L’insostenibile leggerezza dell’essere… (Cristiano)…

Andare in chiesa, non significa “essere” chiesa, come credere in Dio, non significa che sei salvato…

Giacomo scrive: tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene, anche i demoni lo credono e tremano… Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per mezzo delle opere, quando offrì il proprio figlio Isacco sull’altare? Tu vedi che la fede operava insieme alle opere di lui, e che per mezzo delle opere la fede fu resa perfetta. Così si adempì la Scrittura, che dice: «Or Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. (Giacomo2:19-23)

Per chi ha letto il romanzo, (o visto il film), dal titolo, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” dell’autore Milan Kundera, (senza la parola Cristiano), rimane colpito dai ragionamenti e pensieri dell’autore attraverso la relazione dei comportamenti, motivazioni e voleri dei protagonisti.

La conclusione è che la “leggerezza” (o libertà, e di conseguenza, la felicità), è direttamente proporzionale al rifiuto della responsabilità ed all’idea d’impegno, (ansi, bisogna ammettere che l’essere umano non ne è proprio capace), così invece è succube dal volere qualcosa che è irraggiungibile, mentre gode di momentaneo piacere in cose che non possono essere durature…
Infatti alla fine i protagonisti muoiono un po come le scatole vuote che contenevano regali, e che trovi in giro il giorno dopo natale… vuote, inutili e pronte per il fuoco…

Ecco alcune citazioni filosofiche e significative dell’autore:
“Perché quell’edificio appoggia sull’unico pilastro della sua fedeltà, e gli amori sono come imperi; quando scompare l’idea su cui son fondati, periscono anch’essi…”

“… la vertigine. L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare ad essa…”

“ Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo… Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale ed autentica. Al contrario l’assenza assoluta di un fardello fa si che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prendendo il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale ed i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?…”

La bibbia invece ci spiega che l’uomo naturale è in balia ai suoi desideri: Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui, perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. (1 Giovanni 2:15-17).

Quante persone ci sono che vanno in chiesa e che credono in Dio, ma vivono secondo i desideri e le voglie della carne secondo le loro concupiscenze. Quanti ce ne sono che sanno quello che la Bibbia dice a riguardo, anche avendo un “desiderio” di seguire il Signore, ma si trovano ad adempiere l’istinto innato e gli impulsi di un cuore ed una mente non rigenerata, persi in quell’insostenibile leggerezza dell’essere cristiano solo di nome, su qualche gruppo virtuale di Facebook o Wazup…

Paolo scrive ai Romani: Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace. Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo. Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. (Romani 8:5-8).

E’ per questo che Giacomo avvisa: tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene, anche i demoni lo credono e tremano… Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore?
Quella fede che diciamo di avere, deve produrre frutto, c’è un azione legata al credere, come seguire Gesù implica camminare e poi una corsa, non il rimanere in una posizione statica filosofica attorno a delle massime nella quale (delle volte), sei anche d’accordo.

Giacomo comanda: mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. (Giacomo 1:22-25).

Non si può essere generati da Dio, (nati di nuovo), e non essere attivi nelle cose del Signore, insieme alla Parola vivente, efficace ed attiva all’interno del nostro essere. Giovanni ci ricorda:
Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello. (1 Giovanni 3:9,10).

E’ per questo che Paolo conclude il discorso ai Romani circa la carne e lo Spirito così: Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui. Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione. Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Romani 8:9-11).

Un discepolo che vuole seguire il suo Signore non può fare ameno di essere presente alla riunione di preghiera dei suoi fratelli e sorelle!  Un discepolo non può fare ameno di voler studiare la Parola insieme ai suoi simili! Un discepolo non può fare ameno di odiare il peccato e di voler assomigliare sempre di più a Colui che lo ha riscattato dalla schiavitù del peccato ed una vita insignificante e vuota in balia all’insostenibile leggerezza delle sue concupiscenze…

Un discepolo credente prenderà il fardello della sua croce e seguirà il Suo Maestro, morendo ogni giorno di più a se stesso scoprendo la leggerezza della pace e la sicurezza che c’è in Cristo che dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero». (Matteo 11:28-30)…
Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me; nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo». (Giovanni 16:33).

E’ per questo che Giacomo ci testimonia di Abramo: Vedi che la fede operava insieme alle opere di lui, e che per mezzo delle opere la fede fu resa perfetta. Così si adempì la Scrittura, e ciò gli fu imputato a giustizia; e fu chiamato amico di Dio… (Giacomo2:22,23)

Non esiste il “cristiano” filosofico carnale, o “sei” chiesa, o non lo sei, o sei spirituale, (nato da Dio), o sei carnale, o la vita di Dio è in te e produce le opere, o la tua fede è vana, morta…
O hai il sostenibile fardello della croce attraverso la potenza e l’opera di Gesù nella tua vita, o sei ancora in balia dell’insostenibile leggerezza dell’essere un “cristiano” carnale…

Sander Steall | Notiziecristiane.com

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