Qualche mese fa un giovane orso, munito di radiocollare e denominato M19 , aveva – sfortunatamente – incontrato un turista forse eccessivamente emotivo dalle parti di Molveno. Costui non aveva trovato altro di meglio da fare che lanciargli pietre e minacciarlo con un bastone.
Tuttavia l’orso, evidentemente di buon carattere, si era allontanato per i fatti suoi senza reagire alle provocazioni. Mostrando una totale mancanza di aggressività avrebbe poi commesso un’altra “colpa imperdonabile”.
Quella di essersi troppo avvicinato agli abitati per cercare nutrimento nei cassonetti cosiddetti “liberi” ossia non protetti con adeguati dispositivi.
Così M91 è stato ucciso nella notte tra l’1 e il 2 dicembre su ordinanza del presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.
Tra la firma dell’autorizzazione a procedere nell’abbattimento e l’esecuzione erano trascorse soltanto poche ore. Senza la possibilità per le associazioni protezioniste di impugnare il provvedimento.
Indignazione è stata espressa dalle associazioni Leal, Leidaa, Oipa e dalla LAV contro “un decreto tanto sanguinario quanto assurdo perché ha condannato a morte un orso che doveva invece essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo”.
Determinata la presa di posizione dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA): “M91 è un’altra vittima del ‘metodo Fugatti’ che consiste nell’emanazione di ordinanze lampo e nella loro esecuzione a tempi di record, solitamente nel pieno della notte o alle prime luci dell’alba, con il chiaro obiettivo di negare ai portatori d’interesse l’esercizio del proprio diritto costituzionale ad agire in giudizio.
Una lesione gravissima che denunceremo in sede europea”
Gianni Sartori
Gianni Sartori
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