La scelta di Michael, nel Biellese il pastore cristiano più giovane d’Italia

Michael Piscopo, a soli 19 anni, è diventato pastore lo scorso maggio e ha una storia singolare. “La mia vita ha iniziato a cambiare a 15 anni, ma stava andando sempre peggio. Allora ho deciso di aggrapparmi a Gesù: ho capito che per sentirmi importante bastava sentirmi amato”.

Mike

Michael Piscopo è pastore insieme a Matteo e Michelangelo Roveglia nel Ministero Sabaoth Biella, una chiesa cristiana fondata 20 anni fa a Milano dal pastore Roselen Boerner Faccio e poi diffusa rapidamente in Italia e all’estero: ad oggi, sono più di cinquanta le chiese Sabaoth.

Michael è un ragazzo come gli altri, lavora ed è fidanzato, ha sogni e passioni. Ma ha fatto una scelta precisa, che ha deciso di raccontare a Newsbiella:

Perché hai scelto di fare il pastore?

“Non ho scelto per forza, ma ho accettato di farlo perché so che Dio mi porta sempre dove mi aspetta il meglio. Quando ho scelto di credere in Gesù e nel fatto che Lui ha dato la Sua vita per me, ho detto “Rendimi come Tu hai pensato, come Tu mi hai sognato. Fammi diventare l’uomo che Tu hai progettato”. Così quando mi è stato proposto di diventare un pastore, avevo la certezza che fosse l’inizio del Suo progetto: nonostante la grande responsabilità, mi sono ricordato di quella preghiera e ho voluto mantenere la mia parola scegliendo di fidarmi”.

Da come parli, sembra ci sia stato un “prima” e un “dopo” nella tua vita.

“È vero, la mia vita ha iniziato a cambiare all’età di circa 15 anni. Mi sono sempre sentito inferiore e incompreso, ma con la prima sigaretta e le prime bevute, mi sentivo a mio agio. Ho iniziato a frequentare ragazzi più grandi e facevo la vita che la maggior parte dei ragazzi fanno: discoteca, bere, fumare.. Andando avanti ho provato anche della droga e ogni volta mi sembrava di sentirmi sempre meglio, non avevo il peso del senso di inferiorità, mi sentivo grande. Solo due anni dopo però, ho iniziato a notare che la mia vita stava andando sempre peggio: mi sembrava di aver perso la mia famiglia, i miei amici, non avevo più passioni e volevo solo divertirmi ma, alla fine, tutto questo non mi portava a nulla. Mi resi conto di non essere per niente felice. Allora ho deciso di aggrapparmi a Gesù, di credere che Lui fosse morto per me e ho capito che per sentirmi importante e non inferiore bastava sentirmi amato. Per due settimane mi sono chiuso in casa, non volevo più uscire, non volevo vedere nessuno, mi interessava solo capire chi fosse questo Dio e più Lo cercavo, più mi sentivo amato come mai prima d’ora. È stato lì che ho deciso che ne valeva la pena fare qualsiasi cosa per Lui: io mi sono innamorato di Gesù e non si può spiegare, è un qualcosa che non c’entra con la religione, è pura e semplice relazione che non dipende da ciò che gli altri dicono”.

Cosa pensi della tua generazione?

“Penso che i giovani di oggi si sentano troppo piccoli per fare determinate scelte e per sognare in grande: le loro insicurezze spesse volte sono nascoste, ma sembra quasi che puntare in alto sia per pochi “eletti”, quindi per uscire dalla realtà hanno bisogno di ubriacarsi o di drogarsi, proprio come ho fatto io. I ragazzi pensano di essere sfigati se credono in Gesù e seguono la massa bruciando le loro vite, per sentirsi grandi usano cose che in realtà non permettono loro di crescere. La verità che spesso non vogliamo ammettere è che fare una vita così non è così bello come sembra, rovina la tua vita, la famiglia, il rapporto con gli amici. Non sono solo i valori che mancano, il male della società è la mancanza d’amore. Non basta lamentarsi e dire che questa generazione è bruciata e senza valori! Io credo che tutti abbiano bisogno di amore e di esempi di vita, di modelli coraggiosi che esprimono la propria identità in sé stessi e non cercandola in qualcun altro. Io sono molto fiero della mia vita perché so chi sono e che posso essere un esempio per molti giovani che hanno paura di tirare fuori la propria identità: se credo in me stesso e in ciò che sono, non ho paura di mostrarmi. Amo la mia vita ma con Dio ed è stupendo perchè con Lui non c’è età, la società insegna che per fare determinate cose devi avere l’età giusta ed essere importante, avere un titolo, ma io credo che cambierò il mondo perché prima ho cambiato me stesso e chiunque può farlo. Questo è il mio più grande sogno e non ho paura di puntare in alto”.

da: Newsbiella.it/

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