La Perdita del senso del Pudore

11224472_436814363158549_2611620742421006203_nLa nostra società è orgogliosa di aver infranto tutti i tabù. Qual’è il risultato di questo processo di “liberazione”? Spaventoso e il numero di coloro che sono rimasti scottati, quasi annullati e mutilati psichicamente a causa di un uso sbagliato del sesso. A partire dagli anni ’70, i valori delle società tradizionalmente cristiane sono caduti rovinosamente uno dopo l’altro. La rivoluzione sessuale ha dato il via libera ad ogni genere di istinto, favorendo la fuga dalla pressione nevrotizzante di una morale considerata ormai superata, dall’obbligo della monogamia e dal divieto di utilizzare materiale pornografico. La progressiva perdita del senso del pudore è avvenuta in modo massiccio e mai verificatosi prima. Quello che prima veniva considerato come un morboso ed abnorme, viene oggi esaltato come nuovo stile di vita: omosessualità, sadomasochismo, feticismo, transessualità. I mezzi di comunicazione utilizzano consapevolmente un linguaggio volgare, dimostrando in tal modo un tacito consenso. L’unico comportamento che viene oggi tacciato di morbosità e perversione è quello di coloro che continuano a dichiarare la propria fedeltà al partner. Ma dobbiamo chiederci: quali risultati ha raggiunto la cosiddetta liberazione sessuale? Profonda insicurezza e sfiducia in sé stessi caratterizzano ormai tantissime persone, divenute incapaci di intrattenere delle relazioni stabili. La consapevolezza di non essere amati e rispettati come persone, ma solo corpi che possono essere continuamente soppiantati da altri, il fatto di essere desiderati solo temporaneamente, crea complessi di inferiorità, sentimenti di vuoto interiore, di sradicamento. Nel corso del tempo, la felice esperienza di due persone che si donano pienamente e reciprocamente è andata perduta.

La mancanza di pudore non è che il risultato dell’empietà, dell’essenza di un punto di riferimento divino. Si continua a credere che il senso del pudore non sia altro che il risultato di una falsa ritrosia inculcata dall’educazione e dall’etica ebraica e cristiana. La Parola di Dio narra che senso del pudore non esisteva prima che l’uomo disobbedisse. Soltanto dopo aver commesso il peccato, la prima coppia di esseri umani riconobbe la propria nudità e cerco di coprirsi. Nel tentativo di diventare uguali a Dio, alla ricerca dell’autoaffermazione, anche la sessualità venne collegata al potere. L’altro diventò oggetto di un piacere egoistico. Dio ha creato la sensualità come qualcosa di buono, di bello, di soddisfacente, come espressioni di amore e dedizione. I primi esseri umani avevano ben ragione di vergognarsi, quando si accorsero della depravazione nella quale erano scivolati e dalla quale erano i soli colpevoli. La vergogna, il senso di pudore, quindi, è qualcosa di positivo. La coscienza indica che qualcosa non va, che c’è bisogno di correzione. Una persona che non un senso del pudore, non ha neanche una vera autorità al di fuori di sé. L’indipendenza da Dio, ricercata consapevolmente, ha delle conseguenze anche nei rapporti con il prossimo. La mancanza di timore e rispetto nei confronti del Creatore implica anche la perdita della solidarietà verso il prossimo e indifferenza nei confronti della creazione. L’insensibilità della coscienza, causata dall’eliminazione del senso del pudore, distrugge il singolo e porta al declino dell’intera società.
B.S.

Francesco La Manna – notiziecristiane.com
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