Usa: in Texas eseguita 500ma condanna a morte dal 1976, mentre il pastore Pickett scende in piazza per dire no alla pena di morte!

5619b6be9d6cea158694dbee389d8138In Texas e’ stata eseguita la 500ma condanna a morte dalla reintroduzione della pena capitale, nel 1976, un record per gli Stati Uniti dove il totale dei giustiziati e’ di 1.336. La 52enne Kimberly McCarthy, un’ex tossicodipendente giudicata colpevole del brutale omicidio di una professoressa in pensione nel 1997, ha ricevuto un’iniezione letale nel penitenziario di Huntsville.
 La donna di colore era da 14 anni nel braccio della morte. Secondo quanto riferisce la Associated Press e le sue ultime parole sono state: “Questa non è una sconfitta. E’ una vittoria. Io so dove sto andando. Vado a casa da Gesù. Vi voglio bene a tutti. Dio è grande”.

A gennaio e ad aprile aveva ottenuto per due volte il rinvio dell’esecuzione in seguito a ricorsi basati sulla discriminazione razziale, ma in entrambi i casi la Corte d’Appello del Texas si e’ rifiutata di riaprire il processo.

C’è un uomo che ha seguito da vicino molti dei condannati prima di morire, questi è  il pastore Pickett, che racconta la toccante testimonianza di un uomo che ha assistito inerme a 95 esecuzioni, e che spiega la sua decisione di scendere in campo contro la pena capitale. E’ stato in servizio come cappellano carcerario dal 1980 al 1995, nella prigione di Huntsville nel Texas dove è collocata la camera della morte, edè stato presente a 95 delle 500 esecuzioni che si sono succedute dal 1976 ad oggi; racconta la sua testimonianza e parla delle ragioni che lo hanno portato a scendere in campo contro al pena capitale. Tutto questo è riportato dal giornale inglese “The Guardian”.

Racconta Pickett: “Il giorno dell’esecuzione io raggiungevo il condannato dalle ore 6 del mattino, e stavo con lui fino al momento della morte, intorno alla mezzanotte, e a volte anche più tardi. Percorrevo con lui gli otto passi che separano la cella dalla camera della morte.

Nella stanza c’erano due telefoni, e noi aspettavamo nel caso che l’uno o l’altro suonassero con l’ordine del tribunale di sospendere l’esecuzione. Questi non suonavo molto spesso, almeno nello stato del Texas.

 La prima esecuzione a cui ho assistito è stata quella di Charlie Brooks, il 7 dicembre del 1982. E’ stata la prima persona ad essere uccisa nel Texas dopo la reintroduzione nel 1976, della pena di morte in America, e la prima al mondo ad essere uccisa con una iniezione letale.

 Non ho trovato nessuno che potesse prepararmi a ciò che mi attendeva, dal momento che era una cosa nuova per tutti. E’ stata dura, il non sapere cosa mi aspettava all’interno di quel carcere di massima sicurezza.

 Dopo che avevo assistito ad alcune esecuzioni ho messo a punto una procedura. Avrei passato del tempo con il condannato per permettergli di esprimere le sue ultime parole, così che io le potessi riferire a chi assisteva, e assicurare che l’esecuzione non avvenisse prima che il condannato avesse terminato di parlare.

 Quando erano nella camera della morte tutti volevano con me un contatto, volevano che li tenessi per mano. Ma ciò non era possibile perché erano legati e nastrati.

 Potevo però stare li vinco a loro e poggiare la mano sulla loro gamba destra dove potevo avvertire le loro vibrazioni. In questa maniera sapevano che vicino a loro c’era sempre qualcuno fino all’ultimo istante.

 Sentivo che Dio mi aveva messo li perché tutti abbiamo bisogno di un amico. Usavo definire il mio lavoro, il ministero della presenza.

 Restavo con loro fintanto che l’agenzia funebre veniva a prendere il loro corpo. Cosa che poteva avvenire anche a tarda notte. Ricordo una volta di essere stato 26 ore di fila in piedi con un uomo che era stato portato dapprima nella camera della morte, poi la pena era stata sospesa, e poi di nuovo riportato nella camera della morte, per diverse volte, quasi fino all’alba.

 Alla fine ottenne una sospensione e fu rimandato nel braccio della morte. Ma un anno più tardi lo riportarono li e lo hanno ucciso alle quattro del mattino. È stata una punizione inusuale  di una crudeltà indescrivibile, e sebbene sia vietata dalla dalla costituzione americana, ho visto diverse persone subire la stessa sorte.

 Il Texas ha introdotto diverse modiche al protocollo delle esecuzioni da quando io ho assistito all’ultima esecuzione nel 1995.

 Io non potevo mai sapere che cosa sarebbe accaduto nella testa del condannato, dal momento che la droga veniva iniettata nelle vene. Ricordo di un uomo che diceva: “brucia”, ed un altro: “fa male”.

 Molti di loro mi hanno confessato i loro crimini, pochi istanti prima di morire. A dieci minuti dalla mezzanotte, quando si rendevano conto che per loro non c’era più speranza, che la morte era ormai inevitabile, desideravano dirmi tutto. Era traumatico, perché magari mi parlavano di un crimine che nessuno conosceva, ma rispetto ai quali io non potevo usare quelle informazioni.

 Ho la certezza di avere assistito all’uccisione di almeno 4 innocenti dallo stato del Texas, e di molti atri che non dovrebbero essere mandati alla camera della morte. Ho calcolato che su 95 esecuzioni, 35 erano stati complici, ciò significa che ce n’erano altri due o tre che avevano preso parte al crimine, ma che non erano stati direttamente  loro ad aver premuto il grilletto.

 Tra le persone innocenti, Carlos De Luna, è stato per me il caso più difficile, perché sapevo che non aveva fatto nulla di male. Quello che mi colpiva di lui, come degli altri innocenti, era il fatto che erano i più sereni in punto di morte.

 Sapevano di aver tentato ogni possibile via legale per salvarsi, e che non c’era più nulla da fare. Così affrontavano la morte con serenità e senza risentimento. Carlos De Luna non proferì altro che parole d’amore nei suoi ultimi istanti.

 Non aveva un padre, e negli ultimi giorni della sua vita ha cominciato a chiamarmi “papà”. E mentre veniva legato sulla tavola, volgendosi verso di me mi disse: “papà”. Provai un grandissimo dolore.

 Sono giunto alla conclusione che la pena di morte è totalmente sbagliata, per tante diverse ragioni. Una ad esempio è la seguente: Come fa il Texas ad uccidere delle persone per insegnare ad altre a non uccidere?

 Un’altra ragione è la consapevolezza che sono stati messi a morte degli innocenti. Alcuni anni fà  dopo la terribile esperienza di essere stato al fianco di Carlos De Luna mentre gli veniva praticata l’iniezione letale, un professore della Columbia University, ha dimostrato senza alcuna ombra di dubbio che Carlos fù scambiato con un altro uomo che aveva lo stesso nome e che la sua esecuzione è stata assolutamente un errore.”

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook