I bambini uccisi da una dimenticanza

indexE’ successo da poche ore a Piacenza, un bimbo è stato trovato morto all’interno dell’auto posteggiata in strada Borgoforte alla periferia di Piacenza. Inutile ogni tentativo di rianimarlo, probabilmente la causa del decesso è stata il caldo. Secondo una prima ricostruzione, il bimbo sarebbe stato dimenticato in macchina dal padre che avrebbe dovuto portarlo in asilo. Non è  la prima volta che in Italia, la morte di un figlio per mano inconsapevole di un genitore, una tragedia che non dovrebbe mai accadere, ma accade.CATANIA – Nel luglio del 1998 ì un ingegnere di 37 anni, parte da casa con il figlio piu’ piccolo legato sul seggiolino per bambini nel sedile posteriore con il compito di portarlo all’asilo per poi andare al lavoro. Andrea, due anni, si addormenta e il padre si dimentica di lui, non lo accompagna a scuola, tira dritto e parcheggia l’auto davanti al suo posto di lavoro. Nel primo pomeriggio l’uomo viene chiamato dalla moglie  e solo a quel punto  si rende conto di cio’ che ha fatto. Corre verso l’auto e al suo interno trova il figlio morto.

LECCO – Il 30 maggio del 2008 a Merate, è il compleanno della piccola Maria. La mamma deve andare al lavoro, quindi prende l’auto per recarsi alla scuola in cui insegna e porta con sè la bimba: prima di recarsi sul luogo di lavoro la lascerà a casa della baby sitter. Invece arriva direttamente a scuola e si dimentica la figlia in auto. Quando alle 13 la baby sitter chiama l’insegnante per sapere come mai non le e’ stata portata Maria la madre si rende conto che la bimba e’ rimasta in auto e la trova agonizzante. Morira’ poco dopo.

TERAMO  – E’ il 23 maggio del 2011 e la scena si ripete: il padre di Elena, 22 mesi, docente universitario alla facolta’ di veterinaria di Teramo invece di portare la figlia all’asilo la dimentica in auto. La bimba verrà ritrovata  alle 13senza conoscenza, morira’ dopo tre giorni di coma in terapia intensiva.

PERUGIA  –  Solo conque giorni dopo la morte di Elena, Jacopo, un bimbo di Passignano sul Trasimeno, troverà la morte dopo aver vissuto appena 11 mesi. La modalità è sempre la stessa: la madre doveva portare il bimbo a scuola, la stessa scuola in cui la donna lavorava come psicologa, ma si dimentica il bimbo in auto, che viene ritrovato morto asfissiato dopo alcune ore.

Le dimenticanze sono pericolose, diventano terribili quando poi ledono la vita di un bambino, nella fattispecie i propri bambini; ecco quello che è successo a Piacenza e prima d’ora nelle altre città d’Italia, che abbiamo letto. Sicuramente quando si arriva a dimenticare un bimbo, significa che già da tempo è stato dimenticato Dio.

 Distogliamo per un attimo il pensiero ai bambini e poniamolo invece verso Colui che ha detto: Lasciate che i bambini vengono a Me. Leggendo “Fate questo in memoria di me” (1 Corinzi 11:24). Sembra, dunque, che i Cristiani possano dimenticare Cristo. Il testo implica la possibilità di dimenticare Colui che gratitudine e affetto dovrebbero far loro ricordare. Non ci sarebbe bisogno di questa amorevole esortazione, se non ci fosse la terribile possibilità che i ricordi possano risultare infidi, e la nostra memoria superficiale e mutevole.

Né si tratta di una semplice supposizione: è, ahimè, una realtà sin troppo ben confermata nella nostra esperienza, non come una possibilità, ma come una spiacevole verità. Sembrerebbe, a prima vista, un crimine troppo grossolano da addossare a persone convertite.
Appare quasi impossibile che coloro che sono stati riscattati dal sangue dell’Agnello morente possano mai dimenticare il loro Redentore; che coloro che sono stati amati di un amore eterno dall’eterno Figlio di Dio, possano mai dimenticare quel Figlio; ma se ciò suona male all’orecchio, è ahimè fin troppo evidente all’occhio per permetterci di negarlo.
  • Dimenticare Colui che mai ci ha dimenticato!
  • Dimenticare Colui che ha versato il Suo sangue per i nostri peccati! Dimenticare Lui che ci ha amato fino alla morte! Può essere possibile?
Sì, non è solo possibile, ma la coscienza confessa che è tristemente una colpa di noi tutti, quella di poter ricordare qualunque cosa eccetto Cristo.
Il soggetto che dovrebbe essere il re dei nostri cuori, è la cosa che più siamo inclini a dimenticare. Dove penseremmo che la memoria si soffermi e la dimenticanza sia un intruso sconosciuto, quello invece è il luogo che viene dissacrato dai piedi della dimenticanza ed il luogo dove la memoria guarda raramente. Io mi appello alla coscienza di ogni cristiano qui presente; potete negare la verità di ciò che affermo? Non vi siete forse dimenticati di Gesù?
Qualche creatura vi ruba il cuore e così vi dimenticate di Colui che dovrebbe essere l’oggetto del vostro affetto. Alcuni affari terreni attraggono la vostra attenzione, quando dovreste tenere gli occhi fissi sulla Croce. E’ l’incessante ciclo del mondo, mondo, mondo; il costante frastuono della terra, terra, terra, che distoglie l’anima da Cristo.
Oh, amici miei, non è tristemente vero che noi siamo in grado di ricordare qualsiasi cosa ma non Cristo, e dimenticare nulla così facilmente quanto Lui che dovremmo ricordare? Mentre la memoria preserverà un’erbaccia avvelenata, lascia appassire la rosa di Sharon.
La causa di ciò è evidente: sta in uno o due fatti. Dimentichiamo Cristo, perché persone rigenerate come noi ancora mantengono dentro corruzione e morte. Lo dimentichiamo perché portiamo con noi il vecchio Adamo peccaminoso e mortale. Se fossimo creature perfettamente nate di nuovo, non dimenticheremmo mai il nome di Colui che amiamo. Se fossimo esseri completamente rigenerati, dovremmo sederci e meditare su tutto ciò che il nostro Salvatore ha fatto e sofferto; su come Egli è; su tutto ciò che ha gloriosamente promesso di compiere; e mai permetteremmo che i nostri erranti affetti deviassero; ma centrati, inchiodati, fissati eternamente su un soggetto, noi contempleremmo continuamente la morte e le sofferenze del nostro Signore.
Ma ahimè! Abbiamo un verme nel cuore, una casa appestata, un ossario di concupiscenze, vili immaginazioni e cattive passioni, che, come fonti di acqua velenosa, fanno fluire continuamente ruscelli di impurità. Io ho un cuore, che Dio conosce, e vorrei poterlo cavar fuori dal mio corpo e scagliarlo ad una distanza infinita; un’anima che è una caverna di uccelli impuri, un nascondiglio di creature disgustose, dove si riuniscono dragoni e dove i gufi si aggregano, dove dimora ogni cattiva bestia di mal’augurio; un cuore troppo vile per avere un eguale – “ingannevole e disperatamente malvagio”.
Questa è la ragione per cui io mi dimentico di Cristo. E non è nemmeno l’unico motivo. Io sospetto che vi sia anche qualche altra causa. Dimentichiamo Cristo perché ci sono molte cose intorno a noi che attraggono la nostra attenzione. Ma, voi dite, non dovrebbero farlo, perché, sebbene siano intorno a noi, quelle cose non sono nulla in confronto a Gesù Cristo: sebbene esse siano pericolosamente vicino ai nostri cuori, che cosa sono se paragonati a Cristo?
Ma voi sapete, cari amici, che la vicinanza di un oggetto ha un effetto grandissimo sul suo potere? Il sole è molto, molto più grande della luna, ma la luna ha un’influenza maggiore del sole sulle maree oceaniche, semplicemente perché è più vicina, e ha una maggiore forza di attrazione. Così so che un piccolo strisciante verme della terra ha più effetto sulla mia anima del glorioso Cristo in cielo; una manciata di polvere d’oro, un soffio di fama, un frastuono di applauso, un affare vantaggioso, la mia dimora, la mia casa, avranno effetto su di me più di tutte le glorie del mondo superiore; sì, più della stessa visione beatifica; semplicemente perché la terra è vicina, e il cielo è tanto lontano.
Felice giorno, quando sarò portato in alto sulle ali degli angeli, per dimorare per sempre vicino al mio Signore, a crogiolarmi nello splendore del Suo sorriso, e a perdermi nell’ineffabile luminosità della Sua amorevole espressione.
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