Maggio o inverno?

Malgrado da anni i meteorologi avvertono che i c.d. “fenomeni estremi” aumenteranno di intensità e di numero in conseguenza dei cambiamenti climatici dovuti alla corrente El Nino, quanto accaduto a metà di questo mese di maggio che vede tardare l’arrivo della tanto sospirata primavera è davvero inaudito, visto il brutto colpo inferto alla nostra agricoltura: infatti, i violenti nubifragi in Romagna, con esondazioni e allagamenti nel modenese e riminese, quelli in Toscana, Lazio, Marche, Veneto e, al sud, in Puglia e Salento, hanno messo in crisi l’economia del paese già provato dalle calamità dello scorso anno.

Se al nord sono andate distrutte le coltivazioni di meloni, fragole, pere e vari ortaggi, con ingenti danni anche ai vigneti, nel barese è andato in fumo circa il 70% di produzione delle famose ciliegie della varietà Bigarreau e Giorgia, mentre nel leccese la grandine ha rovinato la raccolta di angurie e altre verdure prossime alla raccolta: moltissime piantine sono marcite per la violenza della pioggia e per il terreno inzuppato, ed oltre alle grosse perdite nel settore agricolo sono stati compromessi i raccolti del prossimo anno. La Coldiretti stima una perdita di almeno 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni in Italia, causa i cambiamenti climatici di questo secolo, comprensivi dei danni alle strutture e infrastrutture nelle campagne.

Malgrado la carenza di manutenzione dei corsi d’acqua, canali di scolo e altre opere idrauliche abbia favorito i disastri, non possiamo ritenere casuale questo peggioramento di tempo, visto che siamo in pieno maggio e tutto è avvenuto a pochissimi giorni dalla raccolta di verdure e frutta. Se poi consideriamo che la neve e il freddo sono ricomparsi al nord, rendendo maggio un mese dal sapore prettamente invernale (non accadeva da 62 anni, dicono gli esperti!), mai come oggi risuonano profetiche e puntuali le parole di Gioele in tutta la loro drammaticità: “urlate agricoltori, lamentatevi vignaioli, perché la messe dei campi è perduta (Gioele 1:10-12)! Ed è proprio tutto questo che si è verificato. Come da prassi ordinaria, i governi delle regioni colpite hanno chiesto lo “stato di calamità naturale” con relative domande di sussidi, nonostante parecchie imprese agricole attendano ancora i fondi di risarcimento per le calamità del 2012, sebbene sarebbe bastato che grandine e pioggia fossero cadute dopo la raccolta di ortaggi e frutta per garantire una buona produzione ortofrutticola: ma tutto si è realizzato in accordo al testo di Gioele che, sicuramente, non si stava rivolgendo in questo suo primo capitolo ai braccianti agricoli della sua epoca (.).

Ma nel frattempo arrivano notizie dalla Renania (Germania) sferzata da temporali violenti e addirittura colpita da un tornado in Sassonia centrale, senza grossi danni comunque, mentre allagamenti si registrano in Berlino e dintorni per delle forti piogge. Tuttavia, i cambiamenti del clima stanno interessando persino lo Stato dell’Oman, in Arabia Saudita, notoriamente territorio desertico con piccole oasi ai margini di fiumi e di tratti di costa sul golfo Persico; anche lì tempeste di grandine che in pochi minuti hanno trasformato il deserto in fiumi di fango e reso il paesaggio quasi surreale, facendo persino delle vittime.

Secondo la stampa locale, alcuni componenti di un nucleo familiare del distretto di Beed (nel  Maharashtra) sono morti trascinati via da un’inondazione improvvisa mentre erano nella loro auto, nonostante l’avviso di allerta per l’arrivo di una tempesta. Che dire? Che la natura è in vero “travaglio” e geme (.), mentre la Chiesa non vi bada, tutta protèsa  com’è a guardare se stessa, a compiacersi perché è diventata ricca…, e non bisognosa di nulla…(Apocalisse 3:17). Ed è questa arroganza che provocherà il vomito da parte dell’Eterno.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com


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