Quando essere “cristiani del Regno” era illegale

00C’è stato un periodo della storia medievale quando essere “cristiani del Regno” era illegale. Un primo esempio di questa situazione fu Arnaldo da Brescia (1090-1155), un credente che cercò di riformare la Chiesa Cattolica del XII secolo.
Arnaldo sosteneva che tutti i membri del clero, dal papa fino all’ultimo sacerdote, dovessero vivere in povertà, come gli Apostoli. Egli denunciò che i membri del clero possedevano terre, praticavano la simonia e l’usura. Arnaldo fu inizialmente condannato come eretico dal Concilio Lateranense II e si rifugiò in Francia e in Boemia. Nel 1145 ottenne il perdono da papa Eugenio III e ritornò in Italia dove continuò a predicare un ritorno al Vangelo e denunciare che la Chiesa Cattolica aveva perso la visione di come si diffonde il messaggio cristiano. Ancora una volta Arnaldo predicò che la Chiesa Cattolica avrebbe dovuto spogliarsi delle sue ricchezze e dedicarsi esclusivamente alla predicazione del Vangelo di Cristo. Arnaldo sostenne che il papato con il suo potere temporale era completamente incompatibile con il messaggio evangelico. Sostenne l’idea di creare una Repubblica Romana in contrapposizione al potere temporale dei papi e inizialmente fu appoggiato dalle masse. Ma quando l’imperatore Federico Barbarossa si diresse verso Roma, il papa Adriano IV accettò di incoronarlo a patto che gli fosse consegnato Arnaldo. Federico Barbarossa fece quindi imprigionare Arnaldo che dopo poco tempo fu arso vivo a Roma.
Un altro cristiano del Regno contemporaneo ad Arnaldo fu il francese Pierre de Bruys (1095-1131). Per Pierre de Bruys le chiese cattoliche erano uno spreco di risorse che avrebbero potuto essere usate per i poveri. Il centro del suo insegnamento era un deciso ritorno al Vangelo e al Cristianesimo antico. Secondo lui il battesimo agli infanti, che era stato introdotto da Agostino d’Ippona, non aveva valore, perchè solo la fede in Cristo porta alla salvezza e i bambini appena nati non possono averla. Pierre de Bruys considerava inoltre che le opere fatte in beneficio dei morti sono inutili. Quindi già mille anni fa vi erano cristiani del Regno che contestavano le messe per i defunti. Inoltre Pierre de Bruys diceva ai suoi seguaci che non avrebbero dovuto venerare o adorare la croce o altre immagini o statue. In pratica egli era fortemente avverso ad ogni tipo di idolatria. La Chiesa cattolica gli vietò di continuare la sua predicazione intorno al 1120. Egli non obbedì e continuò nelle sue predicazioni. Nel 1131 le gente di Sant Gilles, un piccolo comune dell’Occitania, esasperata dal fato che Pierre de Bruys continuasse a bruciare statue soggette ad adorazione, lo uccise bruciandolo in un rogo.
Ci furono altri cristiani del Regno, come per esempio Enrico di Losanna, che fu ucciso per le sue predicazioni nel 1148. Essi avevano in comune l’approccio semplice al Vangelo, che vedevano come l’acqua fresca di una sorgente di montagna. Non erano esperti di teologia, e proprio per questo seguivano alla lettera il Nuovo Testamento. Proprio questo è il cristianesimo del Regno, seguire alla lettera il Nuovo Testamento e comprenderne il suo significato più semplice e diretto.
Il personaggio più importante di questa epoca fu però Valdo (1140-1206), un ricco commerciante di Lyon.
Valdo era un buon cattolico. Ogni domenica era presente alla messa. Presto però Valdo entrò in crisi. Siccome voleva essere un vero discepolo di Gesù si rese conto che tutte le sue ricchezze rappresentavano per lui un fardello troppo pesante da portare. Ad un certo punto, prese la decisione della sua vita e diede gran parte delle sue ricchezze ai poveri. L’altra parte delle sue ricchezze fu utilizzata per tradurre alcune parti del Nuovo Testamento nella lingua che si parlava a Lyon. Quando i suoi concittadini gli chiesero il perchè della sua decisione Valdo rispose che tutte quelle ricchezze stridevano con il messaggio del Vangelo, in particolare con la parabola del giovene ricco, Vangelo di Matteo (19, 21):

“Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi».

