Il summit sul nucleare porterà la vera pace in medioriente?

Iran framework deal is decisive step say Iran and six powersDopo l’esito del summit tenutosi a Losanna lo scorso 1° aprile fra Usa e Iran riguardo lo spinoso problema del “nucleare”, la stampa internazionale parla entusiasta di svolta storica (.) sottolineando che adesso il mondo è più tranquillo: “si tratta di un passo importante verso una maggiore sicurezza nel mondo, che è una delle priorità della politica estera svizzera!”, ha detto il capo della diplomazia elvetica Didier Burkhalter in una nota diffusa dal Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE). Tuttavia, alla luce delle verità scritturali, questo accordo preliminare fra Teheran e il gruppo 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina più Germania) in vista di mettere nero su bianco il prossimo giugno ha il sapore di un grande “bluff”, perché nessuno andrà a controllare lo stato di avanzamento dei lavori sul nucleare iraniano dietro il quale – non bisogna dimenticare – c’è l’amica Russia; il leader musulmano Rohani, astutamente, è riuscito a prendere in giro Obama e company facendo rimuovere le pesanti sanzioni sul paese malgrado l’Iran non tornerà indietro dalle proprie mire di riuscire, alla fine, a fabbricare quell’arma atomica capace di poter annientare con un solo colpo qualsiasi nazione nemica e soprattutto il piccolo stato di Israele, il nemico di sempre. Eppure, l’eco delle terribili e sfacciate dichiarazioni dell’ex presidente iraniano Amadinejhad di voler “distruggere il cancro sionista” non si è ancora spento, tant’è che a distanza di anni da queste minacce il leader musulmano Khamenei ha di recente postato su Twitter, in inglese, che “Israele deve essere distrutto”: è casuale che queste accuse provengano dalla nazione iraniana e non da un altro stato arabo? Nient’affatto! Il territorio attuale occupato dall’Iran corrisponde all’antica terra di Persia, ossia la stessa nazione ostile a Israele che al tempo del profeta Daniele era dominata spiritualmente da quel “capo” (dèmone) che si oppose all’uomo di Dio per ben ventuno giorni (Dan. 10:13). Chi ha orecchi intenda.

Quindi, nonostante l’entusiasmo di Obama e company sulle promesse di Rohani, il credente è chiamato a interpretare ogni evento politico-storico-diplomatico alla luce della bibbia, al fine di poterne comprendere i contenuti e leggfere nei “segni dei tempi”. Colmo dei colmi, il leader israeliano Netanyahu è stato ripreso dal presidente dell’America perché, a suo dire, costui “non ha offerto nessuna alternativa valida per impedire che l’Iran si doti delle armi nucleari”, facendo così intendere che è Israele a non offrire garanzie all’antagonista iraniano piuttosto che essere quest’ultimo a non voler trovare una soluzione pacifica al problema (.). A ogni modo, nucleare o meno, la difesa politico-militare degli Usa verso Israele si va affievolendo, a conferma che l’isolamento strategico-politico di Israele è già stato avviato perché si adempi, in futuro, quel conflitto globale che porterà intere nazioni a muovere guerra a Gerusalemme nel tentativo di reciderlo per sempre. Ma come Dio ha promesso, il Signore Gesù “si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni” (Zaccaria 14:2-3). Caro lettore, il ritorno di Gesù sul Monte degli ulivi (v. 4) risolverà la questione mediorientale, ma vivi tu come se questo evento fosse prossimo o te ne stai comodamente seduto mentre la scena politica e militare internazionale può cambiare da un momento all’altro?

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com

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