La tragedia di Lampedusa riporta in primo piano il dramma dell’immigrazione

Lo dice anche la Bibbia: “Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”. (Deuteronomio 10:19) – La tragedia di questi ultimi giorni a Lampedusa, dovrebbero farci riflettere come italiani su un fenomeno come quella della migrazione che noi italiani dovremmo conoscere molto bene, e sulla necessità di dare accoglienza a queste persone già duramente colpite da un destino tragico che li ha costretti, e non a cuor leggero, a lasciare la propria terra con tutto ciò che ne consegue.

Il fenomeno della migrazione è antico quanto l’uomo. Da che mondo è mondo gli esseri umani si sono sempre spostati spinti dalla fame o per sfuggire alla violenza dei propri simili, alla ricerca di migliori condizioni vita.

 Quelli che riescono a raggiungere le nostre coste, spesso sono sopravvissuti ad un vero e proprio inferno fatto di traversate desertiche, prigione, umiliazione, violenze di ogni genere stupri sistematici delle donne, ecc.

 La Bibbia ad esempio, racconta di quando Giacobbe e la sua famiglia, ossia l’embrione di quella che poi diverrà la nazione ebraica, trovarono ospitalità in Egitto, e poterono scampare alla micidiale carestia che durò svariati anni (Genesi 46)

 Noi italiani poi siamo maestri di emigrazione, chi di noi non ha almeno un parente in o negli Stati Uniti d’America o in Argentina, in Brasile, e chi sa dove altro.

 A maggior ragione noi italiani dovremo essere solidali con coloro che ancora oggi abbandonano la patria, gli amici, i familiari alla ricerca di una vita migliore, e in qualche caso alla ricerca di una vita quale che sia, visto che nel proprio paese hanno poche possibilità di vivere. Anche in considerazione del fatto che noi sappiamo bene che cosa significa essere maltratti e disprezzati, come lo furono i nostri nonni quando approdavano nel ‘nuovo modo’, anche se poi è stata data loro la possibilità di mettere a frutto le loro capacità, e oggi i loro discendenti hanno conquistato posizioni di prestigio in quelle nazioni in tutti i campi, nella politica, come Nancy Peloso, speaker della Camera dei rappresentati in USA, Mario Cuomo, ex Governatore dello Stato di New York; nella medicina, come ad esempio Renato Dulbecco in USA, insignito premio Nobel per la medicina, in quello artistico, come ad esempio Frank Sinatra; e potremmo continuare a lungo.

Un paese come il nostro che ad ogni piè sospinto rivendica le proprie radici cristiane, (il più delle volte, come nel caso della presenza dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, solo come pretesto per la battaglia politica), dovrebbe a maggior ragione praticare i dettami biblici che ci invitano all’accoglienza dell’altro, senza dover fare ricorso a considerazioni utilitaristiche di natura demografica (la denatalità nel nostro paese à raggiunto ormai un livello tale da mettere seriamente a rischio per il futuro la sopravvivenza in Italia), o di natura economica (a parte il fatto che alcuni mestieri anche vitali, come la raccolta dei prodotti agricoli, l’assistenza agli anziani, ecc. se non fosse per gli immigrati non esisterebbero più da un pezzo – sono sempre di più gli stranieri che danno lavoro a italiani, e che pagano le tasse contribuendo in maniera determinate alla crescita economica del nostro paese).

E’ scritto nella Bibbia:

Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”. (Deuteronomio 10:19)

 “Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto. Io sono il SIGNORE vostro Dio”. (Levitico 19:34)

 “Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l’amore di Dio essere in lui”? (1Giovanni 3:17)

 “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità”. (1Giovanni 3:18)

Fonte

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