Sono il fratello Giovanni e sono nato in provincia di Salerno nel giugno del 1943. Ultimo di otto figli, sono cresciuto con un ferreo insegnamento cattolico, tant’è che da piccolino facevo il chierichetto e in occasione delle feste di paese portavo le statue durante le processioni.Questa è la testimonianza di come sono giunto all’Evangelo.
Mia madre morì all’età di sessantadue anni e io che ne avevo solo diciannove, rimasi con mio padre e mio fratello.
Erano gli anni in cui si emigrava al nord per cercare lavoro e mio fratello che aveva già un impiego stagionale in Germania, mi invitò a seguirlo. Lavorai per un anno lontano da casa, poi all’età di ventun anni decisi di trovarmi un impiego vicino casa e metter su famiglia.
Nel periodo in cui lavorai all’estero mio papà si era fatto una cattiva reputazione in paese e per me non fu facile tornare a vivere con lui e sopportare le critiche e le maldicenze sul suo conto… e inevitabilmente sul mio.
Una sera, dopo l’ennesimo diverbio con mio padre, feci le valige e me ne andai di casa. Girovagai parecchio pensando a cosa fare della mia vita: non tollerando più la situazione che si era creata in famiglia decisi di andare a vivere da mia sorella Concetta e lì rimasi fino a quando mi sposai.
Tramite lei conobbi Santina, una sua collega di lavoro. Trovai in lei quello che più mi mancava in quel momento: l’affetto e la serenità. Ci innamorammo subito, ma il nostro fidanzamento fu una vera battaglia. Santina era evangelica, frequentava assiduamente la chiesa e sapeva benissimo che non era “conveniente” sposare un non credente.
Andammo contro tutto e tutti e nel 1966 ci sposammo in chiesa cattolica lontani dai parenti che in tutti i modi cercavano di distruggere il nostro rapporto. I conflitti con le famiglie durarono per altri cinque anni dopo il matrimonio e io continuavo a non capire il perché di tanta ostilità nei miei confronti. Io mi sentivo a posto, non rubavo, non facevo del male a nessuno amavo mia moglie e le portavo rispetto.
La famiglia si allargò, nacquero i nostri due figli Maria e Vincenzo e nel 1971 ci trasferimmo al nord. Fu proprio in quel periodo che le lotte in famiglia finirono. Tramite il fratello di mia moglie trovammo un terreno su cui costruire una casa: Dio stava pianificando ogni cosa per noi. Qui al nord c’era una piccola chiesa frequentata dalla famiglia di mia moglie e in gran parte da famiglie emigrate dal sud. Mia moglie dal giorno delle nozze si era allontanata dalla chiesa e io non ebbi mai la curiosità di andarci. Eppure dopo la riappacificazione con i suoi parenti, in me cresceva forte il desiderio di leggere la Bibbia e capire perché avessimo dovuto attraversare tutti quegli anni di risentimenti.
A poco a poco mi rendevo conto che se pur mi ritenessi un uomo per bene c’era qualcosa che doveva ancora cambiare nella mia vita.
Scoprii per esempio che dei dieci comandamenti ne stavo mettendo in pratica solo alcuni: non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non dirai falsa testimonianza, non desidererai la casa del tuo prossimo ecc. Inoltre, sentendomi come il giovane ricco, capii che l’insegnamento cattolico riguardante i santi e la madonna non erano conformi a quanto contenuto nelle Sacre Scritture.
Il bisogno di chiedere perdono a Dio mi portò a frequentare i culti e all’età di trent’anni il Signore cambiò la mia vita completamente. Fui battezzato in acqua nel culto in casa della sorella Lucia e poco dopo il Signore mi battezzò anche con lo Spirito Santo.
Fu in quel momento che capii perché la famiglia di mia moglie non voleva che sposasse un non credente. La avevo allontanata dalla presenza di Dio e io stesso stavo camminando per sentieri ingiusti. Il Signore è stato infinitamente buono con me, con mia moglie e con i miei figli, perché ha aperto i miei occhi, ha perdonato i miei peccati e ci ha dato grazia di istruire i nostri figli nella verità.
Oggi non posso fare altro che ringraziarlo per l’opera grande che ha fatto in noi. Diciassette anni fa mia moglie è stata colpita da un tumore al seno e dopo un lungo periodo di intense cure e operazioni il Signore le ha dato grazia di guarire completamente. È stata dura affrontare la sofferenza ma Dio ci ha dato giorno per giorno la sua forza e la sua pazienza.
E quando meno te lo aspetti capita di nuovo, ma questa volta a me. Nel febbraio del 2012 mi è stato diagnosticato un tumore al colon e questo ultimo periodo è stato allo stesso modo difficile e doloroso, ma il Signore è stato straordinariamente buono anche nei miei confronti, perché ha voluto preservare anche me.
Le prove sono dure da superare, ma hanno il loro scopo: nella sofferenza abbiamo imparato l’ubbidienza e sperimentato la fede.
Il signore ci ha fatto gioire nel dolore e ci ha consolato attraverso la lettura della Bibbia.
Le parole del Salmo 23 mi sono sempre davanti: “Il Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà“. Non mancherà il bene e non mancheranno nemmeno le sofferenze, ma soprattutto non mancherà mai la sua benedizione su di noi.
Quello che dico a te che stai leggendo queste righe è di non sentirti a posto con la tua coscienza solo perché non rubi, non commetti adulterio e non uccidi: il Signore vuole il tuo intero essere, il suo desiderio è di essere onorato e glorificato da te.
Marco 16:16 dice: “Chi avrà creduto e sarà stato battezzato, sarà salvato; ma chi non avrà creduto, sarà condannato“.
Non ti cullare nella tua situazione di uomo perbene perché anche io mi ritenevo tale, ma il Signore mi ha fatto capire che c’è molto di più. Egli è disposto a fare un’opera grande nella tua vita se solo riconosci di essere bisognoso di Lui.
Tratto da: http://www.betaniachiesaevangelica.it/
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