Nibiru e i figli delle Stelle. Intervista a Daniele Salamone

Spot di pochi secondi: a chi è rivolto questo libro e perché bisogna assolutamente prenotarlo (assist per fare venire l’acquolina in bocca).

Questo libro è rivolto ai più sinceri e sensibili ricercatori della verità, cioè a coloro che hanno voglia di vederci chiaro sul mondo antico e che quotidianamente vengono bombardati da notizie e informazioni spesso fuorvianti che offrono più dubbi che risposte. In modo semplice, il lettore viene guidato alla comprensione quanto più vicina possibile del cosiddetto “mistero antico”, mettendo luce sulle speculazioni che ruotano intorno al mondo antico e alla Bibbia. Si offrirà una spiegazione dettagliata e chiarificatoria sul significato della simbologia del vicino oriente antico (Mesopotamia) e si scaverà più in profondità nel testo ebraico della Bibbia. Da ricercatore autodidatta, credo di essere la testimonianza vivente che può dimostrare che non necessariamente bisogna essere pluri laureati per capire determinati argomenti né che bisogna avere titoli specifici per giungere da soli allo smascheramento di quelle disinformazioni che vengono fatte passare per scienza ufficiale.

Qual è il filo conduttore con il precedente libro La Bibbia non è un mito?

Il “filo di Arianna” che collega La Bibbia non è un mito con Nibiru e i Figli delle Stelle, è il tema del “mito”, appunto. In questo secondo volume si vuole ancora una volta rimarcare quel concetto che in primo luogo la Bibbia non è affatto il frutto di una non-ispirazione divina; in secondo luogo non si vuole smentire solo il concetto che si ha di “mito antico”, ma soprattutto il concetto di quei miti ultra-moderni (ufologia, paleoastronautica, etc.) che hanno letteralmente macchiato l’autenticità dei testi antichi e del loro reale significato.

Questo secondo volume vuole dare una risposta ancora più approfondita, toccando alcuni tasti “delicati” che hanno interessato proprio l’uomo dell’antichità; quindi si affronteranno con una speciale lente di ingrandimento quei temi come la simbologia astronomica (o astrologica) del mondo Mesopotamico, le leggende ellenistiche sui presunti giganti della Genesi introdotti dagli autori della “Bibbia dei Settanta”, si parlerà approfonditamente anche delle famose commistioni sessuali fra “i figli di Dio” con le “figlie dell’uomo” ed i riflettori saranno puntati anche sul misterioso patriarca Enoch e del libro a lui attribuito.

Chiudiamo per un attimo gli occhi: dove arriverà la scienza tra 30 anni e cosa faranno invece gli astronauti?

Per fare un pronostico sul futuro dell’astronomia, bisogna per un attimo focalizzarci sul passato. Per “passato” non mi riferisco al mondo antico, ma a quello moderno di almeno 50/60 anni fa, proprio l’epoca dove la scienza avrebbe fatto passi da gigante in campo spaziale. Vi sono state molte teorie di cospirazione ai danni della stessa NASA, dove si affermerebbe che l’uomo non ha mai messo piede sulla luna e che i video sul famoso sbarco dell’Apollo sia stato girato in uno studio nonché diretto dal regista Stanley Kubrick; che la stazione orbitante ISS in realtà sarebbe una colossale finzione di cui la tecnica cinematografica anche in questo caso avrebbe assunto un ruolo molto importante, per mezzo degli effetti speciali con blue o green screen. Cioè la ricostruzione di ambienti e paesaggi servendosi di uno schermo verde poi modificato in computer grafica.

Insomma, se tutte queste voci di corridoio – e tantissime altre – che riguardano la NASA fossero vere, allora potrei prospettare un futuro dove gli astronauti svolgeranno il ruolo di attori piuttosto che di scienziati veri e propri.

A proposito, gli Antichi Astronauti sono davvero esistiti?

Questa è la domanda principale a cui rispondo nel libro. Gli strumenti e conoscenze di cui dispongo mi hanno fatto convergere ad una risposta negativa, ma non volendo macchinare operazioni di convincimento e persuasione occulta, nel mio libro spiegherò perché sono scettico da questo punto di vista. Non mi limito ad esporre il mio punto di vista personale e basta, ma analizzo la questione in maniera oggettiva servendomi degli strumenti e dei collaboratori esperti che hanno reso possibile la stesura di questo lavoro.

