La gelosia

Il termine “gelosia” deriva dal latino “zelosus” ed è un sentimento di ansia\disagio dell’essere umano dettato dalla preoccupazione che la persona verso cui è rivolto il nostro amore possa essere in qualche modo essere perduta.

Parliamo quindi di un timore provocato dal pericolo che la persona amata possa essere ammaliata da altri o peggio ancora che arrivi a preferire qualcun altro al nostro posto.

Il risultato di questo turbamento interiore è la rabbia che si riversa nei confronti delle persone verso le quali è rivolta l’attenzione della persona da noi amata.

In buona sostanza potremmo riassumere il significato della parola gelosia come paura di essere in qualche modo traditi da chi noi prediligiamo.

Facendo un’altra piccola ricerca è interessante notare come il termine latino utilizzato per definire questo stato d’animo ovvero “zelosus” sia etimologicamente simile ad un altro vocabolo che è “zelus” ovvero zelo.

Il termine “zelo” significa fervido, operoso ed ha a che fare con una persona che s’impegna dimostrare una determinata attività o realizzazione uno specifico fine.

Volendo fondere i due vocaboli similari nella lingua latina ovvero “gelosia” e “zelo” potremmo arrivare alla facile conclusione che essi esprimono un intenso sentimento di attaccamento nei confronti di una persona per la quale si è pronti a fare una reale dimostrazione d’amore.

La gelosia da questo punto di vista non ci appare più come un sentimento negativo legato al possesso di qualcuno come fosse una sorta di schiavo quanto invece un desiderio puro ed incontenibile di prenderci cura in modo esclusivo di qualcuno e di essere pronti con qualsivoglia dimostrazione d’amore a farglielo capire.

Posti i binari lasciamo dunque che il treno scivoli veloce sulle rotaie ed andiamo ad aprire la nostra Bibbia in Esodo cap.20:

Allora Dio pronunciò tutte queste parole dicendo:

«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

Dio nei confronti del suo popolo (che pochi capitoli  più avanti definisce di “uomini santi”) rivela apertamente quanto forte sia il legame che lo tiene stretto ai suoi figli.

Nel primo comando che l’Eterno impone a Mosè Dio manifesta un cuore puro, sincero e soprattutto gonfio d’more verso coloro di cui “ha udito il gemito”.

Il Signore infatti non si limita ad ammonire Israele sulle conseguenze a cui sarebbe andato incontro chi trasgrediva la sua santa legge ma invita il popolo a considerare l’estensione delle sue benedizioni a pioggia per chi invece la adempie.

L’amore di Dio per Israele si traduce in un’esortazione a non trasgredire ma a obbedire alla sua volontà affinchè gliene venga del bene e non del male.

Dio vuole prendersi cura del suo popolo oggi come allora ma per farlo è necessario che ognuno di noi resti sotto la sfera di controllo di chi “ha fatto ogni cosa bene”.

Dio è realmente geloso di ognuno di noi con i nostri difetti e i rispettivi pregi e desidera fortemente fare la differenza nella nostra vita prendendosi cura di noi, dimostrandoci realmente quanto Egli ci ami attraverso le sue opere.

È un immenso privilegio oggi come allora essere al centro delle attenzioni di un Dio che è geloso in modo positivo di ognuno di noi.

Gli più di ogni altra cosa desidera che la nostra attenzione sia rivolta esclusivamente a Lui esattamente come un genitore desidera che le azioni di suo figlio seguano le sue indicazioni perché chi ti ama ti spingerà sempre a fare la cosa migliore per te.

Migliaia di anni fa, nei confronti di un popolo il cui collo era stato indurito da 400 anni di schiavitù fisica ma soprattutto spirituale, Dio si rivela come unica fonte di salvezza per il corpo e lo spirito.

Dio conosce il nostro cuore volubile e teme che possa far volgere i nostri passi verso sentieri lontani dalla sua presenza.

La condanna minacciata nel primo comandamento non è uno spauracchio utilizzato da Dio per tenere Israele in una condizione di sudditanza nei suoi confronti.

Non avrebbe avuto infatti alcun senso liberare un popolo dall’oppressione egizia per farlo diventare schiavo di un Dio iracondo pronto a punire chiunque avrebbe trasgredito i suoi precetti.

Dio oggi come ieri stava ammaestrando i suoi figli affinchè dall’obbedienza alla sua parola ne derivasse un beneficio per loro esattamente come un genitore impone delle regole di comportamento ai propri figli :

  • perché abbiano successo nella società comune sapendo comportarsi in modo conveniente alle circostanze che affrontano
  • onorino di riflesso i genitori che hanno inculcato nelle loro menti gli insegnamenti

La gelosia di Dio per ognuno di noi deve essere assunta come il nostro più profondo orgoglio poiché come scritto nei proverbi “Egli corregge quelli che ama”

Il Signore desidera che rispettiamo i suoi precetti perché da ciò ne derivi un bene per noi e questo lo attesta ampliamente in Deuteronomio 28 dove troviamo scritto:

Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore, tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore, tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra. 2Poiché tu avrai ascoltato la voce del Signore, tuo Dio, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste benedizioni. 3Sarai benedetto nella città e benedetto nella campagna. 4Benedetto sarà il frutto del tuo grembo, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame, sia i parti delle tue vacche sia i nati delle tue pecore.5Benedette saranno la tua cesta e la tua madia. 6Sarai benedetto quando entri e benedetto quando esci. 7Il Signore farà soccombere davanti a te i tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di te e per sette vie fuggiranno davanti a te. 8Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano. Ti benedirà nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti. 
9Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se osserverai i comandi del Signore, tuo Dio, e camminerai nelle sue vie.10Tutti i popoli della terra vedranno che il nome del Signore è stato invocato su di te e ti temeranno. 11Il Signore, tuo Dio, ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti. 12Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani: presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti. 13Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore, tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica, 14e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dèi e servirli.

La gelosia di Dio è chiaramente orientata alla protezione e salvaguardia dell’oggetto verso cui è rivolta ovvero noi e non semplicemente al suo possesso come fossimo dei soldatini che devono obbedire agli ordini impartiti.

Il Signore dimostra la purezza del suo sentimento nei nostri confronti arrivando a definire ognuno di noi come “la pupilla dei suoi occhi”, ovvero la parte più delicata e preziosa dell’intero corpo.

Questa immensa manifestazione di amore mi rende realmente orgoglioso di appartenere al popolo di Dio comprendendo che in ogni momento chi si oppone a noi nel tentativo di renderci la vita difficile in realtà si sta scontrando contro l’Eterno degli Eserciti.

L’amore passionale di Dio verso ognuno di noi da Mosè ad oggi non è mutato nella sostanza ma nella qualità e nella quantità attraverso il sacrificio permesso da Gesù sulla croce.

Come tutti sappiamo Dio ha talmente amore per ognuno di noi da aver permesso il sacrificio del suo unigenito figlio anche solo per salvare una persona da peccato e dalla sua condanna.

Dio ha dato tutto.

Per questo il Signore è nella condizione santa e perfetta di potersi ad ogni grado e livello definirsi geloso di ciò che ha riscattato pagando un prezzo che nessuno di noi si sognerebbe mai di sostenere.

Onoriamo Dio rispettando i suoi precetti non avendo timore della sua ira ma considerando sempre la vastità del suo amore per ognuno di noi in qualsiasi tempo.  

Roberto Curi

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