Lo Spirito Santo mi ha parlato!

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hspirit2Mi chiamo Alessandro, sono un cristiano evangelico, sono stato cattolico nominale come, credo, molti altri, ma fondamentalmente ero ateo, fino a quando nel 1999 in carcere, a Piacenza, ho trovato una copia del Vangelo.
Da lì è iniziata la mia conversione.
Non voglio condividere esperienze mistiche e apparizioni particolari; non voglio neanche che il luogo della mia avvenuta conversione diventi un santuario da andare a visitare, ma di certo mi sento che sono stato miracolato.
Lavoro in carcere, lontano da casa, Piacenza (sono di Roma); un lavoro ben remunerato rispetto a quello che facevo prima, il barista.
Da giovane, chissà perchè, avevo deciso di bestemmiare almeno 100 volte al giorno… le contavo.
Se la sera non avevo raggiunto quel numero lo facevo di seguito, potevo così addormentarmi “tranquillo”.

Mai cattivo completamente, agli occhi degli uomini.
Appassionato di PC e di Star Trek.
Vinco il concorso in Polizia Penitenziaria, vado a Piacenza.
Lì conosco sesso, droga e discoteca: “Quanto mi sono perso!”, pensavo.

Nato da una famiglia modesta, sopratutto economicamente.
Mia madre, catechista, mi “imponeva” la Chiesa cattolica, catechesi, corale…
Devo dire allora mi sono divertito; di Dio, ben inteso, non me ne fregava niente, ma delle ragazze sì, che, in ogni modo, non avevo coraggio di avvicinare.

Mia madre, a seguito di una forte depressione dopo il parto dell’ultima amata sorellina, la terza, si impicca, si uccide.
E per questo, per molti versi, me ne sono sempre fatto una colpa anch’io.
“Ok all’ora divertiamoci: sesso droga e discoteca”.
Arrivo a Piacenza, e l’Emilia è certamente generosa per certi vizi.
Mi impegno nel sindacato, faccio rumore, manifestazioni davanti al carcere per la mensa e altre cose simili.
Mi rendo antipatico al Comandante dei Carabinieri, non ai miei amici.

Bene, la mia vita prosegue.
Il punto più basso, probabilmente, una notte al Block House (quello che nei moderni carceri è il primo blocco, il primo controllo).
Freddo, stufetta ed M12 in mano (la piccola mitraglietta).
Scrivevo poesie, pensando a mia madre.
A stento ho vinto la morte quella sera, pensavo: “Ora ti raggiungo…”.

Continua la mia vita: droga, sesso e discoteca.
Il lavoro diventa più difficile, ho bisogno di Valium, la mattina, per essere tranquilo e lavorare bene con i detenuti.
La mia pressione è sempre alta, e i modi e le maniere devono essere sempre misurati, nei limiti del possibilie.
La notte, in carcere, a volte mi addormento, magari brevemente; ogni 2 ore un giro per vedere se i “camosci” (i detenuti nel nostro gergo) stanno bene; se qualcuno di loro muore e il dottore lo trova freddo, sono guai.
Un detenuto mi denuncia per percosse: 2 anni di indagini.

Quella notte non potevo essere tranquillo, il Comandante era in giro, mi cercava, non potevo correre il rischio di appisolarmi. Cerco il modo di restare sveglio; ill banco è pieno di giornali, di quelli che parlano di droga, sesso e discoteca… non mi sono mai piaciuti.
Cerco altro, non c’è, cammino per la “sezione”, fa freddo, il russare dei detenuti è fastidioso, come sempre, l’odore del loro sudore ancor di più.
Vado al bagno mi sciacquo la faccia, ricomincio il giro.

Ad un tratto, mi ricordo di quei colleghi con in bocca sempre Gesù e Dio: lasciavano vangeli e calendari ai detenuti.
“Stupidi!”, pensavo, “i detenuti vanno picchiati più che accarezzati… ah…. so io a cosa porta la religione….”.
Eppure era un pò che ringraziavo Dio, in maniera blanda, non chiara, ma ero lieto di esserci ancora, in particolare di quella luna meravigliosa, nonostante l’aria gelida e le sbarre che mi separavano da lei; le sbarre, non quelle di ferro, piuttosto quelle nel cuore.
Ma la vedevo, tra le sbarre del corridoio, ed ero lì, ed ero contento.

Bene, ecco un vangelo, etichettato con uno strano nome: Gedeoni.
Ora lo leggo e gliene dico quattro a sti saccenti che parlano sempre con versetti.
Il Comandante viene e mi trova sveglio, mi sorride, so che tornerà.
“Tutto apposto?”. “Certo comandante, tutto apposto”.
Comincio a leggere… le genealogie… che pizza!
No, voglio continuare, domattina mi da il cambio quell’evangelico, che piace chimarsi cristiano.
No, voglio proprio rispondergli a modo.

Vado avanti, leggo di Gesù: un uomo, Dio, fa miracoli, cambia la materia, risuscita.
Bella la storia; non l’avevo mai letta con così attenzione e dovizia… continuo.
Gesù è il maestro, insegna, aiuta… bello questo Gesù, mi piace.
Poi, gli schiaffi, gli sputi, i calci, la croce…
Perché!?
“Ah! Gesù, se io avessi avuto i tuoi poteri avrei fatto polvere dei miei nemici, altro che schiaffi, altro che sputi… io vi distruggo…”.

Continuo a leggere e, a questo punto, il terrore: “Sono io che sto prendendo a calci Gesù!”.
La consapevolezza: “Io merito quella fine!”, ed infine, il sollievo e la pace: “E’ per me che l’ha fatto!”.
Comincio a piangere a dirotto, prego lo ringrazio…
Il giorno dopo abbraccio i colleghi, fratelli, distribuisco vangeli ai detenuti che, titubanti, mi dicono: “Possiamo prenderlo davvero?”.

Pochi giorni dopo, sorprendono i miei compagni di avventura, alcuni li sospendono.
Io da non molto avevo rinunciato a quel modo di vivere… compagni e amici a cui ero molto legato e a cui voglio un mondo di bene e per i quali continuo a pregare… io che prendevo in giro Dio e deridevo chi mi parlava di Lui.

Ecco perchè, caro lettore, posso dire che lo Spirito Santo mi ha parlato, convincendomi di peccato, e Gesù mi ha toccato, guarendomi dalla lebbra del peccato.
Ora non sono un “santone”, ne un grande uomo, ne un “cristiano modello”, ma solo un piccolo servo, inutile, consapevole che tutto deve al Suo Signore Gesù, che è il Cristo.

Fonte: http://www.incontraregesu.it/

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