Pensare che gli Antichi Astronauti siano esistiti basandosi solamente su testi tradotti in modo del tutto arbitrario o basandosi su statuette antiche che alluderebbero ad una loro concreta presenza sulla Terra, sarebbe come se un uomo del futuro lontano da noi di 2000 o 3000 anni avesse la possibilità di vedere le figurine dei cartoni Disney ed affermare che 3000 anni prima di lui siano esistiti per davvero gli elefanti o le balene che volano.

L’esempio più classico sono le statuette con i grandi occhi spalancati: ebbene, statuette antropomorfe con occhi grandi alluderebbero agli alieni, dicono, quando in realtà per gli antichi rappresentare un uomo o una donna con gli occhi grandi aveva un significato solamente di fattore estetico, cioè del “bello” ideale. L’usanza antica era quella di truccare pesantemente gli occhi mettendoli in risalto con un sapiente uso dei cosmetici. Poi, se gli alieni – ammesso che esistano per davvero – siano esperti di make up, è un altro discorso. Queste usanze venivano a loro volta trasmesse nelle statuette. Questo è solo uno dei tanti esempi di speculazione.

Anche i crani dalla forma allungata hanno giocato un ruolo molto importante sulla faccenda “Antichi Astronauti”, ma nel libro spiego come queste cose siano in realtà ben lontane dal mistero della paleoastronautica. Il mio amico dott. Angelo Barbagiovanni, Medico Chirurgo (nonché prefatore del libro), mi è stato di aiuto a tal proposito, e non solo…

Cosa è l’oroscopo, da dove deriva e perché molta gente sembra essere accecata da questa finta realtà?

L’oroscopo tende a dare vita all’immaginazione. Attribuisce dei poteri agli astri che a loro volta influenzerebbero il destino degli uomini. L’oroscopo è strettamente collegato all’astrologia che fonda le sue origini fin nell’alba dei tempi. L’astronomia antica era principalmente studiata per scopi prettamente agricoli, vale a dire che gli antichi invocavano le stelle e i pianeti – assegnando loro dei nomi – per favorire e incrementare i raccolti. Con il tempo questa usanza è sempre più diventata un “culto” vero e prorio, dando luogo alle prime forme di paleo-religione, fin tanto da far viaggiare la fantasia redigendo epopee e miti che altro non facevano che antropomorfizzare questi corpi celesti, presentandoli come se fossero individui in carne ed ossa. Storie d’amore e di guerre, avventure fantastiche, peripezie, sesso, etc. Storie gialle mescolate al drammatico e al thriller. Insomma, storie abilmente inventate per dare un pizzico di senso in più alla vita quotidiana del mondo antico. Poi qualcuno ci ha messo di mezzo dei razzi, missili, astronavi, raggi fotonici e il mito moderno della paleoastronautica è nato! Vedremo attraverso delle illustrazioni come l’oroscopo e lo zodiaco più in generale veniva ampiamente considerato dai popoli Mesopotamici.

Cosa è realmente Nibiru e cosa invece ci hanno voluto far credere fosse?

Si sostiene che Nibiru sia un pianeta misterioso, il fantomatico “pianeta X” dove abiterebbero gli déi Anunnaki. Gli accademici, invece, hanno constatato che Nibiru di tutto si tratta tranne che di un pianeta di questo tipo. Anzi, gli stessi antichi uomini non conoscevano più di cinque “pianeti” e un corpo planetario come Nibiru è assolutamente da scartare. I testi antichi scritti in cuneiforme dicono anzi che Nibiru è in primo luogo una sorta di “passaggio” o, come diremmo oggi, un incrocio fra due orbite. A volte Nibiru viene descritto come Giove, altre volte come Mercurio e Marte. Mai, nei testi antichi, si allude a Nibiru come “dimora degli déi”. Queste sono solo invenzioni, storie sapientemente inventate per fare propaganda della religione New Age come quella Raeliana, mescolata anche a tanta Scientology.

Insomma, per gli antichi Mesopotamici Nibiru poteva essere più cose, in base al contesto in cui la parola (lett. neberu) veniva inserita nel discorso. Nel libro un intero capitolo è stato dedicato a questo tema e mi sono avvalso di commentare alcuni studi condotti dal Dott. Michael Heiser, pluri titolato ed esperto di Ebraico e lingue semitiche americano.

Ci spieghi meglio il significato del perché elohim non sempre significhi “déi”?

