00H01o smesso di giocare a calcio da tempo! Voglio raccontarti però una storia e se arrivi a leggerla fino in fondo magari capisci bene anche il finale.
Tutte le domeniche non vedevo l’ora di scendere in campo, l’adrenalina a mille, ogni partita una nuova sfida. Capire come potersi migliorare settimana dopo settimana, fare bella figura davanti a chi era venuto a guardare la partita, lo spogliatoio fatto di urla e di risate, le liti con i compagni più rognosi, le liti con il mister che nessuno capiva a parte chi faceva finta di capire.
Il custode del campo che andava di matto se mi azzardavo ad entrare con gli scarpini tutti sporchi di fango, il gazebo bar che speravamo lasciasse a terra qualche lattina dimenticata di “tropical”, bevanda extra lusso dal sapore esotico.
La doccia fredda tutte le volte che si rompeva lo scaldabagno i tifosi avversari di paese che ci minacciavano di morte (sono ancora vivo, loro poi non facevano mai niente) il giorno prima della gara però… c era sempre il Sabato, mamma mia il Sabato! E chi dormiva il Sabato!?
Il Sabato non si usciva mai, il sabato si riposava per il giorno dopo, per ora di cena ero già rientrato a casa da un’ora; e anche se si andava a letto presto, si finiva sempre per dormire tardi, vuoi vedere che oggi invece dormo? Macché… domani si giocherà oh non vedo l’ora, mamma mia che ansia, chissà se sarò ancora titolare, chissà se il mio nome è tra i primi 11 in quel foglio di carta che il mister custodisce gelosamente nella tasca della tuta, chissà se gioco a destra oppure a sinistra, chissà se mi ha scelto o mi lascia fuori. Insomma, o per una cosa o per l’altra il sabato chi dorme!?
Sì ma che c’entra, dove mi stai portando… Ale non capisco, dove vuoi arrivare? Semplice, adesso te lo spiego.
Io non gioco più, ma quello che faccio tutte le domeniche esplode come una dinamite dentro di me e mi catapulta in maniera feroce indietro nel tempo.
Oh sia chiaro eh! non c’è più il custode che s’arrabbia per le scarpe sporche di fango, ma c è un Signore che ogni giorno mi accetta e mi ama davvero tanto, mi ascolta e mi migliora e proprio lui gira voce che dal fango mi abbia formato!
La domenica è pura magia!!! Ha un fascino incredibile, io arrivo tutte le mattine presto anzi prestissimo, la squadra si inizia a riscaldare ed iniziamo a preparare tutto, ci si muove tutti quanti insieme come un unico corpo… ogni situazione di gioco viene preparata nei minimi dettagli, l’Allenatore è già lì ed è fantastico, ma come fa ad essere sempre lì per primo, oh il primo ad arrivare l’ultimo ad andarsene, ma non ce l’ha una famiglia sto Signore? Mi viene da pensare che la sua famiglia forse siamo noi. Durante la settimana mi dice esattamente cosa fare, Lui non è come gli altri però, si fa capire e come se si fa capire, mi esorta, m’incoraggia, non mi mette mai ne a destra e ne a sinistra, sono sempre al centro.
Sono al centro dei suoi desideri, sono al centro del suo progetto, mi ha scelto, oh mi sceglie sempre sto Signore.
Ok ma gli spettatori che fine hanno fatto? Gli spettatori non mancano mai nemmeno loro, oh non puoi capire è proprio lui che convince tutti gli spettatori a venire la domenica allo stadio e non sono più semplici spettatori, adesso sono tutti e dico tutti protagonisti.
Oggi non sono più io che regalo emozioni, ma è lui che vive in me a stravolgere tutto, la parte più bella però è sempre a fine partita, ogni fine partita la salva sempre lui, anche a tempo scaduto quando tutto sta per finire, Lui è in grado di fare sempre miracoli: uno, due, dieci, cento, mille miracoli.
La partita della nostra vita la salva sempre lui… è Lui il vero fenomeno tra tutti noi, compie dei prodigi assurdi, in qualunque momento e verso chiunque, adesso lo so che fai fatica a credermi ma fidati di quello che dico e vedrai!
Oh sia chiaro eh!! Io oggi non gioco più, mi godo solo lo spettacolo, e vuoi sapere l’ultima? Non pago più manco il biglietto, te lo giuro ha pagato lui per tutti noi.
Io non gioco più! Ma quante cose belle che stanno succedendo e quanti ricordi che si mescolano col passato alla fine di tutto, infatti, il Sabato chi dorme.
Alessandro Russo
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