Vogliamo riproporvi la testimonianza del Pastore Cesare Quartodecimo venuto a mancare il 16 aprile 2021, credo che per Notizie Cristiane sia il miglior per ricordarlo. Diamo Gloria a Dio per il contributo che ha dato su questa terra.
Il mio nome è Cesare, sono nato a Taranto nel 1944, da una famiglia cattolica romana. Voglio raccontare la storia della mia conversione e le cose grandi che Dio ha fatto nella mia vita. Avevo 29 anni quando nel quartiere dove abitavo arrivò un gruppo di persone, erano in prevalenza stranieri, i quali cominciarono ad istallare una tenda. Fui molto curioso e mi avvicinai, mentre stavano preparando il campo, domandai chi fossero. Una giovane donna del gruppo venne verso di me e mi disse: “io ti amo nell’amore di Gesù!” – io malizioso interpretando male il significato di quelle parole, afferrai la sua mano con le mie mani, ma lei mi disse: “non mi toccare, perché io non ti amo di un amore umano, ma dell’amore di Gesù”.
Ma io, non comprendendo ancora il significato di quelle parole, le domandai: “ma tu, mi ami, si o no?” – lei rispose: “io ti amo, ma non nella maniera che tu pensi, ma con l’amore di Gesù!” – tornai a casa mia, ma i miei occhi erano continuamente attirati da quella tenda (si trattava della tenda “Cristo è la risposta”, un gruppo evangelistico che va in giro per il mondo ad annunziare l’Evangelo). Ne parlai con mia moglie ma lei mi consigliò di non avvicinarmi più a quella tenda. Il giorno dopo, nel pomeriggio, mi avvicinai di nuovo, e stavolta entrai sotto la tenda. Io pensavo che si trattasse di un night viaggiante perché, guardando in fondo alla tenda, vidi degli strumenti musicali sopra una piattaforma.
Alcune di quelle giovani donne si avvicinarono a me e, un italiano poco corretto, mi dissero: “noi ti amiamo nell’amore di Gesù!” – e aggiunsero altre parole nelle quali mi parlavano di Gesù, della Sua grazia e della Sua potenza. Ancora una volta non compresi bene il significato di quelle parole, perché il mio cuore era troppo oscurato, non avevo la luce di Cristo Gesù, e andai via. Quella notte, mentre io dormivo, cominciai a parlare nel sonno; e parlai delle cose che avevo udito sotto la tenda. Parlavo di Gesù che morì per salvare l’uomo dai propri peccati e dalla morte eterna. Mia moglie si svegliò impaurita per le parole che uscivano dalla mia bocca, mi svegliò e mi rimproverò dicendo: “te l’avevo detto di non andare in quella tenda e tu non mi hai ascoltato!” – ed io le risposi: “stai zitta!!. Tu non sai quello che loro mi hanno detto”. Alla terza sera scesi nuovamente alla tenda, questa volta con l’intenzione di capire il significato delle parole che mi erano state dette nelle due sere precedenti, (questo era un procedimento di Dio per appianarmi la via che dovevo percorrere). Domandai se c’era qualche italiano fra loro; mi risposero affermativamente, dicendomi che c’era un fratello in Cristo che si era convertito a Roma, sotto quella tenda. Questo fratello venne da me è cominciò a parlarmi di Cristo e del Suo piano di salvezza per tutti gli uomini. Io gli feci molte domande, e lui con molta dolcezza, mi parlò dell’amore e della potenza di Dio. Dopo questo colloquio, rimasi sotto la tenda per ascoltare la parola di Dio predicata. Tutto il periodo nel quale la tenda rimase in quella piazza fui sempre presente, contro il volere di mia moglie. E proprio li accettai Gesù come mio Salvatore e Signore della mia vita. Quando la tenda se ne andò, mi associai ad una chiesa Cristiana Evangelica della Città. Il Signore mi liberò perdonandomi tutti i peccati e da ogni contaminazione, mi riempì con lo Spirito Santo e mi chiamo al Suo servizio. Per circa 6 mesi parlai a mia moglie del Signore Gesù, cercando di farle comprendere che avevo veramente incontrato Gesù il Signore. Alla fine, lei si convinse e venne nella casa del Signore. Lei soffriva di diverse malattie, ma quella stessa sera il Signore la guarì completamente, e lei comprese che era stata la potenza di Dio a guarirla.
Poi, verso l’anno 1992, io ebbi 2 infarti. Fui ricoverato e mentre ero sottoposto alla coronografia, i medici notarono con le loro apparecchiature, che il mio cuore si era fermato. In tutti i modi cercarono di riattivare il battito cardiaco, soprattutto con scosse elettriche, ma dopo tanti tentativi il mio cuore era ancora fermo. Per loro ero ormai morto. Mi posero sopra una lettiga e mi coprirono con un lenzuolo. Ma io ricordo che, nonostante ero “morto”, e in ogni caso sotto anestesia totale, io ero cosciente e sentivo tutto quello che stava accadendo. Sentivo anche le parole dei medici che dicevano : “lo abbiamo perso! lo abbiamo perso!” – come voler dire che ero morto. Per diverso tempo rimasi sopra quella lettiga e sotto il lenzuolo, ma ero sempre cosciente ed ero in comunione col Signore e lo lodavo continuamente. Ad un tratto, un’infermiera a cui avevo parlato di Gesù, guardando verso di me, vide che le dita dei miei piedi si muovevano. Subito avvisò i medici, i quali risposero che per loro ero già morto. Ma quell’infermiera insisteva dicendo che io ero vivo perché le dita dei piedi si muovevano. A questo punto, mi presero e mi sottoposero nuovamente a dei tentativi per riattivare il cuore. Ed il mio cuore finalmente, cominciò a battere regolarmente.
Grazie a Dio, mio Signore e Salvatore, mi mandarono in un altro ospedale dove fui operato e mi applicarono 2 by-pass. Adesso, posso dire che sto perfettamente bene di cuore, servo il Signore a tempo pieno e vado ovunque Egli mi manda.
Amico/a questo, Gesù il Signore che è vivente e non morto, può farlo anche con te, accettalo nel tuo cuore oggi e non domani, fai come ho fatto io. Tuo amico Cesare che ti ama nell’amore di Gesù il Signore. Dio ti benedica!
Cesare Quartodecimo
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