Presto Valdo ebbe dei seguaci. Insieme a loro predicava il Vangelo del Regno alla popolazione di Lyon. Predicava loro di spogliarsi dei propri beni e seguire l’insegnamento di Gesù Cristo sull’amore e sul perdono. Insomma il Regno di Dio era giunto a Lyon e stava sconvolgendo quella città. Valdo e i suoi seguaci non ebbero nessuna intenzione di fondare una nuova chiesa, anzi non ebbero neppure idea di uscire dalla Chiesa Cattolica, ma semplicemente volevano vivere un cristianesimo autentico all’interno della Chiesa Cattolica e vivere in armonia con gli altri credenti.
Il gruppo dei seguaci di Valdo si autodenominò “poveri in spirito”. Quello che è importante sottolineare è che i “poveri in spirito” non insegnarono nessuna dottrina nuova, ma predicavano lo stesso messaggio che Gesù aveva predicato. Però loro non avevano chiesto il permesso di predicare alla Chiesa Cattolica e manifestoro l’intenzione di voler continuare a predicare nelle strade di Lyon e dei villaggi vicini.
Tutto ciò non piacque all’arcivescovo locale, che vide in loro un gruppo di persone non preparate teologicamente che predicavano basandosi solo sulla Bibbia. In pratica un gruppo di persone non ordinate e non preparate dalla Chiesa Cattolica stava predicando liberamente e ciò non poteva essere tollerato. Che cosa temevano i prelati ecclesiastici? Forse temevano che leggendo il Nuovo Testamento alla lettera, i “poveri di spirito” finissero per rendersi conto che molti dogmi introdotti secoli addietro da Agostino d’Ippona erano completamente assenti nel libro della Nuova Alleanza. Come sappiamo fin dall’epoca di Costantino la Chiesa Cattolica aveva avuto il monopolio e l’esclusiva delle predicazioni. In effetti una delle caratteristiche dell’ibrido costantiniano fu la prassi che solo le persone autorizzate dalla Chiesa istituzionale potevano predicare il Vangelo con tutta sicurezza. Pertanto l’arcivescovo intimò a Valdo di presentarsi davanti a lui e quindi proibì a lui e ai suoi seguaci di continuare a predicare. Valdo però non accettò l’ordine dell’arcivescovo e rispose che la predicazione deve far parte di ogni cristiano che vuole vivere realmente come gli Apostoli di Gesù.
Tutto ciò provocò l’ira dell’arcivescovo, ma Valdo aveva un’ingenua fiducia nella Chiesa Cattolica e così viaggio a Roma nella speranza di presentare il suo caso al papa. Il papa ripose loro che l’arcivescovo aveva giurisdizione per occuparsi del suo caso. Valdo però durante il terzo concilio lateranese fu sottoposto a un breve test da parte di un monaco inglese, che si chiamava Walter Map.
Ecco il testo della conversazione (1):
“-Ditemi, voi credete in Dio Padre?
-Si, certo.
-E nel Figlio?
-Si certo.
-E nello Spirito Santo?
-Si.
-E, …nella madre di Cristo?
-Si.”
Dopo quest’ultima risposta i delegati del concilio si burlarono dei “poveri di spirito” che di lì a poco si ritirarono. Ma, quale era il motivo di quella burla? Valdo e i suoi seguaci non potevano sapere che centinaia di anni prima durante il concilio di Efeso a Maria era stato dato il titolo di “Madre di Dio”. Pertanto quando essi dissero che credevano nella “madre di Cristo” dimostrarono che non erano preparati teologicamente. Però le Scritture non si riferiscono mai a Maria come la “Madre di Dio” e i “poveri in spirito” erano studiosi delle Scritture. Essi conoscevano solo il Vangelo del Regno e in realtà era solo quello che necessitavano conoscere.
Quando tornarono a Lyon Valdo e i suoi seguaci ripresero le predicazioni. I vertici ecclesiastici locali tornarono a ordinar loro di non predicare più e Valdo rispose citando Pietro negli Atti degli Apostoli: (4, 19-20):

“Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio. Quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite”.
A quel punto i vertici ecclesistici di comune accordo con le autorità civili obbligarono Valdo e i suoi seguaci a un esilio forzato. Essi non potevano più rimanere a Lyon. Ma questa decisione fu accettata di buon occhio da Valdo che iniziò con i suoi seguaci a predicare il Vangelo del Regno in tutto il sud della Francia. Ovviamente continuavano a parlare bene della Chiesa Cattolica e a non volersi distaccare da essa.
