La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona in questi termini: ‘Alzati, va’ a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me”. Giona 1:1, 2
Giona, ricevuto da Dio l’ordine di andare a Ninive per annunciare l’imminente giudizio di Dio, è indietreggiato ed è fuggito lontano dalla presenza del Signore. Forse ha pensato: Come posso io, che sono un Ebreo, presentarmi a quella popolosa e ricca città pagana e predicare contro i suoi abitanti? Dire loro che a causa della loro malvagità Dio li condannava e che dopo quaranta giorni li avrebbe sterminati? E se si pentissero, che figura farei?
Anche il cristiano, in questo mondo peccatore, ha il compito di proclamare che il giudizio di Dio è
decretato. “Dio… ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell’uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (Atti 17:30, 31). Come Giona, anche noi a volte indietreggiamo davanti a questo compito che ci rende nemici del mondo. Ma se siamo convinti del terribile futuro destinato agli increduli, non possiamo non essere “spinti” ad avvertirli.
Qualcuno potrebbe dire: “Se il giudizio deve venire, perché spaventare le persone in anticipo? Se è irrimediabile, lasciate che godano in pace quel poco che resta loro da vivere! Vi sono già abbastanza motivi di sofferenza in questo mondo…”. Ma, facendo proclamare il suo prossimo giudizio, Dio agisce in grazia e spinge al pentimento. Gli abitanti di Ninive si ravvidero quando, finalmente, Giona andò a predicare in quella città e la distruzione preannunciata non avvenne. Giona sapeva che Dio poteva fare grazia; ma, non avendo amore per loro, si irritò vedendo che la sua profezia di giudizio non si era adempiuta.
Se il mondo ricevesse il Vangelo, tutti quelli che odono e credono il messaggio della grazia sarebbero salvati. Non cessiamo di trasmettere agli altri il messaggio della grazia di Dio, e facciamolo con amore!
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