Parkour: La nuova Sconsiderata sfida dei giovani

 Da alcuni giorni una notizia allarmante appare sui quotidiani nazionali: adolescenti si arrampicano sui tetti e camminano su tegole e lastroni spesso scivolosi e mortalmente inclinati. Il nuovo e demenziale gioco viene ripreso col telefonino e diramato sui social.  E’ successo a Cesano Boscone, il 12 marzo 2021. Un nuovo gioco per dimostrare la mancanza di paura sfidando la morte.

Anche se le digressioni si svolgono in strutture dove le altezze da terra corrispondono a qualche metro perché sono collocate sopra i negozi del quartiere Tessera, in via Turati, un capitombolo potrebbe risultare estremamente fatale.  Diverse le segnalazioni arrivate da parte dei residenti alle forze dell’ordine. Da alcuni giorni sono arrivate segnalazioni di ragazzine di 15 e 16 anni, immortalate dagli inquilini  dei palazzi Aler, mentre passeggiano sui tetti degli esercizi, le stesse individuate  dalla Polizia locale intervenuta in seguito. Lo sconcerto palesato dal sindaco Simone Negri, preoccupato per i comportamenti che possono rivelarsi pericolosi, rivolgendosi ai temerari chiede: “Quale talento credete di dimostrare in un gioco così estremo e pericoloso camminando sul tetto in pendenza, senza alcuna protezione?” e aggiunge informando “Ogni giorno arrivano alla Polizia  Locale, decine di segnalazioni di questo tipo”.

La maggior parte delle telefonate è inerente a bande e in alcuni casi ragazzini che stanno commettendo disastri. Si tratta di un problema serio. “Non vi nascondo il timore di vedere un’escalation di episodi.” Non faccio il sociologo – sottolinea il sindaco – e non azzardo valutazioni sulle cause: potrebbero esserci dietro problemi familiari, noia, modelli errati seguiti su Internet.  “Mi permetto di descrivere dettagliatamente il problema e rilevare che negli ultimi mesi il quadro è molto peggiorato!”. Pare, infatti, che le segnalazioni su atti incoscienti e vandalismi siano aumentati con il periodo di restrizioni e lockdown.

Non state in ansia per nessuna cosa, ma in ogni cosa rivolgetevi a Dio, chiedendogli ciò di cui avete bisogno, con la preghiera e la domanda, in ringraziamento. Se farete questo, vivrete nella pace di Dio, che supera di gran lunga qualsiasi immaginazione umana. La sua pace proteggerà i vostri cuori e i vostri pensieri, tenendoli uniti a Gesù Cristo. Filippesi 4:6-7.

L’emergenza e le derivanti conseguenze sui ragazzi diviene argomento di giustificazione da alcuni sui social, tentando di difendere e giustificare i comportamenti sbagliati dietro le complesse restrizioni. Il sindaco annuncia l’intervento dei Servizi Sociali e controlli severi nel rispetto della legge, per l’osservanza delle normative anti contagio e della salute di tutti, anche di chi sottovaluta i pericoli. Lanciando un appello informa: “Non nascondiamoci dietro un dito, il problema c’è e va affrontato. Pochi giorni fa un agente si è infortunato per intervenire su un gruppo di ragazzini che danneggiavano i giochi dei bambini. Non vanno banalizzati questi episodi e ognuno deve fare la propria parte con responsabilità”.

“Nessuno disprezzi la tua giovane età; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza.” 1Timoteo 4:12

Non vogliamo, né desideriamo puntare il dito né condannare famiglie o istituzioni e nemmeno aggravare una situazione creando o emulando vittime ma certamente quando un essere umano, specie se giovane, sfida o mette in pericolo incoscientemente la propria vita, appare chiaro che vive un disagio e chiede aiuto richiamando l’attenzione su se stesso. È inutile rifugiarsi dietro a mille giustificazioni, questi giovani sono sommersi da vuoti da colmare. Soffermiamoci a riflettere e chiediamoci se una società attuale dove si vive di stereotipi, d’immagini persistenti e di modelli del tutto asettici possono divenire un punto di riferimento e un percorso da calcare.

Molti dei nostri giovani commettono sciocchezze, urlano, devastano ma cercano insistentemente di lanciare S.O.S. e noi troppo spesso siamo sordi o troppo presi da una vita frenetica e nevrotica del nostro tempo. Ci lasciamo assorbire e ciechi dedichiamo più  di quanto dovremmo non accorgendoci (e se lo facciamo, siamo in netto ritardo) che l’orologio scorre e il tempo non fa sconti, scivola rapido come la vita della presente e futura generazione. Il silenzio e l’assenza spesso divengono sentenze letali, troppo spesso accade che la morte non sia una scelta diretta ma la conseguenza delle loro azioni. L’età dell’incoscienza li conduce ad affrontare azioni in cui il risvolto è tragico e non è solo la droga a mietere vittime, (molti giovani abusano di stupefacenti). Troppo spesso soli a casa, nella ripetitività delle ore spese dinanzi a schermi per giocare o per chattare e il “riempire “ la solitudine li porta talvolta a scontrarsi con realtà deleterie.  Sono reazioni dovuti problemi a personali, convinti e certi di dimenticare ciò che li affligge o un escamotage per sentirsi apprezzati e grandi, apparendo dei “miti” agli occhi degli altri.

Altra scottante e delicata questione: essere un mito o un leader non sempre edificante: il dilemma del  bullismo.  Molti ragazzi, forti della consapevolezza di essere spalleggiati dai loro coetanei, si sentono coraggiosi e autorizzati a compiere atti di antagonismo contro chi risulta più debole. Solitamente la vigliaccheria dei bulli si sfoga con persone sole o disagiate, emarginati spesso dalla società che li circonda e pertanto non appartengono a un gruppo o band.  In molti casi le “vittime” anziché affrontare la difficoltà, preferiscono chiudersi nel loro timore perché parlarne, potrebbe aggravare la situazione.

Tutte le azioni, reazioni e scelte si possono motivare raggruppandole in cause di disagio giovanile e noi tutti dovremmo tutelare i nostri ragazzi difendendo in particolare l’importanza della famiglia e dei suoi componenti. La nostra attenzione, riguardo alla futura generazione, dovrebbe essere rivolta alla società circostante e agli stimoli derivanti, agli esempi a loro tramandati.  Non facciamo del male ai nostri ragazzi imponendo cliché ma imponiamo a noi stessi la priorità ad ascoltarli, scoprirne e conoscerne gli aspetti emotivi, sociali e personali ci permetteranno di aprire una porta che potrebbe in seguito rimanere sbarrata. Vigiliamo.

“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.  “Efesini 6:4

“ Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino“. 1Timoteo 4:12

Lella Francese

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