A questo punto i Valdesi (così venivano chiamati dal clero), mentre peregrinavano nel sud della Francia vennero in contatto con alcuni predicatori del Regno: erano i seguaci di Pierre de Bruys e Enrico di Losanna. Valdo si rese conto che essi erano cristiani del Regno, ma essi, siccome avevano un attitudine critica nei confronti della Chiesa Cattolica, iniziarono ad esporre le loro tesi ai valdesi. Essi attaccavano la Chiesa Romana per le sue ricchezze e per il suo potere mondano. Inoltre segnalavano che la venerazione di immagini e le preghiere per i morti non erano bibliche. Tutto ciò era completamente nuovo per Valdo e i suoi seguaci, che però si misero a leggere la Bibbia e si diedero conto che quelle critiche erano giuste. E quindi anche loro iniziarono a denunciare gli errori e i peccati della Chiesa Cattolica.
La Chiesa Cattolica reagì molto presto. Nell’anno 1184 il Concilio di Verona condannò i valdesi come scismatici pericolosi (ma non come eretici). Fu proprio Walter Map, quello che aveva tratto in inganno Valdo con la sua domanda trabocchetto che scrisse (2):
“Queste persone non hanno un domicilio fisso, ma viaggiano due a due, scalzi e vestiti con tuniche di lana. Loro non sono padroni di nulla, ma mettono tutto in comune, seguendo i modi degli Apostoli. Nudi, essi seguono a un Cristo nudo. Hanno iniziato in modo molto umile e ancora non hanno molti seguaci, tuttavia, se li lasciamo fare, finiranno per cacciarci tutti via.”
Ancora una volta il potere temeva che i mansueti e gli umili avrebbero sconvolto il mondo. Finalmente la Chiesa Cattolica, nel 1190 li condannò come eretici esponendoli alla possibiltà di una repressione crudele e alla morte.
Ma Valdo e i suoi seguaci non si persero d’animo e continuarono a predicare nel sud della Francia. Quindi passarono le Alpi e giunsero in Lombardia dove si incontrarono con dei seguaci di Arnaldo da Brascia. Ancora una volta ci fu uno scambio di opinioni e ancora una volta Valdo si rese conto ancor di più che la Chiesa non dovrebbe mischiarsi con il potere e con lo stato. I due gruppi di credenti si unirono, erano pronti a sconvolgere il mondo, a predicare ancora una volta il Vangelo del Regno.
Poco dopo che i due movimenti si unirono, Valdo morì. Ma il movimento continuò, infatti queste persone non erano proprio seguaci di Valdo, ma in realtà erano seguaci di Gesù.
I valdesi si resero conto che la corruzione della Chiesa avvenne nel periodo costantiniano, quando si formo e prese corpo la religione cattolica. Quindi divisero la storia della Chiesa in due chiari periodi: quello del testimonio fedele (la chiesa antica, fino a Costantino) e quello del tradimento (da Costantino in poi). Però significava che tutti i cristiani del Regno erano scomparsi dopo Costantino? No di certo! Essi credevano che nei secoli seguenti a Costantino la luce del Regno si era oscurata, ma non si era mai spenta. (3)
L’insegnamento dei valdesi era molto semplice. Non vi era molta teologia nelle loro prediche. Essi sostenevano che “nessuno può essere un vero cristiano se non ha abbandonato sul serio la sua vita al Signore Gesù Cristo”(4). Essi sostennero che l’accumulazione delle ricchezze era contro il Vangelo del Regno e sostennero che un cristiano non può usare la spada neppure se obbligati in caso di guerra. Inoltre si dimostrarono uomini d’onore che non avevano bisogno di giurare, proprio in un periodo, il medio evo, dove la pratica di giurare era tornata in auge come nell’Antico Testamento. I valdesi furono appasionati studiosi della Bibbia e anche se avevano iniziato a predicare come cattolici, con il tempo abbandonarono tutte le pratiche e dottrine non bibliche come il purgatorio, le messe per i defunti, le intercessioni di Maria e i santi, la venerazione e adorazione di immagini e di croci.
Gli evangelisti valdesi continuarono a predicare anche se sapevano che avrebbero potuto essere l’obiettivo della Chiesa Cattolica, che avrebbe potuto torturarli e metterli a morte. I valdesi vissero per circa quattro secoli in costante pericolo.
Nel 1488 e 1489 le milizie papali assalirono alcuni gruppi di valdesi con una crudeltà incredibile. Fu il cosidetto massacro del Piemonte dove furono massacrati migliaia di valdesi.
Agli inizi del 1500 la maggioranza dei valdesi era stata sterminata. Tuttavia il movimento sopravvisse a queste orribili persecuzioni, anche se in forma ridotta e limitata. Ma anche così i pochi valdesi rimasti non vollero smettere di predicare, e utillizzarono un nuovo mezzo di divulgazione: la stampa.
Yuri Leveratto
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