Quando si parla di grammatica bisognerebbe stare sull’attenti. Come ogni parola ebraica, non sempre la sua morfologia combacia con il suo significato. Nel senso che se una parola è di morfologia plurale non vuol dire che il suo significato sia sempre e solo al plurale. Giusto per fare un esempio, la parola ebraica avòth significa “paternità”, eppure è scritto in morfologia femminile plurale. Anche nel caso di elohìm possono subentrare fattori simili.

Ormai tutti, anche i più profani in materia, hanno appreso che quando elohìm viene associato ad un verbo al singolare si riferisce al vero Dio, cioè Yahwéh. Tuttavia non bisogna fare della regola una cosa assoluta, poiché il termine in sé acquisisce il suo significato per via del contesto in cui è inserito. Il caso più famoso è Genesi 1:1, dove Elohìm (plurale) crea (singolare) l’universo. Se dovessimo tenere conto solo della morfologia plurale di elohìm, allora leggeremmo una frase sgrammaticata: In principio gli déi creò…. In questo caso la morfologia plurale di elohìm dipende dal verbo creare al singolare: In principio Dio creò…. Poi c’è anche un caso tanto discusso, come quello di Abrahamo che da Dio viene mandato via “lungi dalla casa di mio padre”. Attraverso le nostre Bibbie siamo abituati a leggere in questo modo: “Quando Dio mi fece vagare lungi dalla casa di mio padre…”. Con gran sorpresa per il lettore medio, in realtà il testo ebraico è scritto in una formulazione differente: “Quando gli déi mi fecero vagare lungi dalla casa di mio padre…”. Qui effettivamente sembra confermare il plurale, poiché elohìm questa volta dipende dal verbo plurale. E così è. In altra sede ho spiegato il significato di questo uso letterario, per cui non ci ritorno adesso, ma mi limito solo a far notare al lettore quanto la grammatica va considerata prima di ogni tipologia di interpretazione, oggettiva o soggettiva che sia. Per questo io consiglio sempre ai miei lettori di studiare almeno le basi dell’ebraico prima di approcciarsi ai miei libri, così per poter fare le dovute e competenti verifiche, così da capirci un po’ di più e non sentirsi obbligati a fidarsi ciecamente a quello che io dico. Sarebbe troppo facile dire “nel testo ebraico sta scritto che…”, quando poi chi legge o ascolta queste parole a stento sa distinguere una lettera ebraica dall’altra, visto che alcune si somigliano fra loro.

Gli antichi scribi Mesopotamici hanno mai avuto a che fare con extraterrestri o antichi astronauti come attestano Sitchin e Von Däniken?

La risposta che posso suggerire è un convinto no. Non perché io sia prevenuto o che abbia dei preconcetti negativi nei riguardi di questi due autori, che rispetto, ma perché sono i loro stessi scritti a darne la prova concreta, essendo solo libri di genere “romanzo” e non “saggistica”. E come in ogni romanzo – seppur credibile e avvincente – il lettore deve prendere coscienza del fatto che si tratta solamente di opere di fantasia. Quando poi un romanzo viene fatto passare per saggio – esattamente come è avvenuto con le fiabe di Dan Brown – è lì che nascono le speculazioni ai danni della vera cultura e informazione scientifica.

Enoch scomparve nel nulla e non incontrò la morte. Dio lo scampò dal diluvio? Ci dai una panoramica cronologica più ravvicinata in merito?

La cronologia esplicata nel libro è molto dettagliata, per cui potrei sintetizzare in questo modo: nel libro ho spiegato, attraverso dei riferimenti temporali, che probabilmente Enoch potrebbe essere ancora vivo. Inoltre spiego che il motivo della sua scomparsa è dovuto al fatto che Dio non l’ha voluto semplicemente risparmiare dai mali del mondo antico che stava giorno dopo giorno peggiorando (poiché la Scrittura insegna che “il giusto viene tolto di mezzo per essere sottratto dai mali”), ma l’ha intenzionalmente salvato dalla morte a cui sarebbe potuto andare in contro a causa del Diluvio. Fu “per fede” che Enoch non incontrò quella morte lì perché sapeva che sarebbe avvenuto il Diluvio. Poi spiego anche la differenza del “andare in contro” alla morte rispetto al “vedere la morte”. Inoltre dimostrerò con estrema chiarezza se il libro di Enoch è un testo da ritenere attendibile o meno.

Esistono davvero gli “angeli caduti dal cielo” che in Terra assumono un corpo umano? Qual è il reale significato dei versetti che troviamo in Giuda e 2Pietro?

Il riferimento di Giuda riguardo agli “angeli” che abbandonarono la loro dimora non riguarda dei presunti angeli caduti, cioè i demoni insieme a Satana. Giuda si riferisce ai figli di Dio di Genesi 6 che si erano uniti in matrimonio con donne che si prostituivano. La dimora di cui parla Giuda non è il “cielo spirituale”, ma il prestigio di cui godevano in qualità di caste dominanti, i sacerdoti, le figure che servivano da intermediari fra la divinità e il popolo. Questa unione suscitò il più grande scandalo del mondo antico, infatti parlerò in dettaglio di questo scandalo.

Anche 2Pietro si riferisce agli stessi soggetti indicati da Giuda. Infatti è a causa di questi soggetti che il mondo antico non fu risparmiato, mentre furono salvi Noè e famiglia. La Genesi non dice esplicitamente che la punizione è stata riservata anche per gli “angeli incarnati”. Nella cultura ebraica non è nemmeno accettata la dottrina che gli angeli possano incarnarsi; queste sono speculazioni nate dopo a causa dell’ellenismo. Il testo si riferisce chiaramente ad un contesto terreno, non ultraterreno, poiché gli angeli del cielo non possono né incarnarsi né prendere moglie – come dice la Scrittura – semmai potrebbero assumere sembianze umane che, tuttavia, non permettono loro di interagire corporalmente con gli esseri umani, come il mangiare, bere, generare figli, etc. Persino Cristo è stata una prova vivente che un essere spirituale non può incarnarsi di propria iniziativa, ma è stato lo Spirito Santo a permettere ciò per mezzo di un miracoloso concepimento. Quindi dubito fortemente che Dio stesso abbia permesso l’incarnazione di presunti angeli celesti per poi punirli ingiustamente solo per il fatto che si erano lasciati trascinare dalla libidine umana.

Infine, sia Giuda che Pietro non vogliono riferirsi alla caduta di Satana e dei suoi demoni. I riferimenti alla caduta di Lucifero li incontriamo in Isaia 14, Luca 10:18 e Apocalisse 12:4, quest’ultimo brano che sembra riferirsi ad un evento futuro, in realtà si premura di fare una sorta di flashback sul passato, narrando tutta la storia umana dal suo principio fino alla fine dei tempi.

Daniele, ti ringraziamo di cuore per l’opportunità che ci hai dato di conoscere più da vicino questo interessantissimo libro, che con i suoi numerosi spunti riesce senz’altro ad arricchire ancora di più le conoscenze di tutti noi. Perciò non vediamo l’ora di conoscere il tuo prossimo progetto editoriale: a proposito vuoi anticiparci qualcosa?

Attualmente sono impegnato allo studio, insieme a tutte le altre cose, dell’Assiriologia e del Geroglifico. Ma nel frattempo mi dedico alla stesura di libri e articoli. I testi a cui sto lavorando sono per la precisione tre e, senza rivelare troppo, mi limito ad anticipare che uno dei tre lavori sarà totalmente dedicato all’escatologia biblica e al significato che i primi cristiani del I sec. assegnavano al concetto di “apocalisse”. Insomma, uno dei miei prossimi lavori è un libro totalmente dedicato all’Apocalisse giovannea, dove suggerirò un’interpretazione e approccio alle Scritture decisamente rivoluzionario e che ancora nessun autore italiano ne ha parlato.

Ringraziamo Daniele Salamone per l’intervista rilasciata in esclusiva per Notizie Cristiane. Inoltre, siamo lieti di annunciare che l’autore offre una promozione da non perdere. Chi prenoterà (solo per i primi dieci) il libro Nibiru e i Figli delle Stelle – comunicandogli di aver letto questa intervista – avrà diritto ad uno sconto speciale sul suo corso di ebraico biblico. Il valore complessivo è di € 100,00 e include un manuale pratico con esercizi per imparare a leggere entro breve tempo l’ebraico biblico e 9 DVD con le video lezioni in Full HD e tantissime risorse di studio. Il tutto scontato del 50%.

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Bonus valido solo per i primi dieci che contatteranno tempestivamente Daniele Salamone (tramite Facebook o email) dopo la lettura dell’intervista.

Il Blog dell’autore: www.danielesalamone.altervista.org

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Contatto Facebook: https://www.facebook.com/danielesalamoneautore

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Alessandro Russo | Notiziecristiane.com

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