La virtù del pudore

pudore1Un valore oggi a torto disprezzato

Domande allo psicanalista francese Gérard Bonnet, sul valore del pudore, sulla differenza tra pudore e vergogna, sulle tracce lasciate dal pudore nella storia delle religioni e sull’attuale diffusa mancanza di pudore.Che cos’è il pudore?
Il pudore è un sentimento di autonomia del proprio corpo, il quale non vuole essere in balìa dello sguardo altrui. È una sorta di protezione psicologica che permette di difendere uno spazio proprio. È un sentimento molto positivo e molto importante. E molto diverso dalla vergogna. Se sono pudico, non è per vergogna. È per una certa fierezza e gioia di essere me stesso. Il pudore è per se stessi e per gli altri. Le persone pudiche hanno spesso molto rispetto per lo spazio degli altri.

Da dove viene e a quale età si manifesta?
Il bambino, fin da piccolo, non ama eccessive intrusioni, nemmeno quando viene accudito. È un sentimento che si sviluppa molto presto. Più tardi, con lo sviluppo della sessualità, il pudore acquisisce ulteriore importanza. Quando un bambino scopre di essere un maschio o una femmina, il pudore stabilisce il limite che gli permette di definirsi : «Questo sono io, il mio corpo, sono io». Molto presto il bambino fa capire che non gradisce intrusioni. Questo si manifesta poi ulteriormente nella fase adolescenziale. Gli adolescenti sono molto pudichi: non vogliono che si guardi il loro corpo e che si entri nella loro camera, perché essi stanno costruendo la loro personalità.

Che traccia ha lasciato il pudore nella storia e nella religione?
Il pudore è un valore esaltato dai greci e dai romani. Ed è presente anche nella Bibbia. È famoso il racconto di Noè il quale rimane nudo dopo essersi ubriacato (Genesi 9). Due dei suoi figli coprono la sua nudità, dopo che lui si è addormentato. È una buona illustrazione del pudore e del rispetto per il corpo altrui. Quel mantello crea una distanza tra il corpo e lo sguardo degli altri. Pudore non è rifiutarsi agli altri, bensì astenersi dall’invadere l’intimità altrui.

Perché la nostra società rifiuta il pudore?
Il pudore è disprezzato, nella nostra società, a causa dell’imperativo esibizionista che caratterizza il nostro tempo: bisogna mostrarsi per esistere e per riuscire. Oggi si tende a confondere il pudore con l’imbarazzo, ma è sbagliato. Viviamo in un clima che ci impone di mostrare ogni cosa, mentre per sopravvivere è necessario mantenere un certo riserbo. Il pudore, lo ripeto, non è vergogna. Chi ha vergogna mostra di avere un problema con la propria immagine: si ripiega su se stesso perché non si sente a proprio agio. Il pudore, al contrario, è una virtù.

Perché gli adolescenti di oggi non hanno il senso del pudore?
I giovani sono spontaneamente pudichi, anche se le mode e l’attuale clima sociale li spingono a essere esibizionisti. In realtà sono più curiosi che esibizionisti: sono pudichi per quanto riguarda se stessi, e curiosi per quanto riguarda gli altri. Essi sono così, oggi, a causa delle interferenze nella sfera della loro sessualità, da parte degli adulti, a scopi commerciali. Oggi, questa tendenza all’impudicizia si trova nella pubblicità, nei film, e nei film pornografici. I giovani sono attirati da questo perché sono curiosi: ma sono gli adulti ad abbindolarli.
Occorre aiutare i giovani a non lasciarsi ingannare. È impossibile fermare questa industria, in quanto essa esiste, in modo particolare su internet. Ma è possibile insegnare ai giovani a stare attenti e a essere critici e severi. Essi possono diventarlo, se vengono aiutati. Occorre spiegare loro chiaramente che si tratta di prodotti offerti da mercanti del sesso che sono spinti unicamente da logiche mercantili. Su questo argomento i giovani sono molto sensibili. Non subito, perché inizialmente prevale la curiosità, ma più tardi sì. (intervista a cura di Marie Lefebvre-Billiez, Réforme)

Tratto da: http://www.voceevangelica.ch/

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