Fidanzamento cristiano… come mantenere l’impegno!

Fra i tanti problemi che coinvolgono i sentimenti e le preoccupazioni dei giovani, v’è ne uno estremamente importante: la scelta della persona con cui bisogna trascorrere tutta la vita. Le ragioni che ci spingono a trattare quest’argomento, nella speranza che possa essere di aiuto ai giovani, sono vari. La persona che sposeremo eserciterà, inevitabilmente, su noi un’influenza che può essere sia negativa, che positiva. (È assurdo sperare di sposarsi senza essere influenzati da chi ci sta a fianco); la scelta è importante perché è per tutta la vita, e condizionerà il nostro futuro; i cristiani si fidanzano con l’idea di sposarsi, e non si sposano certo con l’idea che, se le cose non andranno bene, alla fine potranno divorziare (Marco 10:9).
E’ assolutamente da escludere un “pre-matrimonio”, una convivenza per i cristiani, una specie di accordo per provare la vita in comune e poi a secondo dell’esperienza spezzare un legame oppure ufficializzarlo; la scelta di un compagno per la vita, è così importante da non dover essere fatta in fretta né lasciata al caso.
Purtroppo, si sono visti diversi matrimoni falliti, ma, gloria a Dio, anche molti matrimoni fiorire e contribuire notevolmente alla crescita personale di entrambi i coniugi. Meditando un pò su questo si giunge alla conclusione che, anche in questo caso, “Prevenire è meglio che curare”.
Si è più che convinti che la Parola di Dio ci da alcuni principi basilari che, se seguiti, permetteranno una scelta e un fidanzamento sereni, ma c’è di più: condurranno a un matrimonio felice.

Secondo un noto dizionario della lingua italiana, il termine “fidanzamento” significa “promessa reciproca
di matrimonio”. Un’altra definizione è: “periodo di tempo compreso tra la promessa di matrimonio e le nozze”. E ancora: “cerimonia relativa a tale promessa”. La definizione “cerimonia relativa a tale
promessa” è basata sulle tradizioni e costumi dei figli. Il fidanzamento non è il matrimonio ma è una promessa di matrimonio, promessa fatta prima in maniera privata e poi pubblicamente.

Fidanzamento etimologicamente deriva dalla parola fede, fiducia; ciò significa che le persone ripongono
la loro fiducia nella promessa fatta l’un l’altro, promettendo di tenere fede all’impegno.
Fidanzamento vuol dire anche dare sicurezza. La promessa di fidanzamento implica, infatti di rassicurare
il partner che lui sarà suo marito e lei sua moglie.

 

La guida del Signore nella scelta

La più importante scelta della vita è quella di seguire Gesù. Dopo vi è quella del matrimonio. A proposito
di quest’ultima bisogna considerare alcune cose.

Dio è la suprema autorità
Quando Abramo mandò il servo Eliazar a cercare una moglie per il proprio figlio, lo fece “giurare per il Signore” (Genesi 24:3), proprio perché Abramo aveva la certezza che soltanto Dio poteva guidare nella maniera giusta. Prima che il giovane si impegni in un fidanzamento, deve accertarsi che Dio costituisca l’autorità suprema della propria vita. Sottoponiamo le nostre scelte alla volontà di Dio che non sbaglia mai.

Bisogna vivere in profonda comunione con Cristo Gesù
II cristiano che vuole fare la scelta giusta, deve assicurarsi, prima di ogni cosa, che stia vivendo un’esperienza piena e continua con il Signore, che ha detto: “Dimorate in me e io dimorerò in voi…
senza di me non potete far nulla”
(Giovanni 15:4,5). Se c’è stata una profonda rigenerazione, una vera consacrazione alla preghiera, una totale ubbidienza alla Bibbia, di certo Dio non farà mancare la sua
guida, perché essa è un segno del Suo amore.

Conoscere ciò che Dio vuole
Quando vogliamo fare la volontà di Dio, c’impegniamo anche a conoscere ciò che egli vuole da noi:
“Confida nel Signore e fa’ il bene; abita il paese e pratica la fedeltà. Trova la tua gioia nel Signore, ed Egli appagherà i desideri del tuo cuore. Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui ed egli agirà”
(
Salmo 37:3-5).
E ancora: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie ed Egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:5,6).

Deve essere cristiano
Le amicizie nel mondo dovrebbero avere soltanto lo scopo della testimonianza (cfr. Giacomo 4:4) perché
il mondo giace sotto il potere del maligno (I Giovanni 5:19) che è il principe di questo mondo
(Giovanni 12:31; 16:11).
Pertanto, è chiaro che un cristiano deve coltivare le sue amicizie soprattutto tra credenti e, quindi, fare le sue scelte tra i credenti medesimi. Bisogna sposare qualcuno della famiglia di
Dio. Questo è il modello biblico! Ecco alcuni esempi: Genesi 6:1-8.
I credenti della discendenza di Set (Genesi 4:26) attratti dalla bellezza esteriore, che è fugace (Proverbi 31:30), sposano delle ragazze non credenti, con i risultati riportati nel testo.
Genesi 24:1-4,26,27,50,51.
Abbiamo già accennato a questo episodio, ma si noti che non era solo Abramo
ad essere preoccupato per una scelta così importante, ma anche Isacco “meditava nella campagna”
(Genesi 24:63),
Orava” traduce la versione Diodati. Dio intervenne e tutto il piano esposto nel capitolo si realizza sotto il Suo sguardo e la Sua benedizione. Altri brani biblici Esodo 34:10-16; Deuteronomio 7:1-4; Giosuè 23:3-12.

Esempi negativi
Sansone decise di sposare una donna filistea, e le cose andarono male (Giudici cap. 14); Salomone, il
grande re d’Israele, si sposò con donne non ebree che alla fine lo allontanarono dall’Eterno e lo spinsero
ad adorare gli idoli, “Facendo ciò che è male agli occhi del Signore” (1 Re 11:1-11); anche i reduci dall’esilio fecero lo stesso errore (Esdra 9:10-15; Neemia 13:25-31).
Coloro che non ubbidiscono alla volontà di Dio rischiano la salvezza. Questo vale sia, per i giovani (II Corinzi 6:14; 7:1), che per le/i vedove/i (1 Corinzi 7:39).

Breve analisi di 2 Corinzi 6:14-15
Non vi è alcun rapporto fra la giustizia e l’ingiustizia. Chi è salvato è anche giustificato, e conduce, o dovrebbe condurre, una vita secondo i principi della “nuova vita” che ha ricevuto. Come potrebbe coesistere una persona i cui principi e il cui atteggiamento è generato da un’ignoranza dell’Evangelo, o addirittura da un’opposizione ad esso? Quali principi verranno applicati in un matrimonio spiritualmente eterogeneo? Sarebbe disastroso per entrambi, soprattutto per la salute spirituale della parte credente.
Non c’è coesistenza fra luce (credente) e le tenebre (non credente). Dove arriva la luce le tenebre scompaiono. E’ una questione di posizione: se siamo in una stanza illuminata non vediamo assolutamente
le tenebre, viceversa chi è nelle tenebre non sopporta la luce.
Non v’è amicizia fra Cristo e l’indegnità. Il termine “Beliar” deriva da una parola ebraica che significa “cattiveria, indegnità” e viene usato per indicare Satana, l’avversario delle anime nostre. L’avversario non
è un amico, ma un nemico e, come tale, va tenuto distante.
Non v’è amicizia da condividere fra il fedele e l’infedele. Ricordiamoci sempre di Sansone e Salomone
che pagarono personalmente l’errore di sposarsi con donne pagane. Non vi può essere relazione fra il
tempio di Dio e gl’idoli. L’idolatria è una delle inclinazioni naturali del cuore umano. Avere dentro casa qualcuno che alimenti questa naturale inclinazione è terribilmente pericoloso.
E poi, all’arrivo di un figlio arriveranno irreparabilmente anche i problemi. Questo bimbo dovrà essere battezzato secondo il rito cattolico? Che tipo di educazione religiosa dovrà ricevere?
(Attenzione perché prima del matrimonio si fanno tante promesse che poi non possono essere mantenute, grazie anche alla pressione di genitori e familiari). Quale shock può provocare al bambino? Che tipo di educazione potrà mai dare ai figli, malgrado la buona volontà, il coniuge non credente?
La Parola di Dio è chiara. “Chi ha orecchio da udire oda” (Apocalisse 2:17). Soltanto essendo di pari consentimento, i coniugi possono vivere una vita felice ed educare in armonia i loro figli nelle vie del Signore.

Considerazioni per la scelta

Premesso che la scelta del futuro coniuga deve essere fatta nell’ambito della famiglia di Dio, qui di
seguito cercheremo d’individuare, seppur genericamente, alcuni elementi che possono essere di aiuto.

Essere amici è diverso che essere fidanzati, il fidanzamento è più dell’amicizia
C’è differenza tra amicizia e fidanzamento non soltanto dal punto di vista sentimentale, ma anche dal
punto di vista di rapportarsi l’un l’altro. Fidanzarsi è una cosa seria! Essere amici è una cosa, fidanzati è un’altra: i comportamenti sono differenti. Amici lo siamo tutti, fidanzati lo si è in due. Bisogna discutere
ed affrontare in maniera matura eventuali problemi che si evidenziano o si presentano durante il fidanzamento. Ignorare certi problemi o cercare di bruciare le tappe si rischia di bruciare la propria vita. Tenere presente che seppure con dispiacere, è meglio l’interruzione di un fidanzamento che il fallimento
di un matrimonio. Sappi aspettare, sappi attendere ed il Signore ti darà il meglio, non avere fretta e non correre (Proverbi 24:3,4). Il fidanzamento non può instaurarsi senza il presupposto dell’amicizia. Possiamo essere amici senza essere fidanzati, ma non possiamo essere fidanzati senza essere amici.

E’ possibile il colpo di fulmine?
Il colpo di fulmine è possibile, ma non è possibile che il colpo di fulmine sia vero amore. Non si può amare una persona senza conoscerla. Nel colpo di fulmine, si ama una figura, un’immagine, non la persona. Noi
non dobbiamo sposare un’immagine, ma una persona. L’amore che porta al fidanzamento è qualcosa di
serio e di razionale. Bisogna pregare e chiedere al Signore la Sua guida.

L’infatuazione
L’infatuazione tende a divinizzare l’altra persona ed a innalzarla irragionevolmente. Qualcuno ha detto
che l’amore è una malattia di cuore che ottenebra la mente. All’inizio può essere così, ma dopo, il vero rapporto di amore, che presuppone il matrimonio, è un fatto ragionato e cosciente.
Il fidanzamento non è una prova, ma, una promessa di fedeltà dinanzi a Dio. La promessa che ci si fa con
il fidanzamento non è una promessa relativa ad un certo periodo ma riguarda tutta la vita (Osea 2:19,20).

Deve essere un’attrazione particolare
Certamente la Parola di Dio ci esorta ad amare tutti i credenti. Si tratta, però, di un amore spirituale, fraterno. La simpatia e l’attrazione che invece nasce tra due probabili candidati al matrimonio è qualcosa
di diverso, che riguarda il carattere, la personalità in genere, il modo di fare, di parlare e, certo, anche quella fisica. Quando nascono tutte queste cose, allora può darsi che ci si sia “innamorati”. Attenzione,
però, all’elemento emotivo, che può far tacere quello razionale di cui siamo anche forniti.

Prima di fidanzarsi bisogna conoscersi
Non serve che, per conoscere l’altra parte, ci si separi dal resto della chiesa. Se è la persona giusta,
questa non ci porta a disinteressarci da tutti i programmi della Chiesa. Se lui o lei ci porta via dagli
impegni della Chiesa significa che c’è qualche cosa che non và in lui o in lei. Alcuni si isolano non frequentando più, ad esempio, la riunione dei giovani. E’ un comportamento egoistico perché si porta
via la persona dal gruppo nel quale stava operando, pensando soltanto alla propria soddisfazione e al
proprio egoismo. Se non si riesce a stare fidanzati in Chiesa non si resterà neanche da sposati. Quando si trova la persona giusta ci si deve sentire più forti nel Signore. E’ molto sconsolante il fatto che uomini di Dio hanno dovuto rinunciare a ministeri meravigliosi del Signore a causa della moglie che li frenava.
La personalità e il carattere di una persona si manifestano quando questa si trova insieme agli altri, nel rapporto con gli altri.

A questo punto è il momento di pregare in modo specifico Dio. Se l’attrazione continua, se non ci sono novità contrarie, se ci si rènde conto che l’attrazione è ricambiata e si sente che è la volontà di Dio,
viene il momento di dichiararsi, magari senza un impegno definitivo ma per fare una bella conversazione, per conoscersi meglio, per fare insieme una bella preghiera. Se non ci sono grossi ostacoli si può passare
ad un fidanzamento.

Bisogna essere d’accordo
“Due… camminano forse insieme, se prima non si sono accordati?” (Amos 3:3). Com’è stato già detto il disaccordo sulla fede può rendere il matrimonio veramente infelice e disastroso. Prima di ogni cosa
bisogna essere d’accordo su questo, successivamente si può parlare insieme e scoprirsi d’accordo sulle
scelte fondamentali della vita matrimoniale: sul modo di vivere la fede in comune, sul modo di servire il Signore nella comunità locale, se uno dei due ha qualcosa di grave da confidare, sulla possibilità o volontà
di avere dei figli, su come educarli, sulla possibilità che anche lei lavori, sul lavoro di lui e sulla sicurezza economica, sulle relazioni d’avere con i genitori, su impegni finanziari presi o da prendere, se vi sono
delle infermità ereditarie, sulla diversità del livello culturale, sulla scelta degli amici, sugli svaghi, e molti altri possono essere i soggetti d’affrontare. Molti argomenti possono essere affrontati con la Bibbia e,
anche questo, sarà un modo di conoscere il grado di sottomissione dell’altro alla Parola di Dio.
Se non ci sono delle premesse solide, è meglio rompere subito, anziché impegnarsi ufficialmente in un fidanzamento che non ha ragione di sussistere. Tuttavia, bisogna tenere presente che possono esserci
cose di secondaria importanza sui quali non si è perfettamente d’accordo, ed è veramente il caso di non mettervi troppo peso.

Vi devono essere delle qualità personali che apprezziamo
Attenzione a certe qualità: bellezza, talenti, educazione, ricchezza, dolcezza…, che non garantiscono
la felicità in un matrimonio. Nella scelta è fondamentale saper riconoscere le qualità che contano: la
gentilezza del carattere, la voglia di lavorare, la pazienza nell’educare i figli, la capacità di comunicare
e rendere un rapporto soprattutto amichevole, la generosità nel prodigarsi per il bene della famiglia, la capacità di sapere veramente perdonare e lo zelo nel servizio a Dio. Il carattere di uno dei coniugi può avere influenze negative e sul rapporto stesso e sulla crescita dei figli. Chi sceglie una persona nata di nuovo, può avere la garanzia che Dio sta trasformando il suo carattere e tutto diventa più facile.

Interessi similari
Saremmo disposti a vivere una vita con una persona che non ha i nostri stessi interessi? Non parliamo di interessi diversi, ma che si integrano a vicenda. Parliamo, per esempio, di cristiani che amano frequentare la comunità e altri i quali ci andrebbero soltanto la domenica per rivedere gli amici o per mettere a tacere la propria coscienza, ma non per un amore sincero verso Dio e la comunità. Certamente, questo non può essere un fidanzamento benedetto dal Signore.

Le circostanze
Come faccio ad essere certo della guida di Dio? Oltre alla già citata guida del Signore secondo il modello biblico, esiste anche l’aiuto che viene dalle circostanze che il Signore armonicamente prepara per noi. Prendiamo come esempio Rut, poiché la sua storia c’insegna come si possa trovare un compagno mediante
le circostanze. Nel caso di Rut c’erano molti ostacoli al suo matrimonio, ma Dio aprì una strada in modo da consentire ciò che era secondo la Sua volontà (leggere libro di Rut).

