Un giorno in quel piccolo cantinato dove stavamo, mia madre aveva organizzato una preghiera, dove c’era un uomo mi ricordo che quando parlava mi trasmetteva una Pace che mi faceva stare bene in quel minuto di dialogo, era il Pastore, il fratello caro Mussillo, ricordo che quando li vedevo in ginocchio arrivavo c’era la porta aperta di casa, ed io gli davo piccoli calcetti mentre passavo facendo finta di non farlo apposta, e per far ridere agli amici che guardavano, dietro lo spiraglio della mia porta.

Dopo un pò di anni da quelle preghiere in casa e dopo aver ascoltato qualcosa anch’io anche con mala voglia, passarono anni diventai maggiorenne tante cose subite e tante strettoie mi fecero odiare anche me stesso e piano piano veniva un autodistruzione interiormente, comunque tante volte Dio sì presento alla mia vita, in tante sfaccettature, allora un bel giorno al culmine di ogni speranza umana, nella profonda valle oscura in cui mi sentivo, tra odio e tristezza, mi venne fatto un invito, ed accettai questo Dio che tanto ho bestemmiato, tanto trascurato, che ancora oggi è divenuto il Padre che sempre ho desiderato, il tutto della mia vita! Quando entrai in una chiesa evangelica 18 anni fa invitato da mia madre, ero distrutto, ero diventato un ragazzo morto e privo di speranze, ma quel giorno Dio mi risuscitò dentro, mi prese e mi introdusse in una via meravigliosa, mi battezzò con il Suo Spirito dandomi Amore, Perdono, Pace, subito dopo aver confessato a Lui i miei peccati i miei dolori, e tutto di me… Dio in pochi giorni mi liberò dalla droga leggera cioè dalla mariyuana, mi liberò dal fumo, dal vizio del gioco, e mi diete un abito nuovo, e tanto di quell’amore che cercai per tanto tempo! Chiesi il numero di mio padre e lo trovai, gli chiesi perdono perché l’ ho odiato, anche se per gli uomini andava tolto di mezzo, allora lui si mise a piangere e dire che si pentiva di tutto al telefono furono 10 minuti di confessioni.

Oggi Dio per me è tutto, Egli esiste, è la mia vita, l’ho toccato, sperimentato, vissuto, ancora oggi non mi pento di servirlo. Se oggi anche tu hai un vuoto dentro come l’ebbi io, accettalo parla con Lui dovunque ti trovi, Egli ti ascolta e può cambiare la tua vita, può guarire le ferite più profonde, può darti dignità di vivere degnamente e non permetterà che tu muoia nei tuoi peccati, nei tuoi falli… Giovanni capitolo 14 vers. 6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Ti invito ad invocare il nome di Colui che è morto per darti vita il Suo nome è Gesù, digli tutto a Lui perché Egli è vivente, lo ha fatto con me, può farlo con te, mettilo alla prova non te ne pentirai, se poi non hai la forza per farlo, puoi sempre contattarmi, sarei felice di aiutarti.

Oggi ho una bella famiglia due figli meravigliosi, le difficoltà ci sono, ma Gesù è il mio aiuto, il mio sostegno, è la mia grande Pace.

Gerard Pagliaro | Notiziecristiane.com

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