Fino a quando? Fino a quando non scoffiggerai il male con la fede!

Una giovane credente si trovò ad attraversare un periodo di dure prove tale da far vacillare la sua fede (Salmo13). Una sorella matura la consolò dicendole: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati al di là delle vostre forze” (1°Cor. 10:13). “Vedi”, le disse questa sorella cercando di incoraggiarla, “il Signore conosce i nostri limiti. Le difficoltà che stai attraversando Dio non le avrebbe permesse se pensava che non potevi superarle. Ciò dimostra quanta fiducia Dio abbia in te”. Nella sua frustrazione, nella sua fede con l’aggiunta di un pizzico di humour la giovane credente rispose: “Beh, desidererei tanto che Dio non avesse una così alta opinione di me!”.

Il Salmo 13 esprime chiaramente i sentimenti del cuore di Davide mentre si trovava ad affrontare situazioni che non sapeva controllare. In tali circostanze Davide si chiedeva: “Perché? (Salmo 10:1). In questo salmo egli chiede: “Fino a quando?” (Salmo 13:1).

Fino a quando mi dimenticherai?

Non potrei mai dimenticare le persone più vicine e più care e mi farebbe proprio male venire a sapere che mi hanno dimenticato! Proviamo a volte questo tipo di dolore quando le circostanze ci inducono a pensare che Dio ci abbia dimenticati, perché, pensiamo, se proprio Gli fossimo cari Egli sarebbe già intervenuto in nostro aiuto. I nostri pensieri, i nostri sentimenti non sempre ci suggeriscono la verità riguardo a Dio. Gesù ci ricorda che il nostro Padre celeste non dimentica neppure un passero, e noi siamo più di molti passeri (Luca 12:6,7).

Fino a quando nasconderai il tuo volto?

Davide ha perduto il senso di appartenenza al Signore. Si sente separato e distaccato da Lui. Mentre la dimenticanza può essere attribuita alla negligenza, nascondere la faccia, invece, appare un atto deliberato. Senti che Dio stesso non vuole avere niente a che fare con te? Quando i tuoi sentimenti ti fanno sentire che Dio ti ha abbandonato, la tua fede deve saper trovare la risposta: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Romani 8:35-39).

Fino a quando sarò ansioso?

Davide lotta contro i suoi pensieri. Proprio come noi si dibatte fra: “Se soltanto avessi…” o “Che sarebbe accaduto se soltanto…-. L’angoscia opprime il suo cuore. Il dolore sopravviene quando avvertiamo la perdita di qualcuno o di qualcosa che ci è prezioso. La perdita può essere sia di una persona, che di una cosa o di una speranza. Maggior valore attribuiamo alla perdita, più grande è la nostra depressione. Come Marta abbiamo bisogno di credere che Gesù è “la resurrezione e la vita” (Giov. 11:25).

Fino a quando i problemi avranno la prevalenza?

I nemici di Davide trionfano su di lui. I problemi spesso sembrano più forti della nostra abilità nel risolverli. Debolezza e perdita di controllo insieme producono apprensione e paura. È facile dimenticare che “…in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Rom. 8:37).

LE RISPOSTE  –   Nel Salmo 13 Dio non risponde mai direttamente agli interrogativi di Davide. La risposta alla nostra disperazione spesso si manifesta quando, come Davide, acquietiamo i nostri cuori davanti a Dio in preghiera. A volte dobbiamo semplicemente lasciare la questione nelle mani di Dio. Davide esprime ciò che vuole dal Signore: risposta, illuminazione, protezione (vv. 3, 4). Nel momento, però, in cui lascia a Dio il risultato può dire: ” Quanto a me, io confido nella tua bontà; il mio cuore gioirà per la tua salvezza;” (v. 5). Che contrasto con le parole di apertura di questo breve salmo!

Mentre preghi lo Spirito Santo ti aiuta a sperimentare un altro aspetto del tuo combattimento. Non è soltanto dolore, affanno, pianto. Dopo alcuni momenti sulle ginocchia la prospettiva comincia a cambiare. Dopotutto, l’amore di Dio non viene mai meno. Nei momenti di angoscia continua ad avere fiducia; potrai così trovare la ragione per cantare, per essere allegro, perché conosci il Signore molto più di quanto lo conoscesse Davide.

Scoprirai che Dio non ti ha abbandonato, né che i tuoi affanni prenderanno il sopravvento su te. Permetti ad ogni tuo “Fino a quando” di trasformarsi in un gioioso “Alleluia”.

(Fonte)

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