Buoni consigli
Rut ascoltò i consigli datele dalla esperiente e spirituale Naomi, così ogni giovane cristiano dovrebbe
dare ascolto alla voce dell’esperienza: i genitori, il pastore e credenti profondamente consacrati a Dio,
per potere, anche in questo modo, riconoscere la volontà di Dio. In particolare un fidanzamento cristiano, in una comunità evangelica non dovrebbe mai prescindere dal consiglio del pastore o, ancora peggio, a
sua insaputa. Concludendo questo capitolo, la scelta deve essere fatta con oculatezza, sapienza, pazienza
e, soprattutto, in preghiera invocando la guida del Signore.

Il comportamento dei fidanzati

Dopo che due giovani si sono dichiarati il loro amore e si sono trovati d’accordo per potere avere un futuro insieme, si fidanzano ufficialmente, per un tempo più o meno lungo (per conoscersi e adattarsi meglio).

Il problema dell’intimità
A questo punto, però, nasce naturalmente il problema dell’intimità a cui possono giungere. Nei tempi e
negli ambienti biblici il problema non sussisteva, in quanto i fidanzati si vedevano molto raramente e si sposavano relativamente presto. In ogni modo, si possono ricavare delle norme generali dalla Parola di
Dio. Sono da escludere nella maniera più assoluta i rapporti sessuali, poiché vanno vissuti soltanto nell’ambito del matrimonio e, anche questi, nella benedizione di Dio (Genesi 2:24; Ecclesiaste 9:9;
Matteo 1:18-25)
; Sono da escludere anche quelle carezze troppo intime che possono portare ad un’eccitazione irreversibile (II Timoteo 2:22; I Corinzi 10:31); Sono permesse quelle carezze legittime
che non compromettono né la loro coscienza, né il futuro della coppia, sia in caso di matrimonio che in
caso di rottura del fidanzamento. Alcuni ammettono solo quelle carezze che si possono fare anche davanti
ai genitori.

Perché rinunciare alle intimità
Oltre alle ragioni indicate dalla Parola di Dio, e che costituiscono la norma per ogni credente, ve ne sono delle altre che sconsigliano un rapporto tra fidanzati troppo intimo, e che sarà utile esaminare.
Il fattore psicologico. E’ logico che due fidanzati cristiani si devono preparare per il matrimonio. Per cui devono conoscersi e amalgamarsi meglio. Però, se si spingono fino a carezze troppo intime, scenderà tra loro una cortina invisibile, ma reale, che comprometterà inevitabilmente il reciproco adattamento del carattere. Se poi addirittura si arrivasse ad un rapporto sessuale, la relazione del fidanzamento prima ed, eventualmente, del matrimonio dopo, sarebbe per sempre compromessa o, comunque, alterata.

Il fattore biologico-pratico. Se due fidanzati si fanno irrazionalmente trasportare verso rapporti sessuali,
si rischia una gravidanza e, quindi, l’arrivo di un bambino imprevisto e indesiderato, almeno per il momento. Un bambino che avrebbe bisogno di tutte quelle strutture familiari, domestiche e logistiche
per vivere e crescere sano. Allora quell’ambiente e quelle strutture, che ancora non sono affatto pronti, devono essere improvvisati in fretta e furia con grave disagio psicologico, sociale e spirituale della
coppia. Senza contare la reazione di genitori, parenti, amici… La loro unione ne risentirà sempre.
Il fattore fisico. Se due fidanzati indugiano a rapporti molto intimi, la fame sessuale si sveglia in maniera prepotente, che ognuno sarà tentato ad avere rapporti completi tra loro oppure a procurarseli con un partner più facile.

Il fattore sociale. In un ambiente come il nostro, forse considerato molto gretto da un certo tipo di
società, ma che è abbastanza integro dal punto di vista biblico e cristiano, le intimità tra fidanzati
portano gravi disagi non solo per loro stessi, ma anche per le famiglie. Senza escludere che ciò costituirà
un problema anche per la comunità e per la testimonianza nella società che la circonda.

Il fattore sentimentale. In realtà un eventuale rapporto troppo intimo prima del matrimonio, ostacola la crescita dell’amore, checché ne dicano i fautori del “sesso libero”, sarebbe come raccogliere dei fiori nel mese di Aprile e non avere mai dei frutti al tempo del raccolto.
Sono interessanti, a questo proposito, le parole di un esperto come Walter Trobish:
“L’amore non deriva dal sesso. L’amore deve crescere fino al sesso. La verginità è qualcosa di superlativamente positivo, è l’atto di preparazione perla pienezza dell’amore”.
Chi ama veramente sa aspettare il momento giusto. Non pensa a ricevere, né pensa a soddisfare i propri desideri, ma pensa soprattutto a dare. L’amore vero non è egoistico, ma sempre altruistico.
Chi pretende dei rapporti troppo intimi prematuramente in realtà non sta manifestando vero amore.
L’arte del desistere, del rinunciare è il segreto della felicità. Come una diga che rende possibile la trasformazione dell’energia dell’acqua in elettricità; il controllo dei propri desideri, rende possibile la trasformazione dell’energia del sesso in amore. L’amore vero è puro, e tale amore rischia di essere ferito, invece, da rapporti intimi prematuri. Non c’è mai contraddizione tra l’amore e il volere di Dio, in quanto “Dio è amore” (I Giovanni 4:8,16). Perciò Dio protegge l’amore confinando il sesso nell’ambito del matrimonio.

Non andare in ferie da soli
Dobbiamo essere di testimonianza sia nella Chiesa che nel mondo.
Il fatto che non interessi cosa pensano o dicono gli altri rivela immaturità: dobbiamo essere responsabili
del comportamento che abbiamo perché i credenti devono essere la luce del mondo, ed il sale della terra,
e quello che facciamo non lo facciamo per noi stessi ma per la gloria del Signore.

Non vivere in casa del fidanzato/a
Non è di buona testimonianza e può recare danno alla famiglia stessa e certamente agli stessi fidanzati
anche se non se ne rendono conto. Questo non significa che se i due abitano distanti la famiglia dell’uno
non possa ospitare l’altro per un breve periodo.

Le buone abitudini
L’avvedutezza non è mai troppa, in un tempo di tanta decadenza morale. Sarebbe buono che due fidanzati leggano insieme la Bibbia, preghino insieme il Signore, servano Dio nella comunità locale…. In questo
modo non soltanto il fidanzamento sarà benedetto, e si costruiranno le fondamenta per un matrimonio veramente felice, ma si eviteranno comprensibili (ma non ammessi) impulsi giovanili. Sarà buono che i giovani fidanzati cristiani si abituino a trattarsi cristianamente e con il massimo rispetto.
La massima a cui dovranno uniformarsi è: “rinuncio a ciò che mi piace per amore”. La fede cristiana non è affatto incompatibile con l’amore “romantico”, ma è certamente incompatibile con un “amore” pazzo, irrazionale, tutto passione e istinti incontrollati, tanto caro ad un certo tipo di letteratura in voga oggi, o a certi programmi televisivi. Non si vuole certamente indulgere ad una casuistica che spesso ha del morboso. Qui non si tratta di essere “all’antica” oppure “alla moderna”, ma di vivere biblicamente e di evitare tutto ciò che, in qualche modo, anticipi quei rapporti che sono propri del matrimonio e che portano il cristiano
e la cristiana a “essere una sola carne” (Genesi 2:24).
E’ bene quindi evitare le occasioni, le circostanze di solito favorevoli ad una degenerazione delle manifestazioni d’affetto che pure devono esserci tra due fidanzati cristiani. Questo vale sempre, ma soprattutto quando l’unione tra i due e ancora da decidersi, quando sussistono ancora dei dubbi, delle incertezze da una parte e dall’altra. Sarebbe buono che i due candidati al matrimonio evitassero di
rimanere da soli per troppo tempo: «Uno si metterà forse del fuoco in petto senza che i suoi abiti si brucino? Camminerà forse sui carboni accesi senza scottarsi i piedi?» (Proverbi 6:27,28).

Brevi considerazioni sull’unione matrimoniale

Del matrimonio se ne parlerà, Dio volendo, in un altro studio. Tuttavia, prima di concludere non possiamo fare riferimento al fatto che il matrimonio e la vita familiare vengono più di una volta visti nella Bibbia come simbolo dell’unione spirituale tra Dio ed Israele (cfr. Osea 2). Ora, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, il matrimonio è considerato un fatto pubblico. Data la dignità del matrimonio tra credenti e dell’importanza della famiglia nell’ambito della Chiesa, che è il Corpo di Cristo, l’unione tra un cristiano ed una cristiana deve essere un fatto a tutti ben noto ed individuabile. A parte le cerimonie in chiesa, che pur hanno la loro importanza, il cristiano e la cristiana che intendono unirsi in matrimonio secondo la volontà di Dio, devono esprimere pubblicamente, dinanzi alla propria comunità tale intenzione, e la comunità deve prenderne atto, in modo che ognuno possa pregare e affermare tranquillamente: “il fratello Tizio e la
(cfr. I Corinzi 7:9). D’altra parte se un cristiano e una cristiana si amano davvero, e non essendovi nessun serio ostacolo alla loro unione, decidono, dopo la matura riflessione dinanzi a Dio, di vivere insieme
“finché morte non li separi”,
non si vede perché questa decisione così importante presa da due membra del Corpo di Cristo, che è la Chiesa, debba rimanere un fatto privato. Se si cerca di mantenerlo tale,
allora significa che un’unione di questo tipo è perlomeno sospetta e al di fuori della volontà di Dio.

Ma qual è il concetto biblico della famiglia? A questo proposito sarà buono leggere alcuni brani della Bibbia: Matteo 19:4-6; Colossesi 3:18-21; I Timoteo 5:8; Proverbi 1:8,9. Possiamo dire che la famiglia è un nucleo sociale caratterizzato dal timore di Dio e da rapporti stabili, ma differenziati, in cui i bisogni di ogni membro sono l’oggetto dell’attenzione degli altri membri. E in questo senso la famiglia è come una piccola chiesa, la quale è il Corpo di Cristo (cfr. I Corinzi 12:12-27). Ora, il fidanzamento è una fase entusiasmante della vita, vissuto in continua ascesa verso una mèta: il matrimonio. Questo periodo dovrebbe servire non solo per programmare il giorno del matrimonio, ma anche per assicurare che, quando giungerà questo
giorno tanto desiderato, la coppia sia in grado di compiere il duplice passo – “il Lasciare” e “1’Unirsi” (Genesi 2:24) – in modo serio e consapevole. Pur continuando a rispettare i rispettivi genitori e suoceri
(cfr. Efesini 6:2),
la giovane coppia deve rendersi autonoma, poiché si è formata una “Nuova” famiglia.

Conclusione

Quanto detto non vuole avere la pretesa di esaurire un argomento tanto delicato ed importante, quanto ipocritamente evitato in nome di una “spiritualità” fittizia che ha mal compreso la praticità del
cristianesimo biblico. Quando due fidanzati cristiani avranno compiuto un passo nella certezza della
volontà di Dio, seguendo i principi generali della sua Parola, la loro unione sarà, certamente, benedetta, felice e produttiva.
Se ritorniamo all’esempio di Rut, scopriamo che ella fu progenitrice di Davide e del Signore Gesù Cristo (Matteo 1:5,6,16). Quale meraviglioso frutto di una scelta e di un comportamento secondo la volontà di Dio.

In questa lettera di C.T. Studd sono presenti i requisiti che dovrebbero avere due persone che vorrebbero fidanzarsi e quindi sposarsi:

Ti amo per il tuo amore per Gesù.
Ti amo perché tu ami Gesù.
Ti amo per il tuo zelo per Lui.
Ti amo per la tua fede in Lui.
Ti amo per il tuo amore per le anime.
Ti amo per la tua gentilezza.
Ti amo per la grazia che dimostri agli altri.
Ti amo per il tatto che hai non solo verso di me, ma anche verso gli altri.
Ti amo perché mi ami.
Ti amo perché sei tu.
Ti amo per sempre.
Ti amo perché Gesù ti ha usato per benedirmi e per infiammare la mia anima.
Signore Gesù come posso ringraziarti abbastanza per un simile dono che Tu mi hai dato.

Questo è amore!

Il Signore ci aiuti tutti, giovani e meno giovani, a vivere inequivocabilmente alla gloria sua, sempre e in ogni circostanza.

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