Nel Nuovo Testamento tutti i credenti in Cristo che sono sulla terra e in Cielo sono chiamati Santi, quantunque quelli ancora sulla terra non siano perfetti.
Vi è anche una speranza per i credenti che vanno in Cielo, in quanto, in modo a noi misterioso, lì arrivano alla “perfezione” (Ebrei 12:23). I veri credenti sono chiamati “santi”, in quanto sono “sulla via della santificazione”, che crescono nello spirito rinnovato all’immagine e somiglianza del Signore Gesù Cristo.
Questi sono riluttanti al peccato e non partecipano alle opere infruttuose e dannose di quelli che non hanno la Fede, ma si impegnano per l’avanzamento del Regno di Dio nella loro vita, nella Chiesa e nella società dove Dio li ha posti.
In certi ambienti del mondo cristiano (come quello Cattolico romano) vi è una rappresentazione distorta dei Santi come se questi avessero delle virtù superiori agli altri credenti “normali”, favorendo così la loro venerazione, che nella maggior parte dei casi diventa vera e propria adorazione, quindi idolatria.
Per i veri Santi, i meriti per una vita esemplare e conforme alla volontà di Dio sono attribuiti al Signore Gesù, in quanto porta alla realizzazione della santificazione per mezzo dello Spirito Santo.
Non è nell’insegnamento della Parola di Dio che ai Santi si debbono attribuire onori e meriti, e i Sommi apostoli Pietro e Paolo sono un esempio in questo: “E come Pietro entrava, Cornelio, fattosi incontro, gli si gettò ai piedi, e l’adorò. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: Alzati, anch’io sono uomo come te!”, (Atti 10:25-26).
“E le turbe, avendo veduto ciò che Paolo aveva fatto, alzarono la voce, dicendo in lingua licaonica: Gli dèi hanno preso forma umana, e sono discesi fino a noi!
E chiamavano Barnaba, Giove e Paolo, Mercurio, perché era il primo a parlare.
E il sacerdote di Giove, il cui tempio era all’entrata della città, portò dinanzi alle porte tori e ghirlande, e voleva sacrificare con le turbe.
Ma gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si stracciarono i vestimenti, e saltarono in mezzo alla moltitudine, esclamando: “Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo uomini della stessa natura che voi; e vi predichiamo che da queste cose vane vi convertiate all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; che nelle età passate ha lasciato camminare nelle loro vie tutte le nazioni, benché non si sia lasciato senza testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo piogge e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia nei vostri cuori”.
E dicendo queste cose, a mala pena trattennero le turbe dal sacrificar loro”, (Atti 14:11-18).
Oggi, se gli apostoli Pietro e Paolo, fossero ancora viventi sulla terra di certo protesterebbero contro ogni manifestazione di culto anche nei loro confronti.
Tratto da: http://www.incontraregesu.it/
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