Ogni problema è stato risolto grazie al Suo amore

sulle-rive-del-lagoTra le mie sorelle, c’è ne era una, a cui ero legato in modo molto particolare, mi colpiva il suo modo di essere semplice, umile ed era sempre pronta ad aiutarmi.

Un giorno accadde una cosa che colpì la mia vita spirituale; vidi questa mia amata sorella ritornare a casa piangendo, gli chiesi il perché del suo pianto; e lei mi raccontò, che si era andata a confessare, il prete l’aveva offesa e trattata con malgarbo, in quell’istante nacque in me un senso di vendetta e odio nei confronti dei preti e della chiesa cattolica a tal punto che mi promisi: “Io in una chiesa non entrerò mai più!”.
Così nel 1955 all’età di 34 anni mi sposai con Anna (mia moglie a tutt’oggi) e dopo un po’ aprimmo una lavanderia da riporto (cioè senza lavatrice) a Portici, gli affari non andavano per il meglio, ma riuscivamo ad andare avanti, ma un giorno aprì sulla stessa strada un’altra lavanderia con lavatrice e con il passare dei giorni la concorrenza fece diminuire ancora dippiù le nostre entrate in modo evidente.
Così mi ricordai di un mio amico d’infanzia di nome Onofrio, che aveva una lavanderia, ma erano più di vent’anni che non avevo più contatti con lui, anche perché abitava a Casalnuovo (NA), così mi misi alla ricerca di lui per chiedergli dei consigli su come poter gestire al meglio la lavanderia, ma dopo più di una settimana di ricerche non riuscii a trovarlo, così con mia moglie valutammo anche l’ipotesi di chiudere la lavanderia.
Dopo qualche giorno, nella strada dove avevamo la lavanderia passò un auto, incrociai lo sguardo con il conducente che all’istante si fermò, scese dall’auto, mi venne incontro e mi abbraccio, e così capii che era proprio Onofrio, (Gloria a Dio) così gli accennai del nostro problema così, invitai lui e la  sua famiglia a pranzo a casa mia, la domenica succesiva.
Accettò l’invito, venne a casa, parlammo di tante cose, tra cui mi diede anche dei consigli su come mandare avanti e migliorare la lavanderia. Mettemmo subito in pratica i suoi consigli ci aiutò a procurarci delle lavatrici, così in pochi giorni l’attività riprese nel migliore dei modi.
Dopo qualche settimana rinvitammo Onofrio e la sua famiglia a pranzo la domenica, era nel gennaio del 1973, a Portici si celebrava la festa patronale, vennero di nuovo a casa, pranzammo, trascorremmo un bel pomeriggio, quando si fece l’ora di salutarci, Onofrio mi disse che andavano via perché dovevano andare in chiesa! D’istinto gli dissi: vengo anche io!
In quel momento non mi resi conto di quello che avevo detto, ma non riuscii a dirgli di no; salimmo sull’auto e ci avviammo verso la chiesa. Iniziai a sudare, ricordandomi del rancore che avevo contro la chiesa, pensai di buttarmi giù dall’auto, ma non riuscivo a farlo perché avevo la sensazione che due mani mi tiravano le spalle contro il sedile dell’auto in modo da non farmi muovere.
Mentre viaggiavamo, conoscendo Portici, notai che Onofrio passò d’avanti a due chiese ma non si fermò, perplesso pensai ma senza chiederglielo, quale sarebbe stata la sua chiesa; così dopo poco, da lontano vidi una folla di persone numerosissima che era ferma davanti ad un locale, mi chiesi cosa ci facessero tutte quelle persone riunite lì? Ed fu proprio lì che Onofrio fermò la macchina, incuriosito lessi l’insegna che era fuori al locale, e c’era scritto “Chiesa Cristiana Evangelica.
Uscimmo dall’auto e vidi una parte di quelle persone venire a salutare Onofrio e mi colpì questa manifestazione di fratellanza e di rispetto reciproco, poi entrammo in chiesa.
Cominciò il culto, e ascoltando le preghiere, le testimonianze, la predicazione della Parola, iniziai a piangere, ma compresi che non era un pianto di tristezza, ma era un pianto di liberazione, che mi spinse a dimenticare i rancori che avevo portato nel cuore per lunghi anni e capii che in me qualcosa stava cambiando. Il culto finì, Onofrio mi riaccompagnò a casa e raccontai di questa nuova e particolare esperienza a mia moglie, che mi ascoltò con piacere.
Da quel giorno, mi accorsi che la mia vita non era più quella di prima; sentivo la presenza del Signore al mio fianco, vedevo la Sua benedizione sul lavoro, e in ogni cosa che facevo.
Passarono dei giorni, sentivo dentro me il forte il bisogno di ritornare in quella chiesa, così chiesi ancora ad Onofrio di portarmi in quella chiesa, e la domenica venne a prendermi, e con me questa volta, venne anche mia moglie. Alla fine del culto mi accorsi che anche mia moglie aveva pianto, ed anche lei fu toccata dalla Parola di Dio, vidi in lei un cambiamento; così insieme (assetati della Parola e della benedizione di Dio) iniziammo ad andare in chiesa con più frequenza, anche nei giorni infrasettimanali, sia a Portici sia a Torre del Greco, continuando per circa un anno.
In quel periodo di tempo, notavo, che la mia vita familiare migliorava di giorno in giorno: si pregava, l’amore cresceva di più, parlavamo di quello che il Signore stava facendo nella nostra vita, ma questo non era ancora tutto per me, perché avvertivo nel mio cuore un forte desiderio di accettare Gesù come personale Salvatore.
Durante un culto, nel momento delle testimonianze, vidi mia moglie alzarsi e chiedere di essere battezzata in acqua, durante la sua testimonianza il mio cuore batteva forte, una parte di me voleva fare la stessa cosa, ma un’altra parte mi diceva di non farlo, insomma ero combattuto.
Andai avanti così per un periodo di tempo con la mente confusa e tormentata da tanti dubbi, ma Gloria a Dio, in un culto, proprio al termine delle testimonianze, vinsi quel combattimento spirituale e mi alzai chiedendo anch’io di essere battezzato in acqua; così il 4 febbraio del 1974 scesi nelle acque battesimali insieme a mia moglie. “Che gioia!”
Da quel giorno il Signore a me e alla mia famiglia, non ci ha fatto mancare mai niente, mi ha dato grazia di far parte per otto anni, del Consiglio di Chiesa di Portici come Consigliere, ho collaborato insieme al Pastore Sereno Salvatore (fu Pastore della Chiesa di Portici e di Torre del Greco) a tutte le evangelizzazioni che la chiesa svolgeva, curando in particolare le visite ai malati, e la messa in opera delle “Tende di evangelizzazioni”.
Momenti difficili non sono mancati, ma grazie a Dio ogni problema è stato risolto grazie al Suo amore che Ha per noi, soprattutto ha compiuto un grande miracolo nella vita di mio figlio Salvatore. (Per conoscere il miracolo compiuto, leggere la testimonianza di Salvatore D.)
Dopo tutto ciò, mi sento di dire, dal profondo del mio cuore che: “Il Signore conosce i Suoi Figliuoli!”.
A Dio voglio dare tutta la gloria e la mia ubbidienza da ora in eterno.
Amen!

da: Evangeliciaditorredelgreco